venerdì 22 Novembre 2024

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Brando: “La nostra musica metafora della vita, della rinascita, dei sentimenti” – INTERVISTA

A tu per tu con con il gruppo musicale, in uscita con l’album d’esordio intitolato “Le nostre verità

Disponibile dallo scorso 12 novembre “Le nostre verità”, il lavoro che segna il debutto discografico di Brando, progetto musicale nato dall’idea dell’attore Marcello Maietta (qui la nostra precedente intervista), frontman del grippo e co-fondatore assieme al tastierista Francesco Casadei Lelli. A un anno di distanza dall’uscita del singolo d’esordio “Un letto da rifare”, arriva l’album d’esordio composto da dieci brani che mettono in risalto lo stile alternative/rock che contraddistingue le loro originali produzioni.

Ciao ragazzi, partiamo dal vostro progetto d’esordio “Le nostre verità”, come nasce e in che modo si sviluppa?

«Le nostre verità è il nostro primo concept album, 10 tracce che raccontano un bisogno, il viaggio interiore del frontman Marcello Maietta, nell’ultimo anno e mezzo. Il tema principale è quello della perdita e della rinascita con una “nuova pelle”. Una storia in musica legata, da una parte, alla perdita e dall’altra alla ricerca e alla scoperta di una nuova “pelle”, che parte da “Intromissione” per concludersi con “In abbandono (elogio al tempo)” gli unici due brani totalmente strumentali, dove l’opera lirica si fonde con il rock, in un medley che rappresenta il sentimento conduttore dell’album e del viaggio.

Abbiamo deciso di pubblicare i primi cinque singoli dell’album a puntate, come una serie TV, ogni due mesi, dando al nostro pubblico il giusto tempo per assaporare ed elaborare le proprie emozioni nei brani. Il viaggio poi si è fermato a luglio per l’uscita dell’album. In contemporanea per accontentare le richieste dei fans, sempre il 12 novembre scorso, abbiamo deciso di far uscire un videoclip live, composto da quattro brani del disco: “Le nostre verità”, da cui prende il nome l’album, “Come ti vorrei”, “La vita che ti perdi” ed “Ora che è finita”».

Un concept album, quale fil rouge tematico unisce le dieci tracce presenti?

«Una raccolta di canzoni distinte, ma tematicamente unificate, in cui le singole canzoni si susseguono l’una all’altra, in una metafora della vita, della rinascita, dei sentimenti».

A livello musicale, invece, quali sonorità avete abbracciato?

«Un genere alternative/rock contraddistingue la nostra produzione musicale, che strizza sempre l’occhio a melodie operistiche con fusioni digitali e sorprese di pura rabbia hard rock».

Chi ha collaborato con voi in questo lavoro?

«Brando è una produzione tutta italiana, che ha visto la cooperazione del Produttore Nicola Rosetti (Deposito Zero Studios), di Marcello Maietta e Francesco Casadei Lelli, il mixaggio curato da Mattia Matta Dallara, storico tastierista della band internazionale Lucifour M, e del Mastering Engineer Giovanni Versari (nota la sua partecipazione all’album “Drones” dei Muse)».

Facciamo un salto indietro nel tempo, come vi siete conosciuti e quando avete deciso di dare vita al vostro progetto musicale?

«E’ partito tutto da un viaggio a Londra nel 2017 di Marcello, dove ha capito che la sua rinascita dipendeva dalla musica. Sia Marcello che Francesco, che sono amici da tempo, hanno avuto precedenti esperienze musicali in altre band. Partendo Marcello disse a Francesco che dopo 6 mesi dal suo ritorno a Londra, avrebbero suonato assieme … e così è stato».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il vostro percorso?

«Ci sono tante influenze, sicuramente si parte dai Nirvana, Bjork per arrivare ai Muse e ai Placebo».

Con quale spirito vi affacciate al mercato e come valutate l’attuale settore discografico?

«Fare un disco ha sempre un senso… Un’Italia discografica curiosa e che ci regala ancora delle aspettative e delle emozioni (ride, ndr)».

Quanto conta per voi la dimensione live? Ci sono appuntamenti già in calendario?

«La dimensione live è essenziale, una band da il 100% sul palco. Stiamo schedulando il nostro primo tour nel 2020 ma non possiamo darvi nessuna anticipazione».

Quali sono i vostri prossimi obiettivi professionali e i buoni propositi per il 2020?

«Promozione dell’album, sicuramente live tour, un nuovo video e la produzione del nostro primo album da una casa discografica (incrociando le dita!)».

Per concludere, dove e a chi desiderate arrivare attraverso la vostra musica?

«Sicuramente ad un pubblico nazionale e, perché no, anche oltre confine. Ad un pubblico che ascoltando “Le nostre verità” possa  fare il nostro stesso viaggio pieno di sogni, di emozioni e di grandi verità, non solo le nostre». 

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.