venerdì 22 Novembre 2024

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“Serata banale”, la convincente analisi pop-funk di Mameli – RECENSIONE

In radio a partire dal 29 novembre il nuovo singolo del cantautore catanese, intitolato “Serata banale

Dopo aver pubblicato Latte di mandorla e Anche quando piove con Alex Britti, è giunto il tempo di lanciare nuova musica per Mario Castiglione, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Mameli (qui la nostra recente intervista), artista che abbiamo imparato a conoscere nel corso della diciottesima edizione di “Amici” di Maria De Filippi.

Si intitola “Serata banale” il singolo che mostra nuove sfumature dell’artista, attraverso un sound coinvolgente, sconfinando per la prima volta al di fuori del recinto indie, per aprirsi ad atmosfere pop-funk. Dal punto di vista testuale, il brano riflette sulla frenesia che caratterizza l’epoca in cui viviamo, sulla grande confusione generata dal continuo scorrere di informazioni che quotidianamente ci bombardano, tra smartphone e telegiornale.

L’abitudine è un rischio in cui ogni giorno incorriamo, vivere inseguendo le tendenze del momento ci porta in una sorta di continua e ciclica routine, che ci spinge sempre più verso la noia. Lo racconta molto bene Mameli, a metà tra lo scanzonato ed il riflessivo, con un’agrodolce solarità che lascia in bocca l’amaro di un’azzeccata riflessione sociologica, attenta e puntuale.

Questo e molto altro ancora è Serata banale, l’ennesima interessante proposta del cantautore catanese, che non si ripete ma esplora nuovi curiosi orizzonti sonori, pur consolidando la propria poetica. Piacevole sin dal primo ascolto, il brano traccia un nuovo corso per Mameli, che si apre a nuove produzioni ed altrettante innovative possibilità, in maniera tutt’altro che banale.

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Serata banale | Audio

Serata banale | Testo

Sai possiamo pure dormire stanotte
o fare un giro come tutte le volte
ma ne ho già viste già troppe
in fondo che me ne fotte
e oggi sembra ieri
giocavo a calcio con i miei pensieri
noi due con due bicchieri
sopra i marciapiedi
gli occhi come crateri
e allora forse resto a casa
ed esco fuori di me

Oggi guarderò il telegiornale
tanto tu di uscire non ne vuoi proprio sapere
serata un po’ banale, in mano il cellulare
da troppi giorni amore che mi sembra tutto uguale
io non lo rifarei

Dai restiamo al chiuso che fuori fa freddo
non sarò me stesso
con il traffico in centro
non ho voglia di tecnho
passami una cartina
vuoi diventare la mia coinquilina
fare l’amore in cucina, cicce nella lattina
dopo andare in rovina
mi sa che forse resto a casa
ed esco fuori di me

Oggi guarderò il telegiornale
tanto tu di uscire non ne vuoi proprio sapere
serata un po’ banale, in mano il cellulare
da troppi giorni amore che mi sembra tutto uguale
io non lo rifarei
io non lo rifarei

E tutto quello che so di te
mi sembra così banale
che viaggi in alto mare
ricominciamo a parlare
che già mi sento male
se a te sta bene così
così…

Oggi guarderò il telegiornale
tanto tu di uscire non ne vuoi proprio sapere
serata un po’ banale, in mano il cellulare
da troppi giorni amore che mi sembra tutto uguale
io non lo rifarei
io non lo rifarei
io non lo rifarei

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.