venerdì 22 Novembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

Après La Classe: “Salvador? Un’ombra nera sulle nostre vite” – INTERVISTA

A tu per tu con la band pugliese, fuori con “Salvador

Si intitola “Salvador” il singolo che segna il ritorno discografico di Francesco “Cesko” Arcuti, Gianmarco “Giammy” Serra, Valerio “Combass” Bruno, Marco “Puccia” Perrone, Alessio “Alex” Melchiorre Ricci e Gabriele Blandini, al secolo gli Après La Classe. Il brano, disponibile a partire dallo scorso 15 novembre, è stato scritto in collaborazione con DANTI e racconta la storia di un uomo accecato dal denaro, al punto da perdere il reale valore delle cose. In occasione di questa uscita, abbiamo incontrato il bassista Combass per saperne di più

Ciao Valerio, partiamo dal vostro nuovo singolo “Salvador”, cosa racconta?

«In “Salvador” affrontiamo un po’ quello che è il male della nostra epoca, l’attaccamento al denaro e il materialismo ormai profuso ovunque in tutti gli aspetti della società, dalla musica all’arte al mondo della gastronomia alla politica. Un po’ tutti ormai si vendono l’anima al diavolo per il Dio denaro e crediamo che questo porti in vantaggio alla qualità delle cose, Salvador è un’ombra nera sulle nostre vite».

In un’epoca in cui anche nelle canzoni ci sono messaggi volti ad idolatrare il “dio denaro”, non credi che il vostro sia doppiamente un messaggio importante?

«Abbiamo la fortuna e il privilegio di avere un mezzo di comunicazione potentissimo come la musica, non possiamo parlare solo di sole cuore amore».

Com’è nata la collaborazione con DANTI e com’è stato lavorare con lui?

«Intanto Danti é un nostro caro amico quindi lavorare in studio con lui è stato piacevole e anche rilassante devo dire perché lui è una persona che riesce a creare il giusto ambiente a seconda  dell’artista per il quale sta lavorando.. e poi è uno dei numeri uno al livello autorale e  nella produzione, siamo cresciuti molto dopo l’esperienza fatta assieme per “Salvador”».

Musicalmente parlando, “Salvador” è un brano che vi identifica?

«In questo momento “Salvador” esprime perfettamente il concetto di contaminazione ed evoluzione del progetto».

La vostra è una storia importante, oltre vent’anni di carriera alle spalle, di band così longeve se ne vedono sempre meno in giro. Qual è il segreto? L’aspetto della vostra unione che fa la differenza?

«Il punto di forza sta nel fatto che ricerchiamo in continuazione e non ci accontentiamo mai».

Figuri come autore del nuovo singolo “Samurai” di D’Art e Raf, com’è nato questo pezzo e la collaborazione con questi due artisti?

«Oltre a suonare con gli Après La Classe collaboro con Raf da anni, spesso gli faccio ascoltare delle mie produzioni e in questo caso lui è rimasto folgorato dall’idea di “Samurai” e ha deciso di farne un pezzo da condividere con suo figlio. Di questo sono strafelice anche perché il pezzo a me piace tantissimo».

A proposito di collaborazioni, in questi anni gli Après La Classe ne hanno collezionate parecchie, ce ne è una in particolare che vi ha particolarmente colpito e ispirato?

«Ma in realtà tutte le collaborazioni le abbiamo desiderate e volute e ci hanno fatto crescere. Più che altro voglio farne altre che possano far crescere noi e il progetto e portarlo ancora più in alto».

Qual è il feat. dei tuoi/vostri sogni?

«Non lo diciamo per scaramanzia.. chi lo sa, magari si avvera il sogno».

Cosa pensi dell’attuale scenario discografico italiano? Cosa ti piace e cosa meno?

«Intanto bisogna dare uno sguardo alla società e al modo di vivere che c’è oggi intorno a noi e tutto questo lo ritroviamo in musica. I ragazzi hanno totalmente cambiato modo di comunicare e di parlare rispetto a vent’anni fa e la musica che ascoltiamo il risultato di questo, bisogna sempre essere aperti al cambiamento per capire cosa sta succedendo di buono e cosa invece è spazzatura in questo momento a livello discografico. Ci sono delle cose davvero interessanti ed una montagna di spazzatura. Ognuno è giusto che scelga in base ai propri gusti».

In che modo la vostra musica si differenzia e come è riuscita a non lasciarsi contaminare dalle mode e delle tendenze?

«Abbiamo deciso di intraprendere una strada tortuosa non semplice che ci ha chiuso moltissime porte a livello discografico ma ci ha dato tantissime soddisfazioni con i nostri fan».

Immagino abbiate già altre canzoni pronte nel cassetto e un album in lavorazione, cosa potete anticiparci a riguardo?

«Stiamo lavorando ad altri due singoli per il 2020 e al nuovo disco, i prossimi due anni saranno pieni di novità».

Per concludere, dove e a chi vi piacerebbe arrivare con la vostra musica?

«Noi da sempre comunichiamo attraverso il nostro spettacolo live con il pubblico italiano europeo e talvolta anche americano, non abbiamo un limite per quanto riguarda il range d’azione perché parliamo in italiano, in dialetto salentino, in francese ed in spagnolo per cui qualsiasi pubblico per noi è quello buono, dipende da noi far arrivare come si deve un brano suonando come si deve live».

The following two tabs change content below.

Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.