Tutte le pagelle dei nuovi brani in radio
- BRITTISH – Alex Britti
E’ un ritorno che sorprende quello di Alex Britti che così preannuncia il suo nuovissimo album d’inediti che, a giudicare da questo singolo d’apertura, si fa fatica ad immaginare fino a dove possa spingersi. La produzione viene affidata a Salmo che fa esattamente quello che da sempre gli riesce al meglio: alzare il beat giocando con efficacia sulla parte ritmica dell’arrangiamento. Sparisce, però, la chitarra elettrica che da sempre accompagna Britti nelle sue migliori cose esattamente come il sound tipicamente blues che lascia il posto ad un tentativo (goffo) di apparire più “attuale” di quanto in realtà meriterebbe d’essere. Un esperimento solare ma troppo lontano da quello che ci si aspetterebbe da Alex Britti per essere davvero apprezzabile. VOTO: 4
- TI SAPRO’ ASPETTARE – Biagio Antonacci
Che il Biagio nazionale abbia confezionato un album senza mordente è ormai un dato di fatto decretato dal suo stesso pubblico che ha accolto assai timidamente questo ‘Chiaramente visibili dallo spazio’. In questo suo nuovo singolo radiofonico Antonacci punta su di una nuova ballata pop che si dedica all’amore a due e ai suoi tempi necessari per trovare sviluppo. Se le strofe paiono poter finalmente funzionare e portare verso la giusta atmosfera, l’inciso sgonfia tutto l’effetto non trovando quel verso emblematico, quell’esplosione vocale capace di stupire, quel ritornello orecchiabile e canticchiabile a squarciagola. Soltanto lo special finale pare poter rilanciare il brano ma, poi, ancora una volta la rampa di lancio non viene sfruttata e la canzone si chiude con un nulla di fatto troppo timido e conservativo. VOTO: 5
- CHE POI – Carl Brave
E’ un ritorno che non ci si attendeva in questo pre-Festival che, da sempre, risulta un periodo discografico piuttosto rischioso per le nuove uscite. Carl Brave, invece, rischia e lancia in radio quello che dovrebbe aprire il suo nuovo album d’inediti in arrivo la prossima primavera. Il risultato risponde alla tradizione della voce di ‘Fotografia’ che riprende quella sua indole romana nella cadenza che lo rende riconoscibile anche nel cantato che, in questo caso, si fa più ampio. Ritornello martellante e facilmente fischiettabile, arrangiamento pieno e suoni decisi ne fanno un probabile prossimo tormentone radiofonico. VOTO: 7
- MAL DI TESTA – Elodie e Fabri Fibra
Nuovo antipasto del prossimo album di Elodie che è ormai evidentissimo strizzerà parecchio l’occhio al mondo urban e rapper italiano. In questo caso la produzione di Neffa sposta il tutto verso un suono più “impacchettato” e retrò nelle proprie aspirazioni che recuperano un’atmosfera quasi da banda per condire un effetto ovattato e sospesa. La collaborazione di Fibra si unisce con efficacia al brano che ha l’unico difetto di concludersi forse troppo velocemente per avere davvero il tempo di svilupparsi con efficacia. Ad ogni modo l’ennesima conferma della duttilità artistica di Elodie anche se il brano, di per sè, lo si immagina difficilmente in un circuito radiofonico e di punta. VOTO: 6
- SANGUE NERO – Iva Zanicchi
Canta Iva Zanicchi e scrive Cristiano Malgioglio, un binomio che, sulla carta, dovrebbe inevitabilmente portare a proporre un brano classicamente italiano come, in effetti, avviene con questa canzone che, però, cerca, tra un verso e l’altro, anche la possibilità di aprirsi all’attualità. La voce di Iva suona sempre potente ed efficacia anche se esaspera quelle tinte graffiate e rauche che mai avevamo sentito così potentemente nelle sue interpretazioni passate. La scelta tematica è quella dell’amore passionale che Malgioglio racconta come sempre con efficacia pur rivelandosi, forse, un po’ fuori luogo per l’artista che si trova ad interpretarne i versi in quest’occasione: ad ottant’anni anche per l’aquila di Ligonchio probabilmente l’amore è un’altra cosa. VOTO: 6.5
- RINCONTRARSI UN GIORNO A MILANO – La Scapigliatura e Arisa
La voce di Arisa è da sempre una garanzia e, anche in questo caso, il suo contributo si rivela imprescindibile per portare a termine questo brano che viaggia con efficacia tra il pop più orchestrale e melodico ed il linguaggio più tipicamente indie contemporaneo d’oggi. Anche l’arrangiamento sottolinea questa dicotomia interna alla canzone che si trova a fare i conti con l’orchestrazione più classica e, contemporaneamente, con la distorsione dei sintetizzatori. Manca, però, il ritornello capace di coinvolgere, di conquistare, di far cantare a squarciagola in macchina l’ennesima nuova trascinante canzone indie capace di stupire tutti. Peccato. VOTO: 6
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Ilario Luisetto
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