A tu per tu con la cantautrice cagliaritana, in uscita col suo singolo d’esordio “Vivere a metà“
Reduce dalla vittoria della prima edizione di “Tali e Quali”, spin-off del noto varietà di Rai Uno condotto da Carlo Conti, Veronica Perseo pubblica il suo primo inedito, intitolato “Vivere a metà”, un brano autobiografico che racconta la fine di una storia d’amore, il momento in cui realizzi che anche la più dolorosa rottura è necessaria per ricominciare, per ripartire verso una nuova direzione.
Ciao Veronica, benvenuta. “Vivere a metà” è il titolo del tuo singolo d’esordio, cosa racconta?
«”Vivere a metà” racconta una storia d’amore difficile e complicata, in cui ci si rende conto di non trovarsi più nella relazione che si ha sempre sognato, che le cose sono cambiate, che ci si sta accontentando. Arriva invece un momento in cui si realizza che amarsi è il gesto più importante che possiamo fare verso noi stessi, e che non bisogna mai vivere a metà».
Un pezzo scritto e composto da te, autobiografico, ma che affronta una tematica universale in cui bene o male, prima o poi, ci ritroviamo tutti. C’è una frase del testo che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il concetto dell’intero brano?
«Sì, diciamo che ho cercato di racchiudere nel ritornello l’intero concetto della canzone. La frase che rappresenta di più secondo me è proprio: “Non mi chiedere adesso se mi va di restare, ho bisogno di avere il coraggio di andare e ti ho chiuso la porta, oscillo ancora, ma non voglio vivere a metà».
Dal punto di vista musicale, invece, che tipo di sonorità hai scelto di abbracciare?
«Sicuramente nella mia musica non mancherà mai il suono del pianoforte. È il mio compagno di vita fin da quando ero bambina ed è insieme a lui che nascono le mie canzoni. Ho scelto sicuramente le sonorità pop, ma come artista voglio formarmi a 360 gradi, quindi questo non esclude l’esplorazione di altri generi musicali, quali rock, dance, raggaeton, etc..».
Qual è l’aspetto che più ti affascina nella fase di composizione di una canzone?
«Mi affascina tantissimo il momento in cui quattro accordi vengono trasformati in un’esplosione di musica grazie all’arrangiamento, peró ciò che amo di più è quella sensazione che senti dentro di te, che ti spinge ad andare al pianoforte mentre la tua anima ti chiede di lasciarla parlare».
Facciamo un salto indietro nel tempo, come hai scoperto la tua passione per la musica?
«Ci sono nata con questa passione. Mi è stata trasmessa già dalla pancia di mia madre e questo amore per la musica l’ho respirato sin da quando ero bambina grazie ad una famiglia di musicisti, finché non ho deciso di concretizzarlo studiando al Conservatorio».
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?
«In generale la musica pop italiana e anglo-americana. Nello specifico da sempre la mia cantante preferita è Laura Pausini, dall’adolescenza Lady Gaga, e negli ultimi Marco Mengoni e Ultimo».
Che idea ti sei fatta dell’attuale scenario discografico? Secondo te, il mercato è ancora in grado di valorizzare il talento?
«Sì, penso che ci sia ancora speranza per chi abbia talento e, soprattuto, per chi abbia dei sogni. Penso che sia molto importante la libertà musicale dell’artista e mi dispiace quando sento che “ci si deve adeguare al mercato musicale”, perchè penso che ognuno debba avere il coraggio di essere se stesso a prescindere dalle richieste del mercato musicale».
Sei reduce dalla vittoria della prima edizione di “Tali e Quali”, che esperienza ha rappresentato esattamente per te?
«È stata l’esperienza più importante della mia vita, in cui sono cresciuta tanto artisticamente e umanamente, non credevo di poter vivere un’esperienza del genere e spero davvero che sia stata la prima di tante altre».
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Cosa ti piacerebbe realizzare in futuro?
«Tra i miei prossimi obiettivi c’è ovviamente quello di realizzare un album che possa raccontare alle persone un po’ chi sono. In futuro mi impegnerò per realizzare il mio sogno di cantare sui grandi palchi insieme al grande pubblico e duettare con i cantanti che più amo, Laura Pausini in primis!».
Per concludere, dove e a chi ti piacerebbe arrivare attraverso la tua musica?
«Mi piacerebbe arrivare al cuore delle persone. Di tutte le persone. So che sembra una frase fatta e banale, ma ti assicuro che non lo è. Mi basterebbe sapere che le mie canzoni in futuro potranno regalare emozioni di qualsiasi tipo, tenere compagnia alle persone e, perchè no, aiutarle anche a prendere decisioni importanti come la musica ha fatto con me. Mi basterebbe immaginare anche una sola persona che uscirà per farsi una passeggiata per riflettere e si metterà ad ascoltare con le cuffie la mia canzone. Questo mi basterebbe».
Nico Donvito
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