Recensione del nuovo album d’inediti
Un disco per un ragazzo che desidera fare musica nella propria vita è spesso un sogno, un risultato che va sudato e, magari, atteso per anni a suon di sacrifici, rinunce e porte in faccia. Contemporaneamente, però, quell’album assume, al momento della sua pubblicazione, un significato diverso, un senso di partenza, un esordio che non potrà che portare a percorrere una strada nuova in un futuro non troppo distante. E’ così per tutti: punto d’arrivo ma anche di partenza. Colori, l’EP di debutto del giovane Jacopo Ottonello non sfugge alla regola e risulta essere il perfetto esempio di come un lavoro discografico possa assumere diverse valenze dalla prospettiva dalla quale si sceglie di guardarlo.
Sette tracce inedite che arrivano al giovane talento in gara nella diciannovesima edizione di ‘Amici di Maria de Filippi’ per trovare il proprio interprete, la voce capace di raccontare quelle storie e farle arrivare a più persone possibili con lo scopo di raccontare un po’ anche chi le canta oltre che prestarsi come mezzo per la realizzazione del suo sogno artistico e musicale.
Tra i brani presenti nel progetto, tutti prodotti da Pat Simonini ad eccezzione delle due curate da Antonio Filippelli, è presente, ovviamente, anche Cuore di mare, il primo inedito affidato all’ugola del giovane savonese dalla preziosa penna di Enrico Nigiotti che già si è confrontato con interpreti di primo spessore. Ne esce un brano tipicamente “alla Nigiotti” con la chitarra acustica che accompagna tutto l’arrangiamento ed il focus su di un amore con un lui dannato e destinato ad apparire nulla rispetto ad una lei irraggiungibile. Il dolore dell’essere rimasto “senza te” è determinato dal sentirsi obbligati a fare i conti con l’evidenza che “il cuore batte ancora”. La soluzione, però, è dimenticarsi: “voglio chiederti davvero, se non è un disturbo, preferisco tu non scriva, non ci trovo un senso. La mia mente non riposa e poi non trova sonno costantemente presa in giro da ogni tuo discorso. E amore, amore, amore e odio, amore è ciò che senso”. In una scrittura estremamente ancorata alla tradizione del proprio autore si accompagna anche un’interpretazione che con non riesce, in tanti punti, a districarsi da tale marchio pur risultando spesso meno veemente, irruente e graffiata nel proprio timbro.
Meglio va con il resto delle tracce che non portano con sè un’impronta così definita o popolarmente riconducibili agli autori che le firmano. Il punto più alto è toccato dalla conclusiva Disinnescare che parte con il pianoforte ma inserisce anche degli elementi contemporanei di distorsione ritmica nell’arrangiamento. Si parla ovviamente ancora d’amore ricorrendo al tradizionale crescendo vocale del pop all’italiana evolvendosi, poi, in uno special che, con alcune barre, ricorre ad un’ulteriore crescita d’intensità che permette di “lasciarti andare senza esitazione” capendo che “si può brillare senza far rumore”.
Su questa direzione si collocano anche tutti gli altri brani contenuti nel progetto che risulta profondamente fedele all’immaginario e alla tradizione del pop nostrano. C’è una sfumatura di freschezza in E invece, che alterna delle strofe sussurrate ad un inciso che esplode soltanto nel finale e che, dunque, si gioca la possibilità di essere ideale per la stagione estiva come, invece, fa Se parlo di te che adotta ritmi reggae, un leggero intervento elettronico e una durata di poco più di due minuti che risponde al desiderio d’immediatezza radiofonica.
L’altro brano degno di nota è la Luce e cenere firmata dal collega di talent Lele che dona a Jacopo un pezzo capace di mettere in evidenza la sua delicatezza e pulizia vocale. Si racconta di un amore salvifico, di un sentimento capace finalmente di salvare l’anima e di prendere il volo anche in mezzo ad “una giornata che non va”. Non c’è bisogno di esplodere vocalmente o di dare eccessivo spazio alla parte ritmica ma in una costruzione musicale che può ricordare alcune scritture di Tiziano Ferro ci si lascia andare alla riflessione emotiva con un’interpretazione adatta ed autentica. Completano l’EP due brani pop come Blue monday, più contemporanea nei suoni conditi dai sintetizzatori e nella scrittura orecchiabile nel ritornello rispetto a delle strofe che vogliono risultare più profondi nei toni, e Di sabato sera, che, invece, torna a viaggiare attorno all’idea di un addio amoroso che si lascia andare ai ricordi.
A seconda dalla prospettiva da cui si guarda, dunque, questo primo passo musicale di Jacopo assume un diverso significato. Colori è un progetto che risponde all’esigenza di realizzare un sogno e, dunque, di risultare come un punto d’arrivo in cui far confluire emozioni, sentimenti, ricerca, vita e, forse, da questo punto di vista sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più percheè in generale gli spunti sono poveri, poco originali e, a tratti, troppo poco personali per riuscire a restituire all’ascoltatore qualcosa di davvero durevole nel tempo e di sempre riconoscibile per sperare di ritagliarsi il proprio spazio musicale all’interno di un panorama già parecchio ricco di proposte. Dalla prospettiva opposta, però, questo è anche un punto di partenza, il primo capitolo di un viaggio che, sfruttando adeguatamente i propri punti di forza, potrebbe riservare nuove sorprese investendo con caparbietà e coraggio su di una buona vocalità, su di una bella pulizia e su di una convincente empatia. C’è da lavorare ma qualcosa di buono, sullo sfondo, c’è.
Migliori tracce | Disinnescare / Cuore di mare / Luce e cenere
Voto complessivo | 7/10
Tracklist |
- Cuore di mare
[Enrico Nigiotti] - Luce e cenere
[Lele] - Blue monday
[Leonardo Zaccaria, Vincenzo Collega, Giovanni Vipra, Alessio Nelli] - Di sabato sera
[Elia d’Ovidio, Lisa Gambatese] - E invece
- [Lele, Pat Simonini, Lorenzo Sarti]
- Se parlo di te
[Lele, Pat Simonini] - Disinnescare
[Piero Romitelli, Rory di Benedetto]
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Ilario Luisetto
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