Tutto quello che c’è da sapere sull’evento che riaccende la musica, in onda questa sera su Rai Uno
In tempi di Covid-19 l’Eurovision Song Contest si reinventa, senza gara e senza performance dal vivo, ma con lo stesso identico spirito che da sessantacinque anni contraddistingue e caratterizza l’intera manifestazione. “Europe Shine a Light – Accendiamo la musica” è l’evento che sarà trasmesso questa sera, sabato 16 maggio, su Rai Uno a partire dalle 20,35, in onda anche su Radio2, Rai4 e disponibile in ondemand su RaiPlay. Alla conduzione i confermatissimi Flavio Insinna e Federico Russo.
Una serata speciale, per certi versi inedita, con il solo nobile intento di illuminare attraverso la musica, i luoghi e i monumenti più importanti d’Europa. A rappresentare la nostra bellezza sarà Diodato (qui la nostra ultima intervista), trionfatore di Sanremo 2020 e fresco vincitore del David di Donatello. La sua “Fai rumore” è partita dal palco dell’Ariston per poi fare il giro dei balconi di mezza Italia, accompagnandoci in questa delicata fase della nostra recente storia, accarezzandoci come solo l’arte sa fare. Questo e molto altro ancora sarà l’Europe Shine a Light, un evento celebrativo senza precedenti che darà visibilità ai quarantuno artisti e alle quarantuno canzoni di questo “sciagurato” Eurovision Song Contest 2020, cancellato a seguito del propagarsi della pandemia.
Ciascun artista sarà accompagnato da una clip di presentazione e da un’esibizione registrata, nel caso del nostro rappresentate si tratta di una performance che lascerà un segno profondo nella nostra memoria, poiché la location che ospita la sua “Fai rumore“ è la suggestiva Arena di Verona, tempio della musica internazionale. Altro momento emozionante della serata sarà l’esibizione corale di tutti gli artisti partecipanti sulle note di “Love Shine a Light”, canzone che vinse l’Eurovision nel 1997. Nella messa in onda italiana della trasmissione, troveranno spazio diversi ospiti italiani, artisti che hanno sventolato la bandiera tricolore negli ultimi anni, da Mahmood alla coppia Meta-Moro, passando per Il Volo, Francesco Gabbani, Francesca Michielin e, infine, Al Bano Carrisi che ha preso parte in coppia con Romina Power a ben due edizioni della kermesse, nel 1976 e nel 1985, più una non accreditata come corista della cantante svizzera Jane Bogaert vent’anni fa.
Queste le parole di Amadeus, presentatore e direttore artistico dell’ultimo Festival di Sanremo, intervenuto nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento: «Nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo, sono felice di constatare il successo di Diodato, insieme a Carosello hanno presentato un progetto che non poteva non essere considerato. Quando ad ottobre ho ascoltato il brano per la prima volta l’ho inserito subito tra le canzoni che dovevano assolutamente far parte del cast. Ricordo di aver detto ad Antonio alle prove: “Se canti allargando le braccia, vinci Sanremo”. Così è stato (sorride, ndr). “Fai rumore” è un pezzo che avvolge tutti, rilascia un’emozione pazzesca, personalmente l’ascolto da ottobre e non mi ha mai stancato, sono certo rimarrà nella storia del Festival».
Diodato | Intervista
«Quando ho scritto “Fai rumore” – commenta Diodato – sono partito dal mio stato d’animo interiore, con la vittoria del Festival pensavo di aver raggiunto il picco emotivo, mai mi sarei immaginato di veder diventare questa canzone un vero e proprio urlo di liberazione, sentirla cantare dai balconi e da interi palazzi mi ha sconvolto, mi ha ricordato il motivo per cui faccio musica, dando un senso più profondo a tutto, anche alla canzone stessa, questo è il regalo più grande. Partecipare ad un evento come questo mi rende orgoglioso, per mia indole non riesco a guardare il lato negativo, la vita mi sta dando delle grandi opportunità, credo che questo show sia importantissimo perché abbatte tutte le barriere, cancella i confini e dimostra come l’arte sia motivo di unione, sottolinea questo nostro essere tutti uguali, la musica riesce a farlo più della politica. L’Europa ha avuto difficoltà nel dimostrare una certa unità, penso che questa manifestazione sia utile per esprimere questo concetto, ricordare che siamo un corpo unico. Cantare da solo all’Arena mi rende ulteriormente orgoglioso, sentir risuonare la mia voce all’interno di un luogo magico e millenario come quello è davvero indescrivibile, ho avuto come la sensazione di vivere in un tempo sospeso».
Nico Donvito
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