Tutte le mini-recensioni dei brani degli emergenti italiani in radio questa settimana
Alfonso Oliver – Generazione Smartphone: Un pezzo che strizza l’occhio all’italodance dei primi anni 2000 unendo il classico testo su quanto i social network influenzino la nostra vita. Il piccolo problema è che Alfonso è terribilmente stonato e questo, insieme alla banalità generale, uccide il pezzo. Voto: 4+
Gabriele Deca – Le cose che non capirò mai: Suadente brano underground con numerevoli influenze del pop più classico e radiofonico. Il brano ha nel suo testo la quotidianità e funziona perfettamente. Voto: 7.5
Marcello Romeo – Via Zamboni 33: Melodia anni ’60 per Marcello che decide di seguire le orme del primo cantautorato italiano. Il pezzo non è assolutamente attuale ma se piace il genere è una piccola perla. Voto: 7
Emilio Stella – Maledetto tempo: Stile poetico e parlato per il pezzo di Emilio. Il cantautore realizza un brano che ricorda lo stile del primo Fabrizio Moro ma non con la stessa efficacia scenica. Voto: 6.5
Alfina Scorza – Così sia: Ballad dialettale mediamente energica per questa cantante campana. Convince solo se piace il genere. Voto: 8
Astol – Mi fai innamorare: Young pop fresco e frizzante che parla delle problematiche degli adolescenti. Non sono un appassionato di questo genere che tende praticamente spesso ad essere autoreferenziale ma Astol non è affatto male. Voto: 7+
Darman – Chioma di Berenice: Botta di vita grunge. Vengono ripercorse le sonorità da garage americano anni ’90. Ottimo pezzo. Voto: 8
Federica Vincenti – Sorry: Ballad in inglese che scorre fluida su un ritmo delicato e ben eseguito. Voto: 7+
Francesco Bellucci – Il mondo sta girando: Pezzo molto divertente e ritmato, dove una vocalità un po’ sporca si accompagna ad ottime inventive musicali. Voto: 7.5
Luca D’Aversa – Voleranno via: Ennesimo pezzo dallo stile indie che trattiamo in questa rubrica. Funziona ed è scorrevole, classico del genere. Voto: 8.5
Luca Pacioni – Sei Tu: Luca ricorda l’ultimo Masini con la voce graffiata ed ampi giri di chitarra pop rock. Voto: 8
Rum – Settembre: Pezzo jazz alla Mario Venuti che si dipana tra vocalità del bel canto e note di pianoforte. Solo per appassionati. Voto: 6+
Simone Cocciglia – Cercavo un senso: Ottimo brano che non avrebbe sfigurato al Festival di Sanremo che si basa su un ritornello martellante e su una chitarra decisa. Voto: 7.5
Terramadre – Nadia non si diverte più: Pezzaccio rock duro e crudo che si sviluppa su ritmi decisi di chitarra e con una batteria a tenere il tempo. Assente un vero e proprio ritornello ma i diversi refrain ed i cambi di ritmo non lo fan rimpiangere. Voto: 9
Vincenzo Zocco, Ylenia, Giuseppe Fassari & Betta – Brivido sulla schiena: Pezzo pop che mischia le atmosfere melodiche del cantautorato classico con la lirica. Atmosfera decisamente retrò. Voto: 8+
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