Tutte le mini-recensioni dei brani degli emergenti in radio questa settimana
L’uomo che cammina veloce – Ivan Brunacci: Piccolo pezzo di cantautorato italiano puro e semplice per Ivan. Risuona molto nella testa seppur con una melodia lenta. Voto: 8+
Bianco – Popforzombie: Sottofondo martellante e distorto che accompagna una voce distorta con un tocco di vocoder. Testo con molte rime baciate che amplifica l’effetto earworm. Voto: 9
La canzone di Merda – Il Grido: Di pezzi rock incazzati fatti apposta per screditare il proprio stesso lavoro ne abbiamo avuti anche troppi. Basta. Voto: 4.5
Senza te – Giulia Costa: Pezzo lento jazz impreziosito dalla bella voce di Giulia ma non un pezzo per tutti, essendo una ballad molto raffinata. Voto: 7+
M’appartien – Antonella Donnarumma: Pezzo cantato in napoletano dalle sfumature pop. Classico della canzone dialettale tradizionale, solo se piace il genere. Voto: 7.5
Dopo l’estate – Alex Baris: Marcettina senza troppe pretese che comunica ben poco. Voto: 4
Non finirà – Diego Conti: L’ex XFactoriano propone un brano gridato che però strizza l’occhio al pop. Fresco e funzionale. Voto: 8.5
San Cosimato – Germanò: Pezzo fresco, lento e con sfumature indie, accompagnato da una suadente voce calda. Voto: 7.5
Siamo tutti artisti – Luigi Gar: Canzone pop senza troppe pretese, con una voce normale ed un ritmo che non fa gridare al miracolo. Voto: 6+
Storia di una storia mai nata – Matrioska: Pezzo che ha delle buone idee ma vengono sviluppate male e non riesce mai a convincere. Voto: 6-
Sunshower – Matteo Markus Bok: Il giovane talentino sfodera un pezzo che ricorda drammaticamente il repertorio di Olly Murs con delle atmosfere agli One Direction. Il sottofondo elettronico che va tanto di moda in questi periodi tende solo ad acuire. Non aggiunge niente di nuovo al panorama, peccato. Voto: 6
Le più belle cose – Reina: Effetto nenia assicurato per questo pezzo che su una bella voce femminile inanella una sequenza ripetitiva di frasi e beat. Voto: 5-
Ti regalo un sorriso – Stefano Artiaco: Un pezzo fortemente anni ’60 cantato con uno stile molto baglioniano. Una cover di un pezzo francese di cui non sentivamo il bisogno. Voto: 7+
Il distacco – Verganti: Un pezzo molto largo alla Pooh per questa band. L’effetto però non è lo stesso del famoso gruppo e sembra quasi più un pezzo da balera nonostante le ottime parti strumentali. Voto: 5+
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