A tu per tu con il giovane artista classe ’96, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Bellissima noia“
E’ in rotazione radiofonica da venerdì 31 luglio “Bellissima noia”, il nuovo singolo di Filo Vlas, cantautore dall’animo internazionale, romano di nascita e cittadino del mondo. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao e benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Bellissima noia”, che sapore ha per te questo brano?
«È un sapore frizzante caratterizzato dal contrasto delle strofe nostalgiche e melanconiche che si scontrano con l’energia del ritornello».
Quali pensieri e quali stati d’animo ti hanno accompagnato durante la fase di composizione del pezzo?
«L’idea era quella di esternare un senso di disorientamento, un sentirsi incompreso. La chiave risolutiva si vela nella speranza di un incontro esotico che dal nulla dà un senso a tutto, portandomi altrove attraverso il potere delle emozioni».
C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso dell’intera canzone?
«Il verso: “Ci guardano come pazzi perché non sentono i suoni, ci guardano come matti mentre balliamo coi tuoni”. Secondo me riassume al meglio il senso del brano».
Dal punto di vista musicale, pensi di aver trovato il sound che più ti rappresenta?
«Insieme al mio produttore Iacopo Sinigaglia abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca per il sound. Questo brano è caratterizzato principalmente da strofe con un gusto quasi soul anni ‘60, mentre il ritornello ha un vestito funk/disco. Entrambi sono generi che sento molto miei».
Facciamo un salto indietro nel tempo, c’è stato un momento preciso in cui hai capito che la musica per te era qualcosa più di un passatempo?
«Un’estate di cinque anni fa postai un video su Facebook. Ero a Los Angeles a fare un lavoretto in uno studio che consisteva nel portare caffè, passare l’aspirapolvere e lucidare il pianoforte. Una sera decisi di andare a un Open Mic dove per esibirsi bastava firmare un foglio. Cantai “Back to Black”, una cover di Amy Winehouse, e postai il video su Facebook. Sembreranno pochissimi, ma i 500 likes che mi accolsero al mio risveglio mi fecero per la prima volta realizzare che forse trasmettevo qualcosa alla gente. Mi hanno dato la speranza e la voglia di provarci sul serio».
A livello di ascolti, quali artisti e quali generi hanno accompagnato la tua crescita?
«I grandi classici: Dalla, Battisti… Guardando fuori dalla penisola, gli Stones, Bob Dylan, Bob Marley. Sono un grande fan della World Music, che permette molta sperimentazione ed elasticità sui vari generi musicali».
“Bellissima noia” anticipa l’uscita del tuo album d’esordio, cosa dobbiamo aspettarci a riguardo?
«Un album sicuramente “sui generis” visto che sarà in quattro lingue (italiano, francese, inglese e spagnolo). Una scelta ambiziosa ma motivata pienamente alla volontà di raccontare la realtà europea, che ho vissuto, in particolare, nei miei anni da studente in Inghilterra».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«Dati alla mano, il mio pubblico che va per la maggiore è prevalentemente dai 25 ai 35 anni. Spero e ambisco di riuscire ad arrivare anche alle più giovani generazioni».
@ foto di Fabrizio Cestari
Nico Donvito
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