venerdì 22 Novembre 2024

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MIGLIO: “Scrivo per chi nei miei testi può rispecchiarsi” – INTERVISTA

A tu per tu con la cantautrice bresciana, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Bagno Paradiso

Tempo di nuova musica per Alessia Zappamiglio, meglio conosciuta con lo pseudonimo di MIGLIO, al suo ritorno discografico con il singolo “Bagno Paradiso”, disponibile in rotazione radiofonica e sulle piattaforme streaming a partire dallo scorso 11 settembre. In occasione di questa uscita, l’abbiamo incontrata per approfondire la conoscenza della sua personale visione musicale.

Ciao Alessia, benvenuta. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Bagno Paradiso”, che sapore ha per te questo pezzo?

«Ha il sapore dell’estate in riviera, il sapore di un’estate strana che mai come quest’anno è arrivata tardi e non eravamo abituati. Mi ricorda anche il sapore dei bomboloni alla crema mangiati alle due di notte, il sapore del ragù di mia nonna la domenica mattina e quello del sale dopo un bagno al mare».

Quali pensieri e quali stati d’animo ti hanno accompagnata durante la fase di stesura del pezzo?

«Era Aprile, nel bel mezzo del periodo che tutti conosciamo bene, avevo voglia di andare al mare ma potevo solo immaginarlo. Così da quella voglia di evadere per fare una cosa ordinaria come trascorrere una giornata in spiaggia, ho scritto “Bagno Paradiso”».

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il significato dell’intera canzone?

«“Adesso che sogno spesso il mare, in questi giorni che ci penso al mare, vorrei sopravvivere, vorrei”. Come ti spiegavo prima la canzone è nata in un momento di reclusione, quando era forte la voglia di uscire di casa per fare cose normali».

Dal punto di vista musicale, come siete arrivati a questo tipo di sound vicino agli anni ‘80?

«Attraverso il gusto personale. Volevamo lasciare quella nota malinconica ma allo stesso tempo far si che questo pezzo ci portasse a battere il piede. Musicalmente è un po’ una sorta di “Amore disperato” postmoderno».

Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?

«Prestissimo. Ero molto piccola. Mio padre era un musicista e senza imposizioni né sforzi anche io mi sono innamorata della musica. Inizialmente volevo suonare la batteria, poi un giorno papà tornò a casa con la chitarra e da allora è stato amore a prima vista».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?

«Dal cantautorato italiano all’underground italiano per poi passare a influenze più internazionali, tra cui Jeff Buckley, Nirvana, Oasis.».

A cosa si deve la scelta del tuo nome d’arte?

«È semplicemente la parte finale del mio cognome, non mi andava di andare alla ricerca di particolari nomi d’arte, rispecchia la mia personalità fedele a quello che sono nella vita così come sul palco».

Quali sono i tuoi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova musica di MIGLIO?

«È un periodo bello pieno, non ho un attimo di riposo ma mi piace questa adrenalina che sento nell’aria. Sto scrivendo canzoni nuove, a fine ottobre sono finalista di un premio importante come il premio Bianca d’Aponte, suonerò in giro. Non posso volere di più».

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«Non scrivo per una determinata cerchia di persone, scrivo per chi nei miei testi può rispecchiarsi e spero che la mia musica possa arrivare a più persone possibili».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.