lunedì 25 Novembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

La musica per il sociale: tra guerre e menefreghismo noi chiediamo solo sincerità

Anche negli ultimi casi di cronaca il mondo dello spettacolo ha fatto parlare di sè

C’è sempre stato un filo sottile legato tra spettacolo e sociale, tra artista e “mondo politico”, tra il silenzio e il prendere una posizione. Anche riguardo ad uno dei casi più eclatanti di cronaca dell’ultimo periodo, ovvero la straziante morte del giovane Willy Monteiro, questo confine invisibile si è ridotto ancora di più, facendo tornare in voga una domanda molto banale: cosa vogliamo noi dagli artisti?

Partiamo dall’antitesi, o meglio, dal fatto scatenante per provare a riflettere, Ghali, artista italiano di assoluto successo di origine tunisina, ha scagliato recentemente parole dure nei confronti dei propri colleghi chiedendo in maniera indiretta: “Voi che non avete detto nulla, avete qualcosa di meglio da comunicare in questo momento?”

Per dovere di cronaca dobbiamo dire che numerosi artisti hanno speso parole importanti su questa vicenda, per citarne solo alcuni possiamo ricordare Levante, Lodo Guenzi, Ermal Meta, Tiziano Ferro, Emma Marrone, Fabrizio Moro, Noyz Narcos e Annalisa. Alcuni con un semplice segno di disappunto, altri con vere e proprie riflessioni, condivisibili o meno. Il punto qui non è il voler fare una discussione su un fatto oggettivo e già largamente trattato, quanto chiedersi se ha senso che nel 2020 gli artisti debbano farsi carico di questioni politiche e sociali.

E in questo senso possiamo dire che Ghali ha ragione, perché essere un VIP è uno status da accettare e che porta a delle conseguenze, ma anche una responsabilità. Ci siamo spesso lamentati dei messaggi devianti dei giovani artisti ma non abbiamo capito che un conto è il personaggio e un altro è la persona. Quando parla Ghali lo fa da persona, certo, da persona con un seguito importante e quindi per forza con un eco maggiore. Ben vengano quindi gli artisti capaci di smuovere le coscienze, facendolo però con sincerità.

Ben venga chi parla o ha provato a parlare di “qualcos’altro”, non tanto per saperne l’opinione, quanto per dare peso o mettere in risalto qualcosa. Un fatto rimane un fatto ma se viene nascosto non può sicuramente essere valutato né giudicato. Conoscere per informare e per permettere al grande pubblico di crearsi una propria opinione, come ad esempio è accaduto grazie al film Sulla mia pelle dedicato alla vicenda di Stefano Cucchi.

Noi che siamo fan e figli di un’epoca confusa, in cui tutto è il contrario di tutto e dove ogni parola rischia di diventare un caso diplomatico, chiediamo solo un aiuto. Cantanti, attori, influencer, youtuber o chiunque siate, metteteci la faccia, perché le vostre parole possono arrivare a tanti e in questo preciso momento storico, forse come mai prima, sembra esserci la necessità di una bussola da trovare. Non chiediamo che siate voi a darci questa bussola ovviamente, sarebbe sbagliato, ma chiediamo di non girarvi dall’altra parte, perché questa realtà è nostra tanto quanto la vostra.