A tu per tu con il rapper milanese, in uscita con il suo nuovo album di inediti “Anima Mundi“
Tempo di nuova musica per Andrea Molteni, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Axos, artista che negli ultimi anni ha saputo creare una solida e credibile base su cui poter muoversi su più fronti, in più direzioni. “Anima Mundi“ è il titolo del suo nuovo progetto discografico, disponibile negli store e sulle piattaforme digitali dallo scorso 30 ottobre, contenente quattordici inediti impreziositi dai featuring con Ghemon e Rosa Chemical, oltre all’esperienza internazionale del producer Kina. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao Andrea, benvenuto. Partiamo da “Anima Mundi”, come si è sviluppato l’intero processo creativo?
«Un processo creativo che si è sviluppato negli anni, ho fatto uscire prima due EP fondamentali per il mio percorso. Il messaggio che volevo lanciare è importante e, forse, anche di difficile comprensione, per cui ci è voluto del tempo per trovare il modo per essere più efficace possibile, nell’intento di creare qualcosa che arrivasse al pubblico, perchè facciamo tutti parte dello stesso ciclo vitale, della stessa energia e trovo sia giusto prenderne atto».
Ad impreziosire le quattordici tracce in scaletta, le collaborazioni con Ghemon, Rosa Chemical e con il producer di fama internazionale Kina. Come ti sei trovato a lavorare con loro?
«Con Kina è stato un processo veloce e rapido, abbiamo tirato fuori la canzone in poco tempo, seppur a distanza. Ghemon, invece, è venuto in studio e ha scritto la strofa con me, anche in questo caso si è svolto tutto in maniera piuttosto easy. Con Rosa è stato un colpo di fulmine, siamo stati insieme per una settimana, abbiamo tirato fuori un po’ di pezzi, tra i quali “Hallelujah”. Lui è un personaggio molto interessante, rispecchia un’immagine di libertà, a me piace perchè è consapevole di quello che fa, nonostante sia molto giovane. Secondo me ha un talento incredibile, oltre che un bell’equilibrio tra persona e artista, cosa affatto scontata».
Quali sono gli elementi e le caratteristiche che ti rendono orgoglioso del lavoro svolto?
«Negli anni ho acquisito un sacco di consapevolezza a livello musicale, ho imparato davvero tanto. Sono orgoglioso di averci messo cura, di aver dato a questo disco il massimo che potevo dargli, al punto che non vedo l’ora di richiudermi in studio per poter lavorare a nuova musica».
Per concludere, alla luce di quello che ci siamo detti e di quello che stiamo vivendo, quali riflessioni e quali suggestioni ti piacerebbe riuscire a trasmettere a chi ascolterà “Anima Mundi”?
«Mi piacerebbe arrivasse la positività che ho cercato di ricreare, anche tra le righe, anche nella malinconia. Vorrei arrivasse l’intensità della nostalgia, dell’ombra, dell’oscurità che esprime e, allo stesso tempo, la forza di reagire a tutto questo. Vorrei passasse questo messaggio in maniera ambivalente».
Nico Donvito
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