venerdì 22 Novembre 2024

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Canzone per te: dentro il testo di “Ahia!” dei Pinguini Tattici Nucleari

Entriamo dentro il testo di una canzone per comprenderne il significato

Nuovo appuntamento con Canzone per te, la rubrica che ogni mese ti porta alla scoperta di una canzone diversa, con l’obiettivo di comprenderne il significato e il messaggio che vuole trasmettere. La canzone protagonista di questo mese è Ahia! dei Pinguini Tattici Nucleari. Ahia! (qui la nostra recensione all’intero album) è una vera e propria lettera d’amore, che riprende il finale dell’omonimo libro scritto da Riccardo Zanotti, leader della band.

«Ieri ho pensato che vorrei andare in montagna per dimenticarmi di te. Un po’ di freddo certo male non fa»: sono queste le parole con cui si apre il brano. L’aria pura e fresca e i luoghi tranquilli e isolati della montagna sono la miglior medicina per riordinare le idee e trovare un angolo di pace.

Ma il tormento più grande per l’autore è rappresentato da una ragazza speciale; egli vorrebbe dimenticarla e “scacciarla” dalla mente, ma non è affatto semplice. L’amore e l’affetto nei confronti di questa ragazza si possono cogliere dai dettagli. Anche la più banale melodia che viene insegnata da bambini a scuola per imparare i nomi delle Alpi diventa impossibile da ricordare e canticchiare: «mi è ritornata in mente la cantilena che ti insegnano a scuola per ricordare i nomi delle Alpi. Ma con gran pena e poi boh, non le so».

Ma, forse, è giusto così. D’altro canto, quando l’amore è nell’aria, tutti i problemi e i pensieri passano in secondo piano. Tutta la scena e le attenzioni sono dedicate alla persona amata. Ella diventa protagonista di ogni singolo attimo e di ogni singolo pensiero. E l’amore consiste proprio in questo, ovvero nel far sentire unica e speciale la persona di cui si è innamorati, perché come lei non c’è nessuno: «sapessi i pensieri che ho perso, che ho scacciato via dalla mia testa perché tu ci dormissi comoda dentro e ti sentissi speciale come in un giorno di festa».

Nel ritornello traspare con evidenza la malinconia e lo sconforto dell’autore. Egli ricorda ogni singolo particolare che possa essere ricollegato a questa ragazza. Dal McFlurry consumato rigorosamente alle tre del mattino al suo primo bacio agli autoscontri, senza dimenticare i nomi delle zie, che occupano il posto di quelli delle Alpi: «e ancora so che ti piace il McFlurry, ma solamente alle tre del mattino. E del tuo primo bacio agli autoscontri che hai dato a quel cretino, un bullo del tuo paesino. I nomi delle tue zie navigano dentro i miei mari e affogan tutte le poesie che so fin dalle elementari».

Ahia! è la conferma che il vero amore si nasconde nei dettagli, non nei grandi proclami. Questa ragazza rappresenta tutto per lui. È tutto ciò che gli resta: «e forse un po’ ti farà pena questa mia povera testa che sa ancora tutto di te. Perché, per quanto mi sforzi, sei tutto ciò che mi resta».

Il brano si chiude con una vera e propria dichiarazione d’amore, seppur “velata”. L’autore non si concentra sulla bellezza e sul fascino di questa ragazza. Egli, infatti, pone lo sguardo sulle cicatrici che ha sulle gambe.

Queste cicatrici non sono difetti, ma segni che raccontano una storia straordinaria. La storia di una bambina che, anche quando goffamente cadeva gambe all’aria nelle ore di motoria esclamando “ahia!”, sapeva essere unica e speciale: «le cicatrici che c’hai sulle gambe son magiche, raccontano una storia di una bimba che cadeva sempre nelle ore di motoria e che conosco a memoria. Ed ora che sai camminare dritta e forse non finisci gambe all’aria, ti prego fatti dire, amore mio, che eri davvero bella quando cadevi e dicevi “Ahia!”».