venerdì 22 Novembre 2024

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“Lauro”, tutti gli universi musicali di Achille Lauro – RECENSIONE

Recensione del nuovo album d’inediti di Achille Lauro

Nell’ultimo periodo abbiamo visto l’artista romano nelle vesti più disparate. È partito tutto da Sanremo 2019: Rolls Royce e la sua forza trascinante hanno portato Lauro a far parlare di sé, portandosi appresso un nuova (grossa) fetta di pubblico mainstream. Poi, dopo la pubblicazione dell’album 1969 (di cui qui la nostra recensione), è stata la volta di Me ne frego, canzone che lo ha riportato sul palco dell’Ariston a soli 12 mesi di distanza, con una messa in scena di forte impatto, capace di allargare ulteriormente la sua fan base. Così Achille Lauro continua a cambiare, giocando a fare avanti indietro tra diversi i generi musicali e pubblicando in appena tre anni 4 progetti discografici distinti (5 se si tiene conto della deluxe edition di 1969).

Un po’ rock, un po’ glam, tanto pop e poco rap, l’estroverso artista romano, che è stato anche uno dei superospiti dell’ultimo Festival di Sanremo, è tornato dallo scorso 16 aprile con un nuovo album di inediti che viene presentato come “l’ultimo disco”. Anticipato dai singoli Solo noi e Marilù, Lauro (questo il titolo del disco), rappresenta il sesto progetto ufficiale di Achille Lauro pubblicato per Elektra/Warner Music Italy. 13 tracce senza nemmeno un featuring che diventano 19 contando gli skit della versione deluxe (ispirati alle sue performance sanremesi) in cui l’artista richiama i cinque “quadri” musicali presentati a Sanremo ispirati a cinque generi musicali diversi: gLam rock, rock And roll, popUlar music, punk Rock e classic Orchestra.

Lauro, prima di questo disco, si è approcciato al suo pubblico in maniera sempre diversa, mostrando sempre nuove parti di sé. Si è passati dal rock di 1969 alla dance anni ’90 con 1990, fino allo swing natalizio dell’ultimo progetto 1920. Oggi una nuova parte di percorso in cui l’artista traccia una netta linea di distanza da quello che è stato in passato. Prima o poi, dunque, è necessario scegliere chi essere e anche Lauro con questo nuovo progetto sembra averlo capito, proponendo un lavoro che abbandona totalmente la sua parte rap e punta tutto sulle contaminazioni. Lauro (il disco) ci dice quindi davvero chi è oggi Achille Lauro? Scopriamolo traccia per traccia.

Achille Lauro - Lauro

Prequel

Semplicemente l’introduzione all’album. Trenta secondi in cui l’artista prova a proiettare l’ascoltatore all’interno del suo mondo, collegandosi alla prima traccia del disco.

Solo noi

Primo singolo dell’album presentato live a Sanremo. Un pezzo che musicalmente e testualmente ricorda il Vasco Rossi rock della sua seconda vita artistica. Lauro si mette dalla parte degli umili e confeziona un brano che si vuole porre come inno generazionale. Quella “generazione di sconvolti che non ha più santi né eroi” che per lui diventa “senza un’anima e senza umanità”. L’artista si fa portavoce di una categoria di persone che chiede semplicemente di essere salvata. Dalla musica o dall’amore, poco importa, basta essere ascoltati.

Latte+

Il pezzo più scanzonato dell’album. Un testo che di fatto non dice nulla legato a una musica che spruzza atmosfere anni ’80 da ogni nota. Con questo brano Achille Lauro compie un viaggio nel tempo proponendo al pubblico quella che sembra una rivisitazione di una hit anni ’80 con tanto di coretti e chitarrine. Un po’ Vasco del periodo Bollicine, un po’ Dua Lipa dei giorni nostri.

Marilù

Secondo singolo dell’album presentato con un video che cita Kurt Cobain nello storico MTV Unplugged pubblicato nel 1994. Marilù, come spiegato dallo stesso Lauro, rappresenta il suo manifesto femminista, raccontando la storia di una giovane donna in terza persona, soffermandosi in particolare sul rapporto con le figure genitoriali. “Ma sei così. Sì, così libera. Un sogno, l’America”.

Lauro

Bella l’idea di citare nel testo tanti dei suoi precedenti successi, costruendo una linea narrativa che parte da lontano e pone l’artista dentro a un continuo dualismo con il Lauro del passato. All’interno del pezzo vengono citate numerose figure storiche della vita e dell’immaginario dello stesso artista, come quel Sandro citato innumerevoli volte nel suo passato e qui volutamente allontanato dalla vita di oggi. “A casa di Sandro non ci vado più” è la frase simbolo della traccia e forse dell’interno progetto: Achille Lauro non è più un ragazzo della strada, oggi è diventato imprenditore di sé stesso e cosa più importante sente di avercela fatta. Non dimentica il passato e non lo rinnega, ma rimanendo comunque legato ad esso, ci tiene a gridare con orgoglio il suo nuovo status. Brano che potrebbe avere anche buone chances di diventare un tormentone estivo sulla scia di successi come 1969 e Bam bam twist.

Come me

Primo pezzo d’amore dell’album. Il cantante torna nel mood di pezzi di grande successo come La bella e la bestia, C’est la vie e 16 marzo. Forse meno d’impatto al primo ascolto rispetto agli esempi precedenti, il brano narra di una storia d’amore complessa in cui nel ritornello l’artista si chiede semplicemente “cosa vuol dire il tuo amore? Che cosa vuol dire? Che cos’è alla fine è l’amore?”. Il tutto apparecchiato su un tappeto sonoro dal gusto pop-rock che ha il merito di rallentare il ritmo dopo i primi pezzi.

Femmina

Anche qui ci si rivolge direttamente a qualcuno con un inizio che sembra l’incipit di una lettera: “ciao, tutto a posto? Come stai? Non ci sentiamo da un po’….” Arrangiamento che riporta l’artista nel mondo esplorato con il progetto 1969. “Femmina, sei proprio una femmina, sì. Sai che c’è? Sono femmina io e voglio farmi aspettare, farmi desiderare come sai fare tu, per ore e ore e ore”, ritornello dal forte impatto che si inserisce alla perfezione all’interno del mondo narrativo di Achille post Sanremo, fatto di immagini e continui rimandi al mondo femminile.

A un passo da Dio

Si torna di nuova su atmosfere sospese, in cui l’artista torna a mischiare le diverse sfumature. A un passo di Dio è un brano che ha la sua forza nel suo potente inciso, in cui i colori della voce del suo interprete ben si incastrano con l’arrangiamento, sofisticato ma non ben per questo inutilmente “denso” di strumenti. Martellante al punto giusto, anche se forse manca un po’ un crescendo finale che avrebbe aumentato il pathos.

Generazione X

Si riprende il tema “generazionale” già trattato nel singolo Solo noi. Achille torna a farsi portavoce di una nuova generazione che è stanca di sentirsi messa da parte. “Stiamo bene così” alla fine rappresenta un diktat generazionale di chi vuole costruire senza sentirsi sul collo il fiato delle generazioni precedenti. Dal punto di vista del sound si rimane nel mood chitarra – basso – batteria. Bello il riff iniziale che viene poi ripreso nelle strofe.

Barrilete cosmico

Cassa, rullante e chitarra che suona. Lauro qui mostra la sua parte più “dura”, proponendo un testo semplice ma adatto all’arrangiamento. Il cantante torna a raccontare una storia, disegnando un quadretto del suo “decadentismo musicale”. I calciofili riconosceranno nel titolo la citazione allo storico commento di Hugo Morales ai mondiali di Messico ’86 per descrivere il genio di Diego Armando Maradona durante la storica sfida dell’Argentina contro l’Inghilterra.

Pavone

Chitarre dure e ritmi serrati anche qui. Il disco non si ferma spesso fin qui e questo pezzo rappresenta probabilmente il suo punto più “hard”. Sia dal punto musicale che da quello testuale, Achille Lauro torna a travestirsi da rockstar e lo fa con un pezzo del quale si ricorda certamente più l’arrangiamento che il testo, fin troppo leggero.

Stupide canzoni d’amore

Cambia totalmente il mood: canzone d’amore che viene introdotta dal suono di una chitarra acustica leggermente distorta. Lauro torna a parlare d’amore come piace a lui, portando alle orecchie degli ascoltatori una storia che sembra sul punto di finire, tra liti e frasi da “ultima volta”. Per il finale il cantante romano torna nella sua comfort zone e lo fa con un brano che è utile per mostrare la sua parte più romantica. “Questa storia è una rosa per me, è una pistola per te”.

Sabato sera

Il brano che chiude il disco. Malinconico e pungente, Achille torna romantico e cavalca nuovamente la wave pop-rock con un testo che rappresenta la chiusura di un cerchio. Traccia che sembra la continuazione naturale di 16 marzo e che descrive il dolore di una storia senza più via d’uscita, tra sentimento e voglia di andarsene.

Migliori tracce | Solo noi, Lauro

Voto complessivo | 6.8/10

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Lauro | Tracklist e stelline

  1. Prequel ★★★★★★½☆☆☆☆
    []
  2. Solo noi ★★★★★★★★☆☆
    [Achille Lauro – Achille Lauro, Gregorio Calculli, Daniele Dezi, Daniele Mungai]
  3. Latte+ ★★★★★★☆☆
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  4. Marilù ★★★★★★½☆☆
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  5. Lauro ★★★★★★★★☆☆ 
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  6. Come me ★★★★★★★★½☆☆
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  7. Femmina ★★★★★★★☆☆☆
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  8. A un passo da Dio ★★★★★★★☆☆☆
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  9. Generazione X ★★★★★★★☆☆ 
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  10. Barrilete cosmico ★★★★★★½☆☆☆
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  11. Pavone ★★★★★★☆☆☆☆
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  12. Stupide canzoni d’amore ★★★★★★★☆☆☆
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  13. Sabato sera ★★★★★★★☆☆☆
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