domenica 24 Novembre 2024

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Mannarino gira il mondo con i suoni tribali per “Cantaré” – RECENSIONE

Recensione del singolo che apre il nuovo percorso discografico del cantautore romano

“In principio era la voce”. Vuole partire dall’inizio Mannarino per il suo ritorno musicale sulle note di Cantaré. Lo fa intendere da subito esplicitando, fin dal primo verso, la volontà di andare ad indagare l’origine e l’idea della voce. Una nuova strada artistica si apre, dunque, così per il cantautore romano, tornato sulle scene discografiche con questo singolo dopo il lancio promozionale del brano Africa‘ prima di dare alle stampe l’album V. Un disco, il prossimo, che arriva a distanza di quattro anni dal successo di ‘Apriti cielo’ e che, da subito, si preannuncia volenteroso di una nuova ricerca identitaria e musicale.

La genesi del suono fa, dunque, da sfondo a questa nuova narrativa di Mannarino che, poi, si dedica alla lode del “cantaré” descrivendolo come atto che calma il dolore. Ed ecco che, allora, il cantare diventa strumento di liberazione, di purezza e di vitalità. Il cantare assume, passo passo, una forza dirompente e incarna una capacità quasi rivoluzionaria capace di fare in modo che “colpo su colpo vedrete questo muro cadere”.

La ricerca di un’esaltazione del cantare, e quindi implicitamente della voce intesa come strumento di espressione personale, s’incarica anche di ricercare il proprio momento di genesi non solo testualmente ma anche musicalmente. La produzione, affidata allo stesso Mannarino in collaborazione con Joey Waronker e Iacopo Brail Sinigaglia, cerca di ricreare quelle sensazioni tribali e terrene tipiche di un suono quasi etnico e naturale. Un suono che quasi appartiene a quelle voci senza voce di cui il brano parla. Un suono che Mannarino lascia fluire facendosi strumento di una concretezza, di una naturalità e di un’aderenza al reale ampia, convincente ed aderente al più ampio specchio possibile di possibilità.

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Cantaré | Audio

Cantaré | Testo

In principio era la voce
si fa per dire
la voce del padrone
per obbedire
la voce nella mia testa
per impazzire
la voce del tuo silenzio
il suono più grande
la voce delle mie vene
un altro taglio
la voce delle bandiere
la suona il vento
la voce delle sirene
la voglio sentire
la voce degli innamorati
se ne va per venire

Cuando una voz no se para
se le pica la oreja al patrón
però mi voz sigue alegra
porque yo tengo mi amor

Cantaré porque quita el dolor
cantaré hasta que alcanze la voz

Cantarono nelle strade
per non morire
cantarono nelle gabbie
per non impazzire
cantarono addosso al muro
davanti a un fucile
colpo su colpo vedrete questo muro cadere

Cantaré
come canta un cieco
cantaré
come un tuono nel cielo
como lloró
perché vale oro
questa vita che grida da sola mentre canta in un coro

Core mio canta pe’ me
tu c’hai labbra de miele
core mio dimmelo te
che la musica cambia
se te voi bene

Cuando una voz no se para
se le pica la oreja al patrón
però mi voz sigue alegra
porque yo tengo mi amor

Cantaré porque quita el dolor
cantaré para no matarla señor

Cantarono nelle strade
per non morire
cantarono nelle gabbie
per non impazzire
cantarono addosso al muro
davanti a un fucile
colpo su colpo vedrete questo muro cadere

Cantaré
come canta un cieco
cantaré
come un tuono nel cielo
como lloró
perché vale oro
questa vita che grida da sola mentre canta in un coro

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.