A tu per tu con la giovane cantautrice sarda, in uscita con il suo EP d’esordio intitolato “Giostra“
E’ disponibile dallo scorso 27 agosto “Giostra“, il progetto che segna il debutto musicale di Manuela Manca, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Manuella. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao Manuela, benvenuta. “Giostra” è il titolo del tuo EP d’esordio, cosa hai voluto raccogliere in questo tuo biglietto da visita discografico?
«Ho raccolto le ‘tappe’ più significative di un percorso di introspezione che ho fatto su di me e che è servito per sciogliere paure e blocchi emotivi non più necessari!».
Quanto hai dovuto scavare, in profondità e a mani nude, per tirare fuori le sei tracce presenti in scaletta?
«Parecchio, sono dovuta tornare più volte alla mia infanzia e alla mia adolescenza, che ho sempre pensato fossero state brillanti. Invece scavando in profondità ho scoperto che mi avevano lasciato cicatrici ‘sottopelle’ di cui prima non ero consapevole, ma ora sì. In più, ho dovuto fare i conti con la voce della mia anima, che ho spesso messo a tacere, e non è stato facilissimo».
A livello musicale, che tipo di sonorità hai voluto abbracciare?
«Quelle che più mi appartengono: mediterranee, pop, soul, afro, elettroniche e non solo. Il sound doveva rappresentare la mia condizione da isolana, che mi porta ad avere un piede nell’isola e l’altro nel mondo…per questo ha anche dei tratti gipsy».
Dal punto di vista narrativo, filo conduttore è l’amore incondizionato nei confronti della tua terra. Avendo girato parecchio, cos’ha la Sardegna che nessun altro posto al mondo possiede?
«Il calore di una madre. Sono cresciuta con i suoi venti, profumi, riti, acque, tradizioni, canzoni, le sue rocce il suo sole e la sua luna».
Facciamo un breve salto indietro nel tempo, come e quando hai scoperto la tua passione per la musica?
«Non riesco a risalire a un momento esatto, con la musica e il canto ho un legame vitale da sempre. Sono cresciuta con mio nonno paterno che mi cantava le poesie galluresi e mio fratello batterista appassionatissimo di musica. Mia madre mi ha raccontato che le maestre dell’asilo le dicevano di avere una figlia cantante, ma io non ne ho il minimo ricordo ovviamente!».
Quali ascolti hanno influenzato e accompagnato la tua crescita?
«Ho sempre spaziato tanto, sin da bambina mi ritrovavo ad ascoltare pop, soul, elettronica, cantautorale, jazz, R&B, musica tradizionale e non solo».
A che punto del tuo percorso senti di essere arrivata?
«Sento di essere solo all’inizio del percorso che ho sempre sognato e che mai lascerò!».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«Oggi si rivolge alle persone che stanno cercando di fare ordine dentro sè stesse, in futuro non ti saprei dire sai? Dipende dal mio stato d’animo (sorride, ndr)».
Nico Donvito
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