venerdì 22 Novembre 2024

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Flaza: “Attraverso la scrittura mi sono liberata delle sensazioni negative” – INTERVISTA

A tu per tu con l’artista classe 2001, al suo debutto discografico con il primo album intitolato “13

Si intitola semplicemente “13” il progetto musicale che segna l’esordio di Flavia Zardetto, in arte Flaza, cantautrice che abbiamo avuto modo di conoscere nel corso della fase pomeridiana dell’ultima edizione di Amici“. L’album, disponibile a partire dallo scorso 11 marzo per Honiro, è stato prodotto da Matteo Alieno e abbraccia stati d’animo, riflessioni e stili diversi, dall’urban pop alla trap, passando per la dance.

Ciao Flavia, benvenuta. Partiamo da “13”, come si è svolto il processo creativo di questo tuo disco d’esordio?

«La scelta del titolo, così come del numero delle tracce, non è casuale. “13” è il mio portafortuna, un numero per me ricorrente, che ha influito in tutto il processo creativo. Tutto è cominciato più di un anno fa, quando ho incontrato per la prima volta il mio produttore Matteo Alieno. Tra noi c’è stata da subito una complicità pazzesca, nel giro di poco tempo ci siamo ritrovati ad avere in mano tante tracce, al punto che non sapevamo alla fine quali scegliere per l’album. E’ stato il periodo più bello della mia vita, perchè mi ha permesso di tirare fuori pensieri e sensazioni che tenevo dentro di me da anni».

Quali sono gli stati d’animo predominanti durante la fase di scrittura dei pezzi?

«Il disco parla d’amore, di conseguenza gli stati d’animo sono vari, perché quando si va ad attraversare ricordi che sono parte del passato è come se rivivessi determinate situazioni. Attraverso la scrittura sento di essermi liberata di tutte le sensazioni negative. In questo momento della mia vita ho assorbito tutto quello che l’amore può darti di positivo, come non sono mai riuscita a fare in passato. Anche nei nei testi più tristi che ho scritto, alla fine mi sentivo felice perché stavo tirando fuori un peso. E’ stato davvero terapeutico».

flaza - 13

Cosa ti ha lasciato, nel bene e nel male, l’esperienza di Amici?

«E’ stata una bella esperienza, totalizzante e soprattutto personale, perché ho avuto modo di riscoprire tante cose di me all’interno della scuola. Nel male non ti direi niente, anzi. Tendo sempre a considerare ogni esperienza come un’occasione, quindi sono semplicemente contenta di avere avuto la possibilità di partecipare ad “Amici”, un’opportunità che che hanno in pochi».

Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgogliosa di un disco come “13”?

«Sono molto soddisfatta di questo lavoro, orgogliosa di essere stata molto testarda e puntigliosa, di non accontentarmi mai di niente e di ricercare una sorta di perfezione. Forse dovrei godermi un po’ di più quelli che sono i traguardi, invece tendo ad essere molto lucida e a rimanere sempre con i piedi per terra».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.