La Kalush Orchestra si aggiudica la 66esima edizione della rassegna canora europea, confermando a pieno titolo i pronostici della vigilia
Il cielo è giallo e blu sopra Torino. La vittoria dell’Eurovision Song Contest 2022 va per la terza volta nella storia all’Ucraina, come già accaduto nel 2004 e nel 2016. La Kalush Orchestra conferma le aspettative dei bookmakers, aggiudicandosi il prestigioso microfono di cristallo. Un titolo che arriva nell’ottantesimo giorno di una guerra ingiustificata e ingiustificabile, ma non consideriamola una vittoria politica, piuttosto sociale, oltre che una contestualizzazione di un determinato periodo storico.
Era capitato anche a noi nel 1990 con Toto Cutugno e quella “Insieme: 1992” che arrivava all’indomani della caduta del Muro di Berlino e alla vigilia della nascita di una nuova Europa. Ci sono canzoni che entrano di diritto nell’immaginario collettivo e ci sono vittorie che assumono un valore comunitario che resterà intatto nel tempo. Pensiamo ad esempio a “Fai rumore” di Diodato a Sanremo 2020 e a tutto quello che ha rappresentato preterintenzionale di lì a poco.
“Stefania” è un brano che non parla direttamente del conflitto e della crisi russo-ucraina, bensì del ruolo delle madri, dipinte come figure forti e amorevoli. Un pezzo cantato in trincea, nei bunker, sul fronte e che è diventato in breve tempo un inno della resistenza, ma che nasce come una semplice ode alla mamma. Il potere della musica è anche questo, scombinare le carte ed alleviare le pene di un popolo che si ritrova coinvolto in un’inaccettabile prevaricazione delle proprie libertà fondamentali.
Una guerra anche e soprattutto mediatica, combattuta strategicamente anche attraverso i social e i tradizionali canali di comunicazione, che ritrova in questa vittoria eurovisiva quasi la chiusura di un cerchio se consideriamo l’estromissione della Russia da parte dell’EBU alla kermesse canora avvenuta lo scorso 25 febbraio, vale a dire il giorno dopo l’invasione militare da parte delle truppe di Putin. Di fatto possiamo considerarla la prima “sanzione” europea adottata contro il Cremlino.
Cose che accadono in un conflitto che ha preso sin dal principio una connotazione massmediale. Di certo la vittoria della Kalush Orchestra assume una valenza inedita nella storia di qualsiasi altra manifestazione, poiché il collettivo dovrà rientrare subito in Patria, considerato il permesso speciale concesso dal Governo di Kiev. Altro che tour o celebrazioni, queste sono le conseguenze della coscrizione obbligatoria in tempo di guerra.
Una vittoria che per l’Ucraina sarebbe potuta arrivare benissimo anche lo scorso anno con i Go_A, a prescindere dal conflitto in atto, come a testimoniare il buon livello di proposte selezionate nel corso degli ultimi anni. In primis hanno trionfato la musica e lo spettacolo, perchè “Stefania” racchiude al suo interno un mix tra modernità e tradizione, si parte con strofe rappate per poi arrivare all’inciso folk-melodico in grado di trasmettere una spiccata magia popolare.
Dal punto di vista della performance, invece, si passa dall’utilizzo della telenka (strumento a fiato simile a un lungo flauto tipico della loro zona) alla breakdance sul finale. Convince il Regno Unito con il tiktoker Sam Ryder, così come la svedese Cornelia Jakobs, un vero e proprio animale da palcoscenico. In fondo l’Italia e la Svezia sono i Paesi che negli ultimi dieci anni hanno proposto in concorso le canzoni più belle, sfiorando spesso la vittoria e alzando notevolmente il livello musicale.
Piazzamento che delude le aspettative della vigilia per Mahmood e Blanco, scivolati al sesto posto, ma dati tra i favoriti e poi smentiti dal troppo poco entusiasmo mostrato negli appuntamenti istituzionali. Un atteggiamento in netto contrasto con la cavalcata dei Maneskin realizzata lo scorso anno. Damiano e compagni hanno saputo sfruttare una vetrina appetibile come quella dell’Eurovision Song Contest per arrivare a scalare le classifiche internazionali e imporsi sul tetto del mondo.
Ottima figura anche per la Serbia con Konstrakta e la sua “In Corpore Sano”. E’ bastato un catino, un paio di asciugamani e un bel ritmo per portare al centro dell’Europa un tema come quello della salute mentale. Infine, si piazzano bene anche la Spagna con Chanel, che ottiene la medaglia di bronzo e uno dei migliori piazzamenti degli ultimi anni, la Moldavia con Zdob şi Zdub & Advahov Brothers, il Portogallo con MARO e la Grecia con Amanda Georgiadi Tenfjord.
Dopo lo scorso anno, con la Kalush Orchestra vince ancora una volta un gruppo musicale, cosa che in sessantasei anni di storia è accaduta soltanto per un totale di dieci volte: nel 1974 con gli Abba, nel 1975 con i Teach-In, nel 1976 con i Brotherhood of Man, nel 1978 con Izhar Cohen & Alphabeta, nel 1979 con Gali Atari e i Milx & Honey, nel 1981 con i Bucks Fizz, nel 1984 con gli Herreys, nel 1989 con i Riva, nel 1997 con i Katrina and the Waves, nel 2006 i Lordi e nel 2021 con i Maneskin.
Eurovision 2022 | La classifica finale
- 🇺🇦 Ucraina: Kalush Orchestra – Stefania
- 🇬🇧 Regno Unito: Sam Ryder – Space man
- 🇪🇸 Spagna: Chanel – SloMo
- 🇸🇪 Svezia: Cornelia Jakobs – Hold Me Closer
- 🇷🇸 Serbia: Konstrakta – In Corpore Sano
- 🇮🇹 Italia: Mahmood & Blanco – Brividi
- 🇲🇩 Moldavia: Zdob şi Zdub & Advahov Brothers – Trenulețul
- 🇬🇷 Grecia: Amanda Georgiadi Tenfjord – Die Together
- 🇵🇹 Portogallo: MARO – Saudade, Saudade
- 🇳🇴 Norvegia: Subwoolfer – Give That Wolf A Banana
- 🇳🇱 Paesi Bassi: S10 – De Diepte
- 🇵🇱 Polonia: Ochman – River
- 🇪🇪 Estonia: Stefan – Hope
- 🇱🇹 Lituania: Monika Liu – Sentimentai
- 🇦🇺 Australia: Sheldon Riley – Not The Same
- 🇦🇿 Azerbaijan: Nadir Rustamli – Fade To Black
- 🇨🇭 Svizzera: Marius Bear – Boys Do Cry
- 🇷🇴 Romania: WRS – Llámame
- 🇧🇪 Belgio: Jérémie Makiese – Miss You
- 🇦🇲 Armenia: Rosa Linn – Snap
- 🇫🇮 Finlandia: The Rasmus – Jezebel
- 🇨🇿 Repubblica Ceca: We Are Domi – Lights off
- 🇮🇸 Islanda: Systur – Með Hækkandi Sól
- 🇫🇷 Francia: Alvan & Ahez – Fulenn
- 🇩🇪 Germania: Malik Harris – Rockstars
Nico Donvito
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