giovedì 21 Novembre 2024

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Albe: “Amici mi ha insegnato a tirare fuori me stesso” – INTERVISTA

A tu per tu con il giovane cantautore bresciano, in uscita con il suo omonimo EP d’esordio, disponibile dal 17 giugno

Tempo di nuova musica per Alberto La Malfa, alias Albe, artista classe ’99 che abbiamo avuto modo di conoscere nel corso dell’ultima edizione di “Amici” di Maria De Filippi. “Albe” è anche il titolo del suo primo progetto discografico, fuori per Warner Music Italy da venerdì 17 giugno. A comporre la tracklist sono i singoli Millevoci (certificato oro) e l’estiva Karma, oltre agli inediti “Giravolte”, “Prima di te”, “Settimocielo” e “cOsì beLLo”.

Ciao Albe, benvenuto. Partiamo dal tuo omonimo EP d’esordio, quali sono gli elementi e le caratteristiche che ti rendono orgoglioso di questo progetto?

«Il fatto di aver capito chi sono e cosa voglio fare. Un annetto fa, prima di entrare ad “Amici”, non sapevo bene che direzione prendere, mi sentivo sciapo. Nella scuola ho capito come pormi e che essere me stesso premia. So che non devo provare ad essere simile a nessun altro, devo semplicemente mostrarmi per quello che sono e basta. La sincerità ripaga sempre».

L’ho trovato un lavoro molto coerente nei suoni e nei contenuti, che tipo di ricerca c’è stata insieme ai vari producer per quanto riguarda la scelta del suono? 

«Ogni pezzo è diverso, ma si lega all’idea del disco. Ci sono brani più intimi, ballad dai suoni potenti che ricordano un po’ il pop mainstream americano, ma anche canzoni più giocose, dal sapore estivo. In “Karma”, che ho prodotto insieme a Tom Beaver, ho voluto inserire il mio passato EDM e il mio lato da deejay, con questa cassa dritta che mi legano alll’elettronica. Non so in futuro cosa farò, però mi piace l’idea di unire questo mondo al pop internazionale e al cantautorato italiano».

Albe

E’ trascorsa qualche settimana dalla finalissima di “Amici”, qual è il tuo personale bilancio di questa esperienza?

«A parte il forziere di nozioni che questa esperienza mi ha dato, la cosa più bella è quello che ti raccontavo all’inizio: avermi fatto capire e accettare chi sono. Di conseguenza, anche la direzione artistica da prendere. All’inizio del mio percorso nella scuola ho avuto un periodo buio, perché non sapevo chi ero e seguivo l’influenza di altri. La svolta è avvenuta al serale, quando ho capito quale sarebbe dovuta essere la strada da seguire».

Per concludere, quali skills pensi di aver acquisito nel tuo percorso nella scuola? 

«In primis nella scrittura, ho imparato a scrivere di getto su qualsiasi argomento, come ho fatto ad esempio per la cover delle lasagne (sorride, ndr). Ho affinato la mia penna, in più ho capito come utilizzare al meglio la mia voce, come riscaldarla e come non rovinarla. “Amici” mi ha dato una direzione e mi ha insegnato a tirare fuori me stesso».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.