giovedì 21 Novembre 2024

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Alessandra Amoroso e quella ricerca della felicità nella “Camera 209” – RECENSIONE

Il nuovo singolo estivo della cantante va alla ricerca di ricette alternative mantenendo il focus sulla positività

Alessandra Amoroso ha definitivamente scelto di darsi alla voglia di comunicare positività in musica. Lo dimostra una volta di più con “Camera 209“, il suo coraggioso nuovo singolo estivo in attesa dell’impresa a San Siro (qui). Coraggioso perché la cantante salentina sceglie, innanzitutto, di affrontare il difficile ed affollato periodo estivo in solitudine. E poi perché per farlo non ricorre alla facile ricetta del reggae latino ma si appoggia all’avanguardistica rivisitazione di un classico dance dei primi anni 2000.

Da sola e pop contro duetti e rapper |

Dicevamo della scelta di proporsi sola. Alessandra Amoroso è stata, nelle passate estati, grande protagonista dei cosiddetti tormentoni estivi. Lo è stata soprattutto grazie all’accoppiata con i Boomdabash con i quali ha messo in fila successi di non secondario ordine. Se la “A tre passi da te” dell’estate 2015 poco poteva far presagire, le hit di Mambo salentino” Karaoke” hanno fatto piazza pulita consolidando un marchio altamente funzionale. Le appena 50.000 copie certificate con un disco di platino della prima occasione si trasformarono rapidamente in 150.000 e triplo disco di platino nell’estate 2019 diventando addirittura 420.000 e 6 dischi di platino nel 2020.

Al rodato e sicuro meccanismo Alessandra ha “rinunciato” già la scorsa estate quando si propose in solitaria con “Sorriso grande” (di cui qui la nostra recensione) per anticipare la pubblicazione del suo nuovo album d’inediti, “Tutto accade” (qui l’analisi). “Camera 209”, in questo senso, conferma la scelta di una Alessandra Amoroso che non ha paura di dover camminare da sola anche in un territorio musicalmente impervio. Le estati italiane oramai sono territorio di tutti. Proprio nessuno si lascia scappare l’opportunità di offrire una propria versione della stagione soleggiata puntando a sfondare il mercato con un brano che possa risuonare per mesi e mesi in radio e nelle playlist digitali. Una sfida che diventa particolarmente dura per chiunque, dunque, vista l’altissima concorrenza. Ancor più dura per un’interprete femminile e pop che, come la Amoroso, non è mai tra le più amate da certe logiche.

Dance floor al posto del reggaeton |

“Camera 209” e ad Alessandra Amoroso va riconosciuto anche un altro merito. Quello, cioè, di aver avuto il coraggio di osare un netto cambio di ambientazione sonora rispetto a quella che ancora va per la maggiore tra le proposte estive nostrane. Niente più tinte reggaeton o richiami etnici bensì un palese DNA dance che prende spunto da quella “Point of view” dei DB Boulevard rielaborandone le declinazioni. La hit del 2003 viene qui destrutturata e ricomposta da Davide Petrella Zef che ne mantengono comunque il potenziale musicalmente contagioso.

Alessandra su questo potenziale non fa altro che appoggiare sè stessa. Il testo viene contagiato dalla ricerca di quella “maledetta felicità” che ormai caratterizza il focus dell’ultima produzione dell’interprete salentina. La produzione, per la prima volta affidata ad un sempre più presente Zef, non fa che riflettere questa positività coniugandola perfettamente con il clima estivo. Ne esce un tormentone che riscrive in parte le regole della tipica canzone estiva. Una valida prova che, perlomeno, fornisce un’alternativa. Un’alternativa che, a quanto pare, diventerà preponderante nell’immediato futuro del pop italiano. Un pop che, vistosamente, si sta avvicinando all’ambiente dance per mettere da parte influenze indie e reggae fin qui troppo abusate.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.