A tu per tu con il cantautore pugliese, in uscita con il suo primo album solista “Amore doni, amore vuoi“
Ciao Lorenzo, benvenuto. Partiamo dal tuo primo album solista “Amore doni, amore vuoi”, cosa hai voluto includere in questo tuo biglietto da visita musicale?
«Sicuramente tutte le mie influenze musicali, i miei ascolti nord Europei con quelli della musica d’autore italiana. Una base classica contagiata da sonorità moderne».
C’è un qualche filo conduttore tematico tra le nove tracce in scaletta?
«Lo scorrere del tempo, il mantenere salde le proprie convinzioni in un mondo fatto di certezze relative».
A livello musicale, che tipo di sound hai voluto abbracciare?
«Quello anglosassone, il mio scopo era però mischiarlo al vecchio cantautorato italiano, unire il vecchio al nuovo, il classico al moderno. Spero di esserci riuscito (sorride, ndr)».
Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?
«È successo a dodici anni su una vecchia chitarra accantonata da mio padre, dopo essere riuscito a fare i primi due accordi non l’ho più lasciata».
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato la tua crescita?
«Inizialmente Nirvana e Radiohead, successivamente band come i tame impala, i big thief e gli arcade fire, in parallelo tutta la musica italiana».
Con quale spirito ti affacci al mercato e come valuti il livello generale delle attuali proposte?
«Come sempre c’è tanta roba bellissima e tanta bruttissima. È così, è sempre stato così e lo sarà per sempre. Mi affaccio con naturalezza, facendo musica che convinca me per primo e poi chi ascolta».
Quali skills pensi di aver acquisito in questi anni di attività e su quali punti vorresti ancora perfezionarti?
«Sicuramente una consapevolezza maggiore di quello che riesce e non riesco a fare, ovviamente vorrei perfezionarmi ancora di più nella scrittura, il resto mi è sempre interessato meno».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«Credo che, ora come ora, si rivolga ad un pubblico che va dai 20 ai 40 con una discreta cultura musicale in canzoni tristi (sorride, ndr), spero in futuro di espandere il più possibile il mio pubblico».
Nico Donvito
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