venerdì 4 Ottobre 2024

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Giordana Angi: “Quando scrivo ci metto tutta la verità che possiedo” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane artista classificatasi seconda nel corso della diciottesima edizione di “Amici”

Tra gli artisti della nuova generazione che meritano particolare attenzione splende il nome di Giordana Angi, cantautrice che ha saputo sbalordire gli spettatori dell’ultima edizione di “Amici” di Maria De Filippi grazie al proprio carisma sul palco, all’innata attitudine compositiva e all’inconfondibile magnetismo interpretativo. Casa è il titolo del suo primo progetto discografico ufficiale, che arriva a sette anni di distanza dalla sua partecipazione tra le Nuove Proposte di Sanremo 2012, in gara con il brano “Incognita poesia”. Di tempo ne è passato ed è servito per trovare la propria strada, un’identità molto più a fuoco, oltre che una nuova consapevolezza sia umana che artistica.

Ciao Giordana, benvenuta su RecensiamoMusica, Come stai vivendo questo momento straordinario?

«Mi sento estremamente fortunata e grata di poter fare ciò che sto facendo, stiamo girando l’Italia con l’instore tour, incontro persone ogni giorno, quella gente che mi ha seguito e mi ha permesso di fare questo percorso ad “Amici” e di raggiungere questi piccoli grandi risultati che sto ottenendo. La cosa che mi gratifica di più è quando mi dicono di essersi riconosciuti e ritrovati nella mia storia, questa cosa non ha prezzo, và oltre ogni concetto di vendita. E’ davvero un bel momento».

Casa” è il titolo del tuo album d’esordio, che sapore ha per te questo progetto?

«Sicuramente un sapore piacevole, è un disco che ho voluto e sudato tanto, perché non era detto che sarei riuscita a realizzarlo, non era scritto da nessuna parte. Ricordo perfettamente l’emozione di quando Maria in puntata mi ha consegnato il cd, penso sia stato il sorriso più grande che ho fatto lì dentro. In queste canzoni c’è tanto di me, da un certo punto di vista anche troppo, perché mi sono veramente messa a nudo, ogni volta che scrivo mi prometto di metterci sempre me stessa, nient’altro che la verità, tutta la verità che possiedo».

Era la quinta volta che tentavi di  partecipare ad “Amici“, quest’esperienza te la immaginavi esattamente così? Se te la immaginavi…

«Sai che non lo so? Sicuramente, nei miei più grandi sogni, quello che sto ricevendo va oltre qualsiasi ipotetica mia aspettativa. Quello che ho sempre desiderato era di entrare e poter dare il massimo, a tutto quello che sarebbe accaduto dopo non ci ho mai pensato. Per me “Amici” è stata una casa e una famiglia, ogni persona che lavora per la trasmissione mi ha dato sostegno, mi sono sentita accolta come una figlia, mi sono messa in gioco dal punto di vista musicale, affinando la scrittura e imparando la tecnica vocale che prima non avevo, senza tralasciare il lato umano perché ogni giorno ti confronti con i tuoi difetti. con persone che non scegli e con cui ti ritrovi a condividere una così importante esperienza di vita».

A volte lo dimentichiamo, ma sei stata isolata per diversi mesi e in un mondo che va così veloce, nell’epoca dei social network, ogni tanto fa anche bene distaccarsi. Ti è servito per rigenerarti?

«Non avere il telefono a portata di mano per due mesi e mezzo mi hai permesso di concentrarmi sul presente, godendomi ogni singolo momento. Quest’esperienza mi ha permesso di riscoprire le cose importanti, i social sono un mezzo per parlare con le persone, ma ti assicuro che incontrarci fisicamente è un’altra roba».

Tra i tanti complimenti che stai ricevendo, siamo in parecchi a rivedere in te una certa rassomiglianza con Mimì, quella sua gestualità, quella sofferenza, quel sorriso che era capace di donare mentre cantava. Non parliamo di una somiglianza vocale e nemmeno di un paragone oggettivo, ma di una sensazione che riesci in qualche modo ad evocare. Ti riconosci nel suo approccio alla musica?

«Ho i brividi mentre parli di lei, per me Mia Martini è un’artista unica, ogni volta che ascolto qualcosa di suo mi incolla al muro e non riesco a fare altro che ascoltare ogni sua singola parola. Non so veramente cosa dire a riguardo, quello che riconosco in lei è un’estrema verità, purezza, schiettezza e anche dolore, partecipare al serale e ritrovarmi davanti Loredana Bertè è stato incredibile. Per me è qualcosa di veramente troppo grande, sono onorata di quello che dici ma non riesco a vederci un’associazione, quello che posso dirti è che la amo».

Attualmente sei impegnata nel consueto giro promozionale dell’instore tour, ho contato che farai oltre cinquanta date in circa due mesi, cioè arriverai a fine luglio che sarai “cintura nera di firma copie”. Come ti stai allenando a questo sforzo sia fisico che mentale?

«Guarda, non è uno sforzo, bensì un piacere. Cerco di mantenere la giusta concentrazione perché ad ogni persona vorrei dare la stessa attenzione e lo stesso amore, sia a chi arriva per primo sia a chi incontro per ultimo, perché un instore può durare anche sei o sette ore, dipende dai posti, l’altro giorno in Duomo a Milano eravamo quasi mille. Non ho molto tempo libero, ma quando ce l’ho cerco di ricaricarmi, di scrivere, di leggere, di rilassarmi,  per poi arrivare a questa serie di appuntamenti con il sorriso. Ho uno stile di vita molto sano, mangio bene, vado a correre, non vado a letto tardi, tutto questo mi aiuta molto altrimenti non reggerei, arriverei a metà luglio in fin di vita (sorride, ndr)».

Nel 2012 hai partecipato a Sanremo, nella categoria giovani. Mancano un po’ di mesi e questa domanda è piuttosto precoce, ma ti piacerebbe tornare a calcare il palco dell’Ariston? 

«Il Festival credo che sia un privilegio anche solo pensare di andarci e potersi candidare, quello che posso dire oggi è che proverò a mandare qualcosa soltanto se sentirò un’urgenza nel raccontare un determinato tema, perché quel palco è davvero importante e non mi andrebbe di calcarlo giusto per farlo. Ci sto pensando, sto cercando di capire se c’è qualcosa in questo momento che mi spinge a scrivere e che riesco ad immaginare in quel contesto, se arriva sarò la prima a volerci provare».

Per concludere, “Buona (cattiva) sorte” è il titolo del nuovo singolo di Tiziano Ferro, che hai co-scritto con lui e con Emanuele Dabbono. Com’è stato tornare a collaborare con il cantautore di Latina e come valuti questa sua evoluzione?

«Quando penso a questo brano e alla collaborazione con Tiziano faccio fatica a pensare che sia capitato proprio a me, mi sembra tutto così assurdo, sono una sua fan e non vedo l’ora che esca il disco per ascoltarmelo per bene. Quello che posso dirti è che è una persona straordinaria, dotata di una sensibilità rara, che ha sempre ascoltato quello che gli mandavo, per cui ritrovarmi a co-scrivere dei brani con lui mi sembra incredibile. Credo che lui sia sempre pazzesco, fedele a se stesso e ai suoi sentimenti».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.