Recensione del nuovo singolo della band estratto dall’Ep Ahia!
I Pinguini Tattici Nucleari stanno vivendo il paradosso di un successo enorme in uno dei periodi più difficili per il mondo dello spettacolo. Una lunghissima rincorsa partita da anni e anni passati in giro per l’Italia portando live la propria musica nei paesini più sperduti, ma crescendo sempre. La produzione di alcuni album che, senza la minima promozione, hanno permesso alla band di allargare esponenzialmente il proprio bacino di pubblico fino a Sanremo 2020 con l’incredibile successo del brano ‘Ringo Star‘. La grande occasione colta al volo e la possibilità finalmente di arrivare anche al grande pubblico.
Da lì in poi una serie di scelte azzeccate che hanno consacrato la band capitanata da Riccardo Zanotti che ha potuto attaccare al muro una lunga lista di dischi di platino, pubblicando nel dicembre del 2020 l’Ep ‘Ahia!’, che porta lo stesso titolo del libro scritto dallo stesso Zanotti. Da Ahia! (di cui qui la nostra recensione) sono stati estratti con successo i singoli ‘La storia infinita‘, ‘Scooby Doo’, ‘Scrivile scemo‘ e, da venerdì scorso, anche Pastello bianco, brano per altro già certificato disco d’oro per aver superato la soglia delle 35.000 copie vendute in digitale tra download e streaming.
La canzone in questione è, assieme alla title track, quella che si può considerare la più “tradizionale” del progetto. Una ballad dai ritmi lenti che parte piano e voce, con un’interpretazione quasi sussurrata dal cantante, per poi aggiungere man mano altri strumenti all’arrangiamento. Nel testo c’è molto dal mondo dei Pinguini Tattici Nucleari, si parla di una storia d’amore vissuta in maniera molto forte dai protagonisti, due amici ancora prima che due amanti. Non mancano nemmeno qui i riferimenti alla realtà, come il nome nome ragazza usato come password del wi-fi e la tisana thai del pomeriggio.
A fare da fil rouge anche qui un sottile strato di malinconia che si manifesta pian piano nel testo, dove la richiesta del protagonista alla controparte è quella di non piangere nonostante la rottura e il conoscersi già dai tempi delle elementari. Un amore bello, ma finito. C’è anche spazio per l’augurio di un domani sereno, fatto di cieli stellati e di docce di altri, quasi a ricordare che anche se le cose belle passano, possono comunque rimanere nella memoria di chi le ha vissute e magari scritte in un diario con un pastello bianco.
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Pastello bianco | Audio
Pastello bianco | Testo
E se m’hai visto piangere
Sappi che era un’illusione ottica
Stavo solo togliendo il mare dai miei occhi
Perché ogni tanto per andare avanti sai, avanti sai
Bisogna lasciar perdere i vecchi ricordi
Mi chiedi come sto e non te lo dirò
Il nostro vecchio gioco era di non parlare mai
Come due serial killer interrogati all’FBI
I tuoi segreti poi a chi li racconterai?
Tu che rimani sempre la mia password del Wi-Fi
E chi sa se lo sai
Per favore, non piangere
E non ci rimanere malе
Che noi due ci conosciamo benе
Dalla prima elementare
E scrivevo tutti i miei segreti
Col pastello bianco sul diario
Speravo che venissi a colorarli
E ti giuro, sto ancora aspettando
E se m’hai visto ridere
Sappi che era neve nel deserto ma
Ormai di questi tempi non mi stupisce niente
Ti chiedo come stai e non me lo dirai
Io con la Coca-Cola, tu con la tisana thai
Perché un addio suona troppo serio
E allora ti dirò bye bye (bye bye)
Seduti dentro un bar poi si litigherà
Per ogni cosa, pure per il conto da pagare
Lo sai mi mancherà, na-na-na-na
Per favore non piangere
E non ci rimanere male
Che noi due ci conosciamo bene
Dalla prima elementare
E scrivevo tutti i miei segreti
Col pastello bianco sul diario
Speravo che venissi a colorarli
E ti giuro, sto ancora aspettando
Tu mi hai insegnato la differenza tra le ciliegie e le amarene
E io non la dimenticherò più
E ti auguro il meglio, i cieli stellati
Le notti migliori e le docce di altri
Dove tu forse non stonerai più
Per favore non piangere
E non ci rimanere male
Che noi due ci conosciamo bene
Dalla prima elementare
E scrivevo tutti i miei segreti
Col pastello bianco sul diario
Speravo che venissi a colorarli
E, ti giuro, sto ancora aspettando
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