A tu per tu con il cantautore emiliano, in uscita con il suo nuovo progetto discografico intitolato “Segnali di fumo“
Cantautore, musicista, songwriter e chi più ne ha più ne metta. Questo e molto altro ancora è Saverio Grandi, autore di successo per numerosi artisti, da Vasco Rossi agli Stadio, passando per Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Marco Mengoni, Luca Carboni, Gianni Morandi, Mango, Raf, Alessandra Amoroso, Emma, Annalisa, Noemi, Fiorella Mannoia, Nek, Irene Grandi, Il Volo, Ornella Vanoni e molti altri ancora. “Segnali di fumo” è il titolo del suo nuovo album, impreziosito da nove inediti qualitativamente di alto livello, brani molto personali e allo stesso tempo con una valenza decisamente universale.
Ciao Saverio, benvenuto. Partiamo da “Segnali di fumo”, come si è svolto il processo creativo di questo tuo nuovo lavoro?
«Purtroppo lo scorso anno è venuto a mancare mio padre. La reazione è stata quella di mettermi a scrivere. Le canzoni che venivano fuori erano tutte abbastanza personali, non pezzi che avrei potuto facilmente proporre ad altri cantanti. Essendo passati dieci anni dal mio ultimo disco, ho pensato che fosse arrivato il momento di farne un altro. In questo lavoro ho cercato di mettere dentro le cose più importanti, trattando temi che mi interessano e che trovo fondamentali, parlare di cose che a me sono care».
Sei un musicista di navigata esperienza, hai composto come autore oltre 300 brani, di cui oltre 100 singoli. Partendo dal presupposto che “Ogni scarrafone è bello a mamma soja”, come cantava Pino Daniele, c’è pezzo che secondo te è rimasto un po’ nell’ombra e che ci inviti ad andare a riscoprire?
«Non è rimasto tanto nell’ombra perchè il disco ha venduto tante copie. La mia canzone preferita, nonché quella che ritengo più rappresentativa della mia produzione, è “Equilibrio instabile” degli Stadio. Se facessi un disco di cover delle canzoni scritte per altri non potrei non inserirla. Rappresenta una chiave di lettura non solo della mia persona, ma anche e soprattutto della vita: di come noi siamo e delle contraddizioni tipiche del nostro essere. Credo sia uno dei miei testi più belli, dove dico anche “io sono le mie canzoni”, frase ripresa recentemente da Ultimo… però l’avevo scritta prima io! Tanto per mettere i puntini sulle “i”, caro Ultimo, questa l’avevo scritta prima io, poi vedi tu».
Qual è la lezione più importante che senti di aver appreso dalla musica fino ad oggi?
«La musica mi ha insegnato tanto, ma richiede anche un grande impegno. Io non mi sono mai tirato indietro perchè mi piace tanto, però diciamo che l’ambiente che gira intorno alla musica, non è esattamente quello che la gente vede da fuori. Ci sono dei compromessi che devi accettare e situazioni non sempre facili. Questo mestiere mi ha reso una persona più profonda e più riflessiva. Come tutte le cose, la musica ti da e ti toglie. A me ha dato molto, ma anch’io mi sono speso abbastanza per cercare di fare del mio meglio. Diciamo che il bilancio lo reputo più che positivo. Non ho rimpianti e sono contento così».
Saverio Grandi | Videointervista
Nico Donvito
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