giovedì 21 Novembre 2024

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Ultimo e la capacità di far cantare generazioni differenti – Recensione concerto

Il racconto dello show andato in scena lo scorso 16 maggio al Mediolanum Forum di Assago (MI)

La musica italiana ha il suo “salvatore”: si chiama Niccolò Moriconi, alias Ultimo (qui la nostra recente intervista), e già in tempi non sospetti avevamo parlato di lui come della risposta alla mancanza di fiducia nel prossimo, un artista capace di catalizzare sulle sue canzoni l’attenzione di generazioni differenti. Quello andato in scena ieri sera al Mediolanum Forum di Assago è stato uno spettacolo formidabile, personalmente non assistivo ad un suo concerto dal 19 gennaio 2018, data della sua prima esibizione dal vivo avvenuta alla Santeria di Milano (qui le immagini del concerto). Anche se sembra essere passata un’eternità, in un anno e mezzo il cantautore romano ha acquisito una notevole padronanza del palco, dai locali underground è passato ai palasport e, il prossimo 4 luglio, varcherà i tornelli dello Stadio Olimpico, per un evento che si preannuncia di per sé memorabile. Un’ascesa sorprendete ottenuta nel giro di pochissimi mesi ma, allo stesso tempo, strameritata. 

Ad aprire la serata Colpa delle favole, canzone manifesto che dà il titolo al suo terzo progetto discografico rilasciato lo scorso 5 aprile, seguita dal trascinante reggae di “Aperitivo grezzo”, un inizio energico che coinvolge subito i presenti. Da atmosfere più sostenute si passa alla magia di incantevoli e corali ballad, quali: “Quando fuori piove”, Cascare nei tuoi occhi, “Quella casa che avevamo in mente” e Amati sempre, pezzi che mettono in risalto la sua notevole intonazione. Conquista il pubblico già all’ottava traccia in scaletta, quando intona all’unisono con la sua gente Poesia senza veli, per poi abbandonarsi ad un definitivo abbraccio con Il ballo delle incertezze, diventata già un evergreen.

Gli applausi si sprecano sulle note di Ti dedico il silenzio, sempre molto evocativa, così come per le successive “Piccola stella”, “Ipocondria”, “Canzone stupida” e “Mille universi”, per poi lasciarsi andare e mettersi a nudo in romanesco con l’introspettiva Fateme cantà. Si prosegue a ritmo incessante con l’ultimo singolo Rondini al guinzaglio” e con il brano classificatosi al secondo posto al Festival di Sanremo 2019, intitolato I tuoi particolari. Scocca l’ora del pianoforte, così il talentuoso Niccolò si destreggia con disinvoltura tra i tasti bianchi e neri proponendo: “La stella più fragile dell’universo”, “Farfalla bianca”, “Giusy” e “L’eleganza delle stelle”, con la naturalezza e lo spolvero che rimandano ad artisti di un’altra epoca.

C’è ancora tempo per un lungo medley, composto da “Buon viaggio”, “L’unica forza che ho”, “Racconterò di te”, Peter Pan, “Chiave”, “La storia di un uomo” e, a sorpresa, la cover della celeberrima Albachiara di Vasco Rossi, capolavoro che proprio quest’anno festeggia quarant’anni dalla sua nascita. Prima dei saluti finali c’è ancora spazio per le emozioni con Pianeti (title track del suo album d’esordio), “Fermo”, “Stasera” e “Il tuo nome”, per poi concludere e congedarsi con il fascino di “Sogni appesi” e “La stazione dei ricordi”, due pezzi che esprimono in toto l’essenza poetica del cantautore romano.

I motivi dell’incredibile successo di Ultimo sono molteplici, a partire dal linguaggio che catalizza l’attenzione del pubblico di tutte le età, avvicinando i millennials ad un certo tipo di ascolti genuini e senza tempo, in grado di risvegliare nei nostalgici un po’ di sana speranza per le sorti della futura musica italiana. Questo accade soltanto quando le canzoni non seguono alcuna moda, ma nascono dall’esigenza di comunicare un proprio messaggio, nella maniera più pulita e onesta possibile. Questa, scusate, è una prerogativa dei grandi artisti.

Altro merito da attribuire al ventitreenne è saper utilizzare la propria voce come uno strumento, caratteristica che ritroviamo, ad esempio, in Tiziano Ferro e in altre rarissime eccezioni tra i più recenti rappresentanti del nostro bel canto. A giudicare dalla navigata padronanza mostrata sul palco, fa davvero impressione pensare che questa sia, di fatto, la sua seconda tournée, sfido chiunque a farmi un esempio di un artista con un’attitudine più spiccata della sua. Il pubblico è complice del trionfo di Niccolò, perché ha cantato con lui dalla prima all’ultima nota, non facendo alcuna differenza tra singoli e brani meno noti.

Le canzoni devono tornare a fare “nanananà”, la gente deve poter cantare a squarciagola nei concerti, per farlo c’è bisogno di pezzi orecchiabili, di melodia, di testi in cui ci si possa immedesimare, abbandonare ed emozionare. Osservare il sorriso stampato sulle labbra delle persone sedutemi accanto, ascoltare i decibel e le vibrazioni sprigionate dalle ragazzine urlanti, scrutare la commozione negli occhi sia dei grandi che dei piccini… è la dimostrazione che, anche questa sera, la musica ha compiuto il suo dovere.


© foto di Emanuela Giurano per gentile concessione di Vivo Concerti

Colpa delle favole Tour | Scaletta

  1. Colpa delle favole
  2. Aperitivo grezzo
  3. Quando fuori piove
  4. Cascare nei tuoi occhi
  5. Quella casa che avevamo in mente
  6. Amati sempre
  7. Poesia senza veli
  8. Il ballo delle incertezze
  9. Ti dedico il silenzio
  10. Piccola stella
  11. Ipocondria
  12. Canzone stupida
  13. Mille universi
  14. Fateme cantà
  15. Rondini al guinzaglio
  16. I tuoi particolari
  17. La stella più fragile dell’universo
  18. Farfalla bianca
  19. Giusy
  20. L’eleganza delle stelle
  21. Buon viaggio
  22. L’unica forza che ho
  23. Racconterò di te
  24. Peter Pan
  25. Chiave
  26. La storia di un uomo
  27. Albachiara (cover Vasco Rossi)
  28. Pianeti
  29. Fermo
  30. Stasera
  31. Il tuo nome
  32. Sogni appesi
  33. La stazione dei ricordi
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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.