venerdì 22 Novembre 2024

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Lene: “Domani è un altro giorno, teniamoci stretti i nostri sogni” – INTERVISTA

Tempo di nuova musica per l’artista milanese, che racconta la quotidianità con un tocco di ironia

LeneSi intitola “Domani è un altro giorno” il nuovo singolo di Elena Ruscitto, in arte Lene, cantautrice e musicista che abbiamo conosciuto e apprezzato nel corso della seconda edizione italiana di X-Factor, grazie alla sua partecipazione con il trio vocale delle Sisters Of Soul. Il brano, composto a quattro mani Theo Querel, è un continuo andirivieni di leggerezza e profondità, mescolando carte e sentimenti apparentemente contrastanti, in modo a dare vita ad un collage musicale pieno di colori e sfumature interessanti.

Ciao Elena, partiamo da “Domani è un altro giorno”, il tuo nuovo singolo pubblicato lo scorso 11 maggio, cosa rappresenta per te?

«Questo brano è nato in un momento in cui avevo voglia di dare una svolta alla mia musica. E forse anche alla mia vita. Infatti è un po’ diverso dal mio primo album “Ring”, sia per quanto riguarda le sonorità che per il tema trattato. È nato quasi di getto ed è stato molto divertente scriverlo insieme al mio coautore, Theo Querel. Direi quindi che per me rappresenta una svolta».

Un brano che parla di chi ha smesso di inseguire i propri sogni. Viviamo in un’epoca di adattamento?

«Io penso che, nel profondo, i sogni non muoiano mai. Il problema è che rimangono soltanto nella nostra mente! Io non ho idea di come fosse 20 anni fa. Questo è il mio tempo e parlo di una situazione che riguarda tutta la mia generazione. Ho come l’impressione che la realtà in cui viviamo stia facendo svanire pian piano anche la voglia di lottare per qualcosa. E quindi ci si adatta. Però poi si sognano cose assurde, tipo una casa costosissima a palm beach, e questo è un paradosso!».

Cosa avete voluto raccontare attraverso le immagini del videoclip diretto da Massimo Volta?

«Il videoclip richiama le stesse immagini narrate nella canzone. Quindi una serie di controsensi e assurdità. Prima di tutto, nel video mi ritrovo a cantare tutta sorridente e saltellante in una discarica nella periferia milanese. Già questo non ha alcun senso! Poi ci sono le scene girate sul tetto, che hanno una doppia valenza… insomma il tetto è anche meta di molti che ci salgono per poi buttarsi di sotto! E infine ci sono le scene in casa, le scene del quotidiano. Questo perché il pezzo alla fine parla della quotidianità, della realtà… e non della finzione!».

Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando e come è nata la tua passione per la musica?

«La mia passione per la musica è nata da bambina, grazie a mio padre. Mi faceva ascoltare i dischi dei Beatles e di tanti altri artisti, soprattutto inglesi. Mi ci sono appassionata subito!».

Quali ascolti hanno accompagnato la tua crescita?

«Di sicuro i Beatles. Poi diversi artisti jazz/blues… Billie Holiday, Chet Baker, Amy Winehouse… e ultimamente vado matta per Lana del Rey».

Nelle tua musica cerchi di raccontare la quotidianità e l’attualità, senza alcun tipo di retorica. Quanto conta la credibilità per un artista?

«La credibilità è molto importante. Un artista deve essere sempre coerente, prima di tutto con se stesso e cercare di raccontare una realtà senza filtri e senza retoriche. In questo modo il messaggio arriva in maniera più diretta all’ascoltatore. Io ho sempre amato artisti di questo tipo!».

Sono trascorsi nove anni dalla tua partecipazione ad X Factor con il trio vocale delle Sisters of Soul. Come ricordi quell’esperienza?

Lene«La ricordo come un’esperienza molto forte. Certo, mi è costata 7 anni di analisi, però dai… un’esperienza! (sorride, ndr)».

Come valuti l’attuale scenario discografico?

«In Italia? Decadente».

Qual è il tuo rapporto con i social network?

«Non amo particolarmente i social network, anche se ne sono ossessionata e dipendente. Vorrei guarire da questa malattia!».

Pensi che l’avvento del web abbia portato più vantaggi o svantaggi alla musica?

«Secondo me solo svantaggi. Perché il web apparentemente può dare l’idea di dar voce a tutti, ma la verità è che non c’è più quella selezione tra chi merita veramente e chi invece non sa suonare neanche uno strumento e si improvvisa musicista, cantante, compositore».

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

«Farò un EP in autunno».

Alla luce di tutto quello che ci siamo detti, per concludere, quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la tua musica?

«Non c’è un messaggio preciso che vorrei trasmettere al pubblico con la mia musica. Io scrivo quello che sento e che reputo verità, per me. Racconto ciò che vedo. Con questo pezzo sicuramente voglio trasmettere un po’ di leggerezza e infondere autoironia in chi lo ascolterà!».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.