Dopo Amici e il primo EP arriva il primo album, “Thomas”
Thomas Bocchimpani, giovanissimo talento scoperto dall’ultima edizione di Amici di Maria de Filippi, ha da poco lanciato il suo primo album ufficiale dopo l’EP pubblicato lo scorso maggio a seguito dell’esperienza televisiva. Nel presentare Thomas, questo il titolo del progetto edito per Warner Music Italia, il giovane cantautore veneto ha raccontato così questo nuovo album a noi della stampa:
Buongiorno Thomas, sono passati solo pochi mesi dal tuo primo EP eppure oggi siamo qui a parlare già del tuo nuovo lavoro: che percorso ha seguito questo progetto? Come è nato e che tappe ha avuto?
<<Dopo “Amici”, che per me è stata una bella esperienza e palestra di vita che mi ha formato sia artisticamente che come persona, il pubblico mi ha dato la possibilità di mostrare la mia visione della musica e il mio modo di viverla. Grazie al bellissimo rapporto che si è creato con le persone che mi seguono ho avuto la possibilità di incidere il mio primo EP (“Oggi più che mai”) e di partecipare a moltissimi eventi e radio-festival durante tutta l’estate. Se con l’EP volevo dare un mio piccolo, ma personale, biglietto da visita all’ingresso nel mondo della musica, con quest’album ho voluto confermare quello che sono io e quella che è la mia identità artistica ed il mio mondo>>.
È anche per questo che hai scelto di intitolarlo semplicemente “Thomas”?
<<Si, esatto. Questo disco si chiama “Thomas” proprio perché contiene tutti i miei suoni, i miei colori, i miei sogni. È un album che parla di me in ogni suono e in ogni testo che, per forza di cose, parla di me, della mia vita e dell’unico amore che finora ho avuto: quello per la musica>>.
Quest’estate è stata comunque, come accennavi prima, molto impegnativa dal punto di vista degli impegni: come hai trovato il tempo di entrare in studio a lavorare concretamente a questo lavoro?
<<Si è stata un’estate molto piena tra gli instore e i vari Festival in giro ma appena avevo del tempo scrivevo o ascoltavo i brani che mi venivano inviati e proposti. Poi, in realtà, ci siamo ritagliati una settimana di tempo tra un impegno e l’altro per dedicarci completamente alla registrazione di tutte le voci dei vari brani. Il resto dei lavori l’ho seguito a distanza possiamo dire: è stato tutto molto frenetico ed impegnativo>>.
All’interno dell’album hai avuto modo di cantare brani scritti da te e dal team di autori che già avevi avuto al tuo fianco nel primo lavoro ma ci sono anche inedite collaborazioni che ti vedono nella veste di interprete. Come è stata questa esperienza?
<<Tutto sommato è stata una cosa positiva perché ho cercato, comunque, di scegliere sempre i brani più personali ed identificativi tra quelli che mi sono stati proposti. Ho chiesto, invece, personalmente di continuare la collaborazione con Alex Trecarichi, il produttore che aveva arrangiato anche il mio primo EP e con il quale è stato davvero bellissimo poter lavorare insieme in studio questa volta>>.
Sei davvero giovanissimo: non credi che questa tua giovane età in qualche modo possa “ostacolarti”? O meglio, credi che ragazzi giovani come te debbano scendere in campo oppure credi sia meglio aspettare un momento più maturo?
<<Penso sia importante, per i giovani soprattutto, avere un qualcosa in cui credere e un qualcosa per cui lavorare. Secondo me se si lavora con i piedi per terra, tenendo sempre presente la realtà e i propri limiti, le soddisfazioni prima o poi arrivano: grandi o piccole che siano>>.
Pur essendo così giovane hai raccontato di avere alle spalle un lungo percorso di gavetta. Che ricordi hai di quel tipo di percorso?
<<I miei primi passi li ho mossi grazie a mio papà che suonava in un’orchestra importante di liscio: io lo seguivo soprattutto durante le date estive. Ho iniziato cantando Michael Jackson ma, poi, inserivo anche la musica leggera italiana: “Perdere l’amore” piuttosto che un brano di Chiara Canzian che per un periodo cantavo spesso. È stato, però, soprattutto Michael ad avermi aperto mondi musicali che ancora oggi seguo>>.
Come riesci a far stare insieme, all’interno dei tuoi gusti musicali, Michael Jackson, i Pooh e il mondo punk e funky?
<<La cosa bella e affascinante della musica è il fatto che quando la si ama se ci si perde nell’esplorarla ci si sentirà comunque sempre a casa. Stilisticamente parlando su di me e sulla mia musica sento di appartenere in questo momento più a un mondo funky, soul, r&b>>.
Sul fronte dei live, invece, come stai preparando i prossimi due appuntamenti che ti aspettano a Milano e a Roma i prossimi 11 e 12 novembre?
<<Ormai li sogno anche di notte! Ho un sacco di idee e non vedo l’ora di realizzarle. Lo show è un aspetto che mi è sempre piaciuto curare in questo mestiere: pur se nel mio piccolo vorrei ispirarmi ai miei modelli internazionali come Bruno Mars o Justin Bieber. Sogno luci, ballerini e strumenti live>>.
Si ringrazia per la collaborazione Valentina Marcandelli di Warner Music Italia
Ilario Luisetto
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