Recensione del nuovo singolo del giovane cantautore romano
In coda all’ennesimo anno per lui trionfale tra la tournée negli stadi interamente sold-out, la pubblicazione del suo quinto album di inediti “Alba” (certificato con il disco di platino) e il ritorno a Sanremo dove, più che puntare alla vittoria, ha preferito mostrare la sua continua crescita cantautorale presentando un brano ricercato, difficile e poco commerciale, Ultimo torna con un nuovo singolo – “Occhi lucidi” – che lo conferma come una necessaria eccezione in questa attualità musicale.
Perché Niccolò oggi è l’unico artista sotto i 30 anni a portare ad alti livelli la melodia e il cantautorato più profondo e tradizionale che, altrimenti, nei giovani rischierebbe definitivamente di sparire. Non ha mai seguito ciò che richiede il mercato eppure il mercato l’ha comunque premiato perché è stata proprio questa la sua fortuna: l’arte di sapersi distinguere, la coerenza di perseguire sempre la propria strada anche davanti alle numerose richieste di maggior sperimentazione e, inevitabilmente, anche la mancanza di una forte concorrenza. Se vuoi ascoltare un giovane che fa questo tipo di musica oggi devi ascoltare per forza lui, e questo gli ha permesso di arrivare con maggior forza a un pubblico più maturo che si è letteralmente affidato alla sua proposta di qualità in mezzo a tanto pressapochismo. E “Occhi lucidi” rispecchia in pieno questo discorso.
Una canzone dove appare nitido lo stile Ultimo nel saper alternare impeto e intimità, riconoscibile e sicuramente già vista e sentita, ma indiscutibilmente sua. Lo è nell’atmosfera rarefatta dell’introduzione piano e voce, nel ritornello che esplode all’improvviso, nella variazione melodica che s’inserisce nella seconda strofa e nella notevole orchestrazione di uno special potente e incisivo. Una costruzione talmente identitaria da poterla considerare ormai come un marchio.
Anche i temi sono già visti, ma confermano la maestria di Ultimo nel raccontare con sensibilità emozioni che a tutti è capitato di vivere. Al centro qui c’è un colpo di fulmine (“A fissare in un bar una donna e di colpo sentirla già mia“) e il rimpianto per ciò che poteva essere e invece non è stato (“Volevo darti un sogno e non ci so’ riuscito, volevi darmi tutto e adesso l’ho capito“). “Occhi lucidi” è quindi una fotografia di tante relazioni interrotte, o forse neanche mai iniziate, a causa di incomprensioni, incomunicabilità, paura e orgoglio.
Una canzone che riassume così una delle tante missioni di Ultimo: costruire un popolo che ha il coraggio di mostrare i propri sentimenti. Emblematico, in questo senso, il verso “Siamo fatti tutti un po’ così, occhi forti e cuori fragili” che nel finale diventa “Siamo fatti tutti un po’ così, senza parole gli occhi lucidi“: spesso preferiamo soffrire in silenzio piuttosto che parlare di ciò che ci affligge, eppure raccontarsi, aprirsi, mostrarci orgogliosamente con gli “occhi lucidi” è la chiave per proteggere ogni rapporto umano.
Nick Tara
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