lunedì 25 Novembre 2024

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Promossi e bocciati di Sanremo 2018 a due mesi dalla finale

Chi ha incoronato nelle vendite l’ultimo Festival di Sanremo?

Sono ormai passati esattamente 2 mesi dalla finale del Festival di Sanremo 2018 e le classifiche hanno finalmente fatto il loro corso decretando sostanzialmente un importante e colossale tonfo ed insuccesso discografico di questa prima (ma forse non unica) edizione della kermesse diretta da Claudio Baglioni. Ma, andando più nello specifico, chi sono i promossi e i bocciati dell’ultima edizione del Festival a detta delle classifiche?

PROMOSSI:

  • ULTIMO_Sanremo 2018ULTIMO

In un Festival senza alcun vero vincitore nelle vendite visto il collasso di queste ultime malgrado i grandissimi ascolti, Niccolò rimane l’unica vera stella in un cielo spento. Arrivato come una promettente realtà ancora poco nota è uscito dall’Ariston non solo come il vincitore delle Nuove Proposte con Il ballo delle incertezze (già disco d’oro per le oltre 25.000 copie e da qualche settimana anche il singolo che più resiste nelle chart tra i sanremesi) ma anche, e soprattutto, come un’appetitosa novità discografica che con Peter Pan (qui la nostra recensione) sta convincendo pubblico e critica restando tutt’ora sempre in top10 degli album più venduti.

  • ERMAL META

Tornato chiaramente al Festival per prendersi ciò che l’anno prima non era riuscito (e cioè la vittoria finale) prima che passasse troppo tempo e l’effetto del “dovuto” fosse ormai sfumato nella memoria collettiva, l’artista di origini albanesi è effettivamente riuscito a conquistare la vittoria tanto attesa unendo le forze con Fabrizio Moro (un altro dei vincitori morali del 2017). Il suo Non abbiamo armi (qui la nostra recensione) è tutt’ora l’unico album, tra i sanremesi, ad essere stato ufficialmente certificato dalla FIMI per le oltre 25.000 copie vendute che gli sono già valse il disco d’oro. Stesso risultato ottenuto per il brano, Non mi avete fatto niente, che se da un lato ha riscosso un buon successo dall’altro ha dimostrato una fragilità al di fuori dell’Ariston che non lo ha fatto mai dominare nè in radio nè nelle classifiche di vendita dove è sempre uno dei migliori ma mai il migliore.

  • ANNALISA

Annalisa 2018Il quarto tentativo sembra essere stato quello buono per la giovane interprete e cantautrice ligure che, in una veste più moderna che mai, pare essersi conquistata un piazzamento soddisfacente e la giusta gloria. Il mondo prima di te ha già intascato il disco d’oro e viaggia a vele scoperte verso il platino grazie ad ottimi risultati sia nei digital store che nello streaming senza contare l’ottimo apprezzamento della rotazione radiofonica. Sul piano dell’album, che da sempre costituisce il tallone d’Achille della bella e brava rossa di Savona, c’è da dire che Bye bye (qui la nostra recensione) pare aver ingranato una buona marcia che, con la giusta tenuta, potrebbe portare a tagliare il traguardo della certificazione minima. Ci vorrà tempo ma, forse, questa volta è meno impossibile delle altre.

  • ORNELLA VANONI

Ornella Vanoni TourEra facile immaginare o prevedere una caduta o un passaggio inosservato sul palco dell’Ariston, invece, l’unica vera “signora della musica italiana” presente in quest’edizione del Festival della canzone ha portato a casa quanto di meglio non poteva: una gran bela figura e una comparsa festivaliera che riaccende sicuramente i fari su di lei e sulle sue doti canore. La sua (o meglio, la loro includendo anche Bungaro e Pacifico) Imparare ad amarsi ha riscosso ottimi risultati (anche in radio) considerando che il mercato digitale non è esattamente quello a cui aspira un’artista come Ornella Vanoni. La sua racconta di successi, Un pugno di stelle, è un piccolo gioiellino per fan, appassionati e sfegatati che non possono perdersi nulla di una storia in musica (meritatamente) ultra-conosciuta.

RIMANDATI:

  • RED CANZIANRed Canzian

Fascia media per il migliore degli ex-Pooh presenti in gara. La sua Ognuno ha il suo racconto ha il quid giusto per conquistare e travolgere dimostrando di poter essere anche qualcosa di diverso rispetto a quanto si è stati per 50 anni di carriera. Al Festival ha abilmente (e clamorosamente) superato gli ex compagni d’avventura confermando, poi, il medesimo risultato anche al di fuori del Teatro Ariston grazie a radio e classifiche dove l’album Testimone del tempo ha avuto un più dignitoso trattamento rispetto a quello del duo “concorrente”.

  • LO STATO SOCIALE

Vincitori morali sul piano delle vendite dei singoli grazie al già disco di platino digitale (per le oltre 50.000 copie vendute) e per l’assoluto ed incontrastabile tormentone radiofonico di Una vita in vacanza che ha conquistato il largo pubblico con la propria estrosità ipnotica. Il problema, però, si è rivelato essere l’album, Primati, che fatica non poco facendo sorgere fortemente il dubbio che non si stia parlando che di una casuale meteora sanremese o di un’unica fortunata canzone intuitivamente azzeccata e furbamente realizzata.

  • NOEMI

La rossa cantante romana era tornata al Festival per tornare in auge adottando una forma-canzone più vicina alle sue origini pop e meno intellettualmente altolocata ma Non smettere mai di cercarmi pare proprio non essere riuscita in quest’impresa proseguendo la strada degli ultimi singoli sanremesi di Noemi. Di conseguenza sorte migliore non ha avuto nemmeno l’album La luna (qui la nostra recensione) che con un singolo praticamente snobbato dalla rotazione radiofonica sta avendo vita difficile. Sostanzialmente per Noemi non cambia nulla e la sfida, per ora, è rimandata al prossimo progetto.

  • THE KOLORS

La band di Stash Fiordaspino vince senza troppi problemi la sfida dell’italiano ed esce (forse) dal difficile periodo segnato dall’ultimo progetto discografico passato quasi del tutto inosservato. Frida (mai, mai, mai) piace al mondo delle radio grazie alla sua freschezza e, con il tempo, potrebbe anche ottenere la tanto agognata certificazione minima della FIMI (il disco d’oro). Per l’album c’è da attendere e forse solo allora sapremo davvero se Sanremo ha funzionato o meno. Un consiglio però: non fate passare troppo tempo.

BOCCIATI:

  • ROBY FACCHINETTI e RICCARDO FOGLI

Delusione massima per i due ex Pooh che vedono naufragare i nuovi sogni di gloria malgrado l’unione delle forze. Il singolo, Il segreto del tempo, odora troppo di nostalgia e non è nemmeno in grado di conquistare i fan storici oltre che radio e classifiche come non riesce a fare nemmeno, ed è questo il dato più preoccupante ed allarmante, la riedizione del (già disastroso) album Insieme. La condanna di un progetto che non ha mai davvero convinto.

  • NINA ZILLI

Vedi Noemi. Anche la bella Nina prova a riconquistare il suo pubblico dopo qualche scelta eccessivamente di nicchia anche se di classe. Il problema è che ormai il pubblico è andato altrove e che il singolo attraverso il quale questo tentativo dovrebbe passare, Senza appartenere, suona ancora troppo lontano da quello che in realtà servirebbe. Risultato: le radio la ignorano e la riedizione del suo album, Modern Art (qui la nostra recensione), fatica persino a rientrare (nonostante l’instore tour) nella top100 settimanale fin da subito dopo il Festival.

  • MARIO BIONDI

Doveva essere un rilancio nazionale di una voce universalmente riconosciuta come talentuosa e capace di grandi cose. Invece, ahimè, il Festival pare aver totalmente bruciato il suo nome causa una canzone, Rivederti, mai davvero a fuoco e totalmente estranea ad un progetto discografico, Brasil, che così è stato presentato per ciò che non è. Per ora è una situazione da crisi nera che risulta difficile vedere come quella adatta per anticipare un già annunciato tour nei palazzetti (per la prima volta dopo anni e anni di teatri).

  • MAX GAZZE’

Max Gazzè stavolta gioca tutto di classe e maestria musicale proponendo, consapevolmente, una poco convenzionale e radiofonicamente appetitosa La leggenda di Cristalda e Pizzomunno che le radio, tuttavia, appoggiano sufficientemente fidandosi del nome del suo interprete che tanti successi ha regalato negli ultimi anni all’airplay. Il problema resta il pubblico che fatica non poco a capire e sposare questa nuova direzione così tanto elevata quanto poco accattivante e che viene sposata ed adottata in pieno anche dall’album (e dall’intero progetto anche live) di Alchemaya.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.