Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare
Sono trascorsi dieci anni dalla pubblicazione di “Sincerità”, lavoro d’esordio di Rosalba Pippa, meglio conosciuta come Arisa. Rilasciato da Warner Music Italy il 20 febbraio 2009, l’album è stato certificato disco d’oro con oltre 30.000 copie vendute. Prodotto da Giuseppe Mangiaracina e Maurizio Filardo, in scaletta figurano dieci inediti i cui testi sono stati scritti da Giuseppe Anastasi, autore dei brani più belli dell’ugola di Pignola.
Catapultata al successo grazie alla vittoria tra le Nuove Proposte della 59esima edizione del Festival di Sanremo, Arisa si fa conoscere al grande pubblico in punta di piedi, senza sparare le sue cartucce vocali migliori, creando un genere e un personaggio che, almeno fino a quel momento, in Italia non c’erano. Una ragazzetta acqua e sapone, con occhialoni, salopette e un discutibile gusto estetico per quanto riguarda l’abbigliamento, ma è bastato che aprisse bocca per la prima volta per mostrare subito una grande intonazione e un indiscutibile inedito talento.
Così spopola con la sua “Sincerità”, una delle filastrocche meglio riuscite della storia, con un testo per nulla banale nonostante il motivetto leggero e canticchiabile, scanzonato ma convincente. Sulla stessa falsariga si sviluppa l’intero disco, arricchito da pezzi pimpanti e spensierati. Un vero e proprio album di famiglia, che esprime appieno il sapore del focolare e del calore domestico, in un mix perfetto tra il pop, l’avanspettacolo e le canzoni d’autore per l’infanzia, da non intendere come lo Zecchino d’Oro, bensì quel certo tipo di cantautorato che ha coinvolto artisti del calibro di Bruno Lauzi e Sergio Endrigo.
Surclassata la title-track sanremese l’ascolto continua con “Io sono”, manifesto di una generazione che “aspetta la pensione” e si accontenta di sognare pensando a medio termine, un po’ come si faceva una volta, quando il massimo dell’aspirazione per una donna era una casa e dei figli. Parole che al loro interno racchiudono un grande valore e un messaggio importante, nonostante la licenza poetica “perché la famiglia a me mi meraviglia”. Prosegue sulla scia della quotidianità “La mia strana verità”, brano che trasuda di fiabesco e ci trascina verso testi più impegnati e impegnativi, proprio come in “Abbi cura di me”.
Splende di luce propria “Pensa così”, la sintesi perfetta di un’inarrivabile poetica fanciullesca, ingentilita dalla grazia vocale della sua interprete, che rende il tutto romantico e non smielato, per poi proseguire a ritmo serrato con la delicata “Piccola rosa”, la scanzonata “Te lo volevo dire”, la latin-friendly “Com’è facile” e l’autoironica “L’uomo che non c’è”.
Chiude l’ascolto “Buona notte”, una piccola perla che traccia un solco verso un futura sperimentazione, che vedrà una Arisa protagonista di notevoli cambi di registro. Davvero niente male per una prima opera, qualcosa che va oltre le gradevoli canzoncine che, già dal primo ascolto, restano impresse in testa. Un disco autentico, sbarazzino e all’insegna della semplicità, oltre che della sincerità.
Sincerità | Tracklist e stelline
- Sincerità
(Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo, Giuseppe Mangiaracina) - Io sono
(Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo, Giuseppe Mangiaracina) - La mia strana verità
(Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo) - Abbi cura di te
(Giuseppe Anastasi, Marco Conidi, Maurizio Filardo) - Pensa così
(Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo)
- Piccola rosa
(Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo) - Te lo volevo dire
(Marco Conidi, Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo, Giuseppe Mangiaracina) - Com’è facile
(Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo)
- L’uomo che non c’è
(Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo, Giuseppe Mangiaracina) - Buona notte
(Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo)
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Nico Donvito
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