giovedì 21 Novembre 2024

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Vasco Rossi, quarant’anni di “Non siamo mica gli americani”

Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare

Sono trascorsi quarant’anni dalla pubblicazione di “Non siamo mica gli americani”, secondo progetto discografico di Vasco Rossi, rilasciato il 30 aprile del 1979. Arrivato a circa un anno di distanza dal precedente album d’esordio “…Ma cosa vuoi che sia una canzone…”, il disco si avvale della produzione di Alan Taylor e degli arrangiamenti di Gaetano Curreri. In scaletta otto brani inediti più una versione reprise di (per quello che ho da fare) Faccio il militare“, brano che ironizza sul servizio di leva che lo stesso rocker ha da poco concluso. Tra le canzoni di spicco figura un autentico evergreen del suo repertorio: “Albachiara”, singolo di traino dell’intero progetto e primo suo grande successo.

Altro pezzo di punta è “Fegato fegato spappolato”, autentico manifesto del suo genio e della sua sregolatezza, così come “Sballi ravvicinati del 3º tipo” dalla poetica psichedelica e delirante, sospesa a metà tra divertimento e fantascienza. Ne La strega (la diva del sabato sera)” il Blasco tratta l’emancipazione femminile attraverso il racconto di una ragazza di provincia disinibita ed estroversa, un po’ il contrario della protagonista di “Albachiara”, che segue subito dopo l’ascolto.

Meno brillante “Quindici anni fa”, mentre appare ispirata e molto contaminata “Va be’ (se proprio te lo devo dire)”, canzone che sembra un omaggio ad Enzo Jannacci, al quale Vasco ha sempre attinto artisticamente al pari di Lucio Battisti. Dall’unione di mondi differenti, dei contrasti e delle contraddizioni nasce “Non siamo mica gli americani”, album che non otterrà riscontri nell’immediato, un po’ come accade a tutto ciò che anticipa i tempi, verrà compreso e apprezzato qualche anno più tardi.

In conclusione, questo disco incarna lo stile e le idee di un giovane Vasco Rossi, che spazia con le tematiche al punto da parlare di sesso, di droga e di pace nel mondo, dimostrando di essere un abile cantautore anche quando da molti era considerato solamente un tossico. Queste sue canzoni hanno fotografato il piacere e il disagio di una generazione, attraverso una poetica randagia che con gli anni ha francamente perso, ma sfido chiunque a riconoscere se stesso a distanza di tre o quattro decenni.

Rispetto al ’79 il mondo è cambiato in maniera abbastanza veloce e viscerale, attraverso la musica di grandi artisti del suo calibro riviviamo questa evoluzione, riascoltando oggi “Non siamo mica gli americani” si ha come l’impressione che quello spirito non esista più, anche se le analogie con l’attuale stile di vita dei più giovani sono sempre più evidenti. La differenza? Che a distanza di quarant’anni ci emozioniamo e ci innamoriamo ancora di “Albachiara”, mentre oggi… beh, ne riparliamo nel 2059.

Non siamo mica gli americani | Tracklist e stelline

  1. Io non so più cosa fare 
    (Vasco Rossi, Alan Taylor)
  2. Fegato fegato spappolato 
    (Vasco Rossi, Alan Taylor)
  3. Sballi ravvicinati del 3º tipo 
    (Vasco Rossi, Alan Taylor)
  4. (per quello che ho da fare) Faccio il militare 
    (Vasco Rossi, Alan Taylor)
  5. (per quello che ho da fare) Faccio il militare (reprise) 
    (Vasco Rossi, Alan Taylor)
  6. La strega (la diva del sabato sera) 
    (Vasco Rossi, Alan Taylor, Sergio Silvestri)
  7. Albachiara 
    (Vasco Rossi, Martin Lee Gore, Alan Taylor)
  8. Quindici anni fa 
    (Vasco Rossi)
  9. Va be’ (se proprio te lo devo dire) 
    (Vasco Rossi, Alan Taylor)

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.