venerdì 22 Novembre 2024

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Ghali torna a spingere sull’acceleratore con “Turbococco” – RECENSIONE

In radio dallo scorso 21 giugno il nuovo singolo del rapper italo-tunisino, intitolato “Turbococco”

Ghali è tornato, questa volta per davvero! Dopo alcuni brani leggermente sottotono (“Peace & Love”, “Zingarello” e “I love you”), il rapper italo-tunisino mette a segno un singolo che si avvicina all’avanguardia mostrata con “Ninna nanna”, “Habibi” e, soprattutto, “Cara Italia”. Si intitola curiosamente “Turbococco” il brano scelto per accompagnarci in questa nuova stagione estiva, composto dallo stesso cantautore e prodotto da Takagi & Ketra. Dopo aver lavorato con Zef e Sick Luke, l’artista ritrova con il duo multiplatino di producer la stessa chiave energetica che era riuscito a riprodurre inizialmente con il fedele Charlie Charles.

Cambiare produttore è sempre un rischio, soprattutto quando sei all’apice ma, a furia di tentativi, prima o poi arrivi alla giusta quadra. In tal senso, Turbococco è un’ottima proposta analizzandola da tutte le angolature, perché sperimenta nuove sonorità e apre ad una nuova frontiera della trap, quella che si contamina con altri generi, in questo caso con un sound decisamente più latino. Una strada asfaltata da Achille Lauro, precursore dei tempi, che si rivelerà a lungo termine la via di salvezza per non far affossare un genere destinato a passare di moda. Stando a quanto fanno i nostri cugini statunitensi dall’altra parte dell’oceano, pare proprio così.

Ma, si sà, noi italiani arriviamo sempre dopo sul tempo. Ghali si dimostra ancora una volta un eccellente poeta urbano 2.0, coniando un termine che si ispira alla velocità con cui manda avanti le situazioni e i suoi pensieri, infatti “turbo” si riferisce alla potenza e “cocco” alla sua testa. Un’ulteriore crescita artistica, dunque, che anticipa quello che saranno le sue prossime produzioni da qui all’immediato futuro. Personalmente avrei puntato di più sull’effetto “oh oh oh oh oh”, perché le vocali ripetute ad oltranza in estate vanno di brutto, ma tutto sommato il risultato ci soddisfa anche così, al punto da innescare in loop una serie di ripetizioni, il cosiddetto effetto “otra vez!”.

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Turbococco | Video

Turbococco | Testo

Il mio primo bacio è nel 2006
mi hai detto “Ti amo”, mi ha risposto “Ok”
mi hanno scritto sullo zaino nuovo “Ghali gay”
tu facevi tanto il bullo e ora dove sei
dimmi dove sei
desaparecido
se scende la noche
esco con mi coche
fra Baggio e San Siro

Mai stato un infame
caduto dalle scale
cosa spingi a fare
se c’è scritto tirare

Me la sto facendo sotto
sarà questo turbococco
che mette il diavolo in ginocchio
ho un’amica che è un toro loco
e fuori piove a dirotto
ti serve un teletrasporto ai ai ai
non mi rendo conto
sarà questo turbococco

Ma il problema dove sta ho un’amica che ce l’ha
un servizio buono fa lo stesso di un’estate fa
attenta alle autorità se ti chiedon: “Come va?”
ti digli che sei qua solo per una visita
mamma dice non si fa casa mia non è un hotel
io le ho detto: “Eh vabbè” dimmi dov’è la Spa
corro come Bunny Bugs entro dentro uno Starbucks
ballo come Michael Jackson puoi solo mandare fax

Mai stato un infame
caduto dalle scale
cosa spingi a fare
se c’è scritto tirare

Me la sto facendo sotto
sarà questo turbococco
che mette il diavolo in ginocchio
ho un’amica che è un toro loco
e fuori piove a dirotto
ti serve un teletrasporto ahi ahi ahi
non mi rendo conto
sarà questo turbococco

Me la sto facendo sotto
oh oh oh oh oh
oh oh oh oh oh
oh oh oh oh oh
otra vez
me la sto facendo sotto
oh oh oh oh oh
oh oh oh oh oh
oh oh oh oh oh
me la sto facendo sotto
loca loca

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.