A tu per tu con la cantante bresciana, ancora una volta al timone di “Buon compleanno Mimì”
Settima edizione della rassegna musicale volta ad omaggiare il ricordo di Mia Martini, alla guida dell’evento svoltosi lo scorso 21 settembre al Teatro Nuovo di Milano, ritroviamo ancora una volta Luisa Corna poche ore prima di salire sul palco e condurre lo spettacolo.
Ciao Luisa, bentrovata. Cosa ti affascina e ti coinvolge di questo genere di manifestazioni volte a tenere vivo il ricordo di personaggi così importanti?
«Sono molto affezionata a questa manifestazione, a questo compleanno, alla grandezza di Mia Martini. L’ho sempre amata come artista e, avendo avuto modo di incontrare diverse volte sua sorella Leda, ho imparato a conoscerla un pochino di più. Mi piace il fatto che, in quest’epoca dove tutto va così veloce, venga data la possibilità ai giovani di conoscere bellissime canzoni, come in questo caso quelle di Mia Martini, una fetta importante della nostra storia musicale».
Di recente l’hai omaggiata anche tu incidendo la cover di “Col tempo imparerò”, brano postumo di Mimì, come mai la scelta è ricaduta proprio su questo brano?
«L’ho conosciuto tramite l’associazione, in particolare Leda Bertè e Vincenzo Adriani mi hanno raccontato la storia di questo brano. Mia Martini lo aveva semplicemente provinato pensando di inserirlo in un futuro disco, lei si era innamorata di questa canzone. In effetti è un brano tutto al femminile, che parla di opportunità mancate, di un amore evanescente, di una maternità mai arrivata. Da donna mi sono sentita molto vicina, così ho deciso in punta di piedi di riproporlo, tra l’altro lanciandolo l’8 marzo, proprio per ricordare questa grandissima figura femminile che ha vissuto tante disavventure».
Quanto ha inciso, secondo te, l’esempio di Mia Martini per le generazione successive?
«Sicuramente molto, lei e Mina sono sempre stati dei riferimenti per me importanti e, soprattutto, inarrivabili. Per i giovani è sicuramente un modello, stanno imparando a conoscerla ed è importante, soprattutto in un momento come quello attuale dove la vocalità viene un pochino annullata, la nostra bella melodia e il saper utilizzare bene la voce passa in secondo piano. Gli standard sono cambiati, recuperare questo tipo di ascolti fa auspicare un ritorno allo splendore della musica italiana».
Quali sono i progetti a cui stai lavorando?
«Sto finendo il mio tour, abbiamo ancora un paio di date ad ottobre. Parallelamente sto lavorando al mio album che, molto probabilmente, uscirà ad inizio del prossimo anno e poi ho realizzato un libro per bambini, una fiaba, ho scritto sette canzoni, uscirà il 9 novembre. Una storia musicale che toccherà temi importanti come il bullismo, le diversità e la disabilità, all’interno del libro ci sono anche degli spartiti, per cui i ragazzi possono avvicinarsi ed essere educati alla musica. Sono molto contenta di questo progetto».
Per concludere, secondo te qual è la caratteristica che più ci manca di Mimì?
«La sua intensità, il non aver paura di esprimere quello che sentiva mediante dei brani scritti da altri, quindi la sua grande capacità di calarsi nelle parole e metterci la sua fortissima carica emotiva».
Nico Donvito
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