Recensione di una canzone che con impeto e semplicità dice “ti voglio bene”
A volte facciamo fatica a renderci conto delle cose belle ed importanti che la vita regala a ciascuno di noi. Lo facciamo perchè queste spesso risultano essere le più scontate, le più immediate, le più vicine a noi ogni giorno eppure, proprio per questa loro continua presenza, dovremmo sottolinearne l’importanza e la nostra totale dipendenza da esse.
Se dovessimo stilare una classifica la mamma sarebbe probabilmente in vetta per molti di noi perchè, in qualche modo, quel cordone ombelicale che per nove mesi ci ha tenuti uniti anche dopo il parto non viene mai tagliato davvero anzi, si rafforza negli anni creando un rapporto unico ed insostituibile anche da tutti gli altri diversi affetti che nel corso della vita ciascuno di noi sviluppa magari verso il consorte, i figli, gli amici…
A dare nuova linfa a questo tema è stata Giordana Angi che con Come mia madre ha riportato la figura materna al centro di un palco come quello del Teatro Ariston di Sanremo che ha conosciuto, negli anni, diversi episodi musicali dedicati alla prima donna della vita di ciascuno di noi.
D’altronde la mamma è sempre la mamma e l’affetto che si prova nei suoi confronti è da sempre imparagonabile anche se spesso ci capita di renderci conto di quanto sia immensamente più difficile comunicarlo rispetto a tutti gli altri amori della nostra esistenza. Ed è proprio su questo punto che il brano della cantautrice italo-francese fa leva quando nell’inciso grida con convinzione e potenza: ‘ti chiedo scusa se non ti ho mai detto quanto ti voglio bene’ e la colpa è sempre di quell’orgoglio che ‘a volte è un mostro che ci fa solo allontanare’ non permettendoci di manifestare l’immensità di quell’amore che lega sempre un figlio ad una madre.
Giordana lo racconta con efficacia e lo fa adottando il profilo di una classica ballata sanremese che ha nei violini la propria forza insieme a quel crescendo nell’inciso che porta all’esplosione vocale che mette in mostra il bel timbro graffiato e perforante che la cantante ha per natura. Particolarità non ignorabile, però, è l’assoluta novità di questo brano: il fatto, cioè, che la dedica arrivi da una figlia femmina che per tradizione, si sa, gode sempre di un rapporto più “conflittuale”, soprattutto in età adolescenziale, con la propria madre rispetto, invece, ad un figlio maschio che da subito si lega ineluttabilmente alla figura materna.
La mamma è colei che comunica amore, colei che raccoglie dolori, insicurezze e delusioni, colei che risulta essere ‘il regalo dei miei compleanni, la luce accesa quando torno tardi, cuore più grande dove ripararmi’ perchè anche se ‘di persone ce ne sono tante ma con il tuo cuore ce ne è una sola’. La mamma è oggi, lo è stata ieri, lo sarà domani perchè anche se ‘di stazioni ce ne sono tante ma poi torniamo ad una sola’. Lo facciamo sempre. In silenzio e alla ricerca di quell’amore di cui abbiamo bisogno e che solo una mamma ci può dare sempre.
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Come mia madre | Testo
Dammi la borsa che è troppo pesante
Non puoi fare sempre tutto da sola
Che di persone ce ne sono tante
Ma col tuo cuore c’è n’è una sola
Hai custodito le mie insicurezze
Saresti pronta per rifarlo ancora
Che di stazioni ce ne sono tante
Ma poi torniamo sempre ad una sola
Ti scriverò un messaggio
Appena uscita dalla stazione
Ci vediamo poi per pranzo
Non vedo l’ora di parlarti
Per ritornare a respirare
Ti chiedo scusa se non ti ho mai detto
Quanto ti voglio bene
Tu che hai trovato sempre un posto
Dove nascondere le mie paure
È che l’orgoglio a volte è un mostro
Che ci fa solo allontanare
E se un giorno sarò una mamma
Vorrei essere come mia madre
Nel tuo sorriso mi sentivo a posto
E non serviva più stare male
Ma l’amore non è solo un posto
È il tuo modo di fare
Ti chiedo scusa se non ti ho mai detto
Quanto ti voglio bene
Tu che hai trovato sempre un posto
Dove nascondere le mie paure
È che l’orgoglio a volte è un mostro
Che ci fa solo allontanare
E se un giorno sarò una mamma
Vorrei essere come mia madre
Sei tu il regalo dei miei compleanni
La luce accesa quando torno tardi
Il cuore più grande dove ripararmi
Stringimi forte a te
Stringimi forte a te
Stringimi forte
Stringimi forte
Ilario Luisetto
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