venerdì 22 Novembre 2024

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Per un tema una canzone: Nek e il prendersi cura di ciò che si ama in “In braccio”

Affrontiamo un tema collegandoci ad una canzone

In bracciodi Nek fa parte di quella categoria di canzoni che definisco delicate. Esistono, infatti, brani che già dalla prima nota sanno farti capire che tipo di atmosfera custodiranno fino alla fine della melodia. La prima frase è semplicemente la traduzione di quella melodia in parole, indicative poi del significato del brano.

Stiamo parlando di una traccia contenuta nell’album “Unici” e che per certi versi viaggia di pari passo con “Differente(di cui qui un nostro articolo), canzone presente proprio nello stesso lavoro del 2016. Anche se per non allontanarci troppo dalle ultime apparizioni possiamo scorgere una linea molto simile a cullare la più recente “Cosa ci ha fatto l’amore(di cui qui la nostra recensione).

Quando hai bisogno di pensare, di non sentirti solo, e di riflettere servono canzoni che ti portino davanti allo specchio. E “In braccio” è il perfetto specchio emotivo in cui rivedere quanto stiamo rispettando i sentimenti, quanto l’amore ci serva nei momenti difficili, quanto ne abbiamo ricevuto e quanto dato. Sentimenti e stati d’animo tanto cari alla musica di Nek, che in questo caso dimostra l’importanza di saper accettare e riconoscere l’amore che riceviamo per poi renderlo protagonista delle nostre azioni.

La caratteristica della canzone in esame tuttavia è quella di trasferire questo concetto all’interno di un contesto estremamente fragile e malinconico. Perché è nella confusione che serve ritrovare serenità ed è in mezzo al casino che abbiamo bisogno di qualcuno che ci salvi “Mi devi credere, quando ti giuro che, ora tocca a me, sarò io a prendere in braccio te, se tutto è fragile, ricorda solo che, ora tocca a me, sarò io a prendere in braccio te”.

Vedete, dall’estratto appena proposto emerge tutto il senso di responsabilità di chi sopporta il peso di una difficoltà per non farla sentire agli altri. Ci vuole coraggio per guardarsi in quello specchio emotivo e dirsi “Ora tocca a me”. Tocca a me perché da te ho imparato l’arte di amare e, come una molla che restituisce con ancora più forza l’energia che le viene impressa, sarò per te più forte di qualsiasi casino.

Si cerca quindi di valorizzare tutte le cose belle che si hanno e di non dare nulla per scontato in nessun caso. Si ringrazia chi ogni giorno ci far stare bene, quando c’è il sole e quando piove “Ti ho detto grazie anche stanotte mentre dormivi” ma anche tutte le sorprese positive che la vita ci ha riservato “Ti ho detto grazie mia buona sorte mille e più volte”. In parallelo, però, emerge tutta la convinzione che dire grazie non basti e non sia sufficiente “Ma grazie non è abbastanza, non è abbastanza”. Anche questa consapevolezza tuttavia è parte del percorso e necessario riflesso dello specchio. La natura umana è comunque fragile e saperlo risulta senza dubbio un buon punto di partenza. Sulla fragilità si può costruire, si può lavorare per poterci convivere. Probabilmente è l’unico modo per prendere in braccio chi amiamo quando ha più bisogno di noi.