L’artista propone diverse novità sonore pur rimanendo perfettamente fedele a se stesso
La vera sfida è restare nel tempo, esserci con la propria musica, non perdersi. I veri artisti del resto non sono quelli che arrivano, ma quelli che restano. Restare significa riconfermarsi ogni volta, fare i conti con le aspettative proprie e soprattutto degli altri. Significa essere pronti a giocarsela ogni volta e se necessario essere capaci di aggiustare il tiro.
Ascoltando “Il mio gioco preferito – Parte seconda” non ho potuto fare a meno di ripensare all’intera carriera di Nek e in particolare al fatto che sia sempre stato riconoscibile. Nei contenuti, nel modo di cantare, nei suoni che nei suoi dischi ti aspetti di trovare. Alle sue certezze stilistiche Filippo ha poi cercato volta per volta di affiancare una serie di novità in modo da essere sempre diverso ma senza snaturarsi. Guardate che questa cosa è difficilissima perché inseguire la novità senza perdere la base di certezze non è un processo scontato, a maggior ragione se sei sulle scene da tanti anni. Ed è proprio tra certezze e novità che navighiamo durante l’ascolto delle 10 tracce che compongono “Il mio gioco preferito – Parte seconda”.
A livello musicale anche nella seconda parte del progetto Nek sembra ricercare l’essenzialità nei suoni e negli arrangiamenti. Sul piano tematico si raccontano come sempre storie in cui è facile rivedersi e frammenti di attualità. Nel dettaglio apre il disco l’ormai nota “Perdonare” di cui abbiamo già ampiamente parlato (qui). A seguire “Ssshh!!!” che con una forza ritmica esplosiva mette in evidenza l’atteggiamento di chi pretende sempre di avere ragione su tutto ad ogni costo. Insomma, una dedica a tutti i tuttologi che sentono solo la propria voce. “Ssshh!!!” nella mia testa ha creato immediatamente un parallelismo con “Soltanto te”, brano del 2013 che raccontava la situazione sociale di 7 anni fa, e un richiamo ad alcune sonorità presenti nelle canzoni finali del disco “In due” del 1998.
Traccia numero 3 affidata a “Imperfetta così”, delicata dedica per chi non riesce ad accettarsi: “Tu sapessi amarti come il mare ama una conchiglia, sapessi quanto sei una meraviglia”… Non credo sia necessario aggiungere altro. La traccia 4 è invece un’autentica sorpresa, una canzone che da Nek non ti aspetti e che invece ti ritrovi dentro un disco nel 2020. Si intitola “Una canzone senza nome” e regala 3:20 di pura e semplice leggerezza grazie a un motivetto che funziona molto bene. Arrangiamento allegro mentre si racconta di una canzone che si canta pur non ricordandone il titolo. “Una canzone senza nome” è il classico esempio di novità ben riuscita e di bella sorpresa che a mio parere merita per questo di finire tra le più belle del disco. Una canzone così da lui non l’avevamo mai sentita. Innovarsi senza snaturarsi, ecco un esempio concreto. A questo punto aspettiamo solo un videoclip girato tra le campagne emiliane con camicia anni ’80, cappello di paglia, spiga di grano in bocca, chitarra e qualche cavallo che passeggia per mettere la ciliegina sulla torta.
Segue “E sarà bellissimo”, brano figlio di questi ultimi drammatici tempi di emergenza sanitaria in cui al centro troviamo speranza, voglia di ripartire e un inciso che ti colpisce al primo ascolto. Traccia numero 6 per “Amarsi piano”, un pezzo fresco in cui Nek sembra voler replicare l’atmosfera di leggerezza che però in “Una canzone senza nome” sembra rendere decisamente di più. Al sound pare manchi qualcosa e la canzone non decolla, anche perché il suono fresco non va sempre di pari passo con un testo che tira fuori un po’ di malinconia. Il risultato è un ascolto piacevole che però non ti lascia la stessa quantità di emozioni degli altri pezzi.
Discorso opposto per la canzone successiva, traccia 7 dal titolo “Le montagne”. La più bella del disco, forte nel ritornello e commovente nelle strofe. Segnalo un “eh si, il fiume se ne frega e scorre, le bambole saranno gonne, il grano invece polvere” in cui Filippo trasmette tutta la sua consapevolezza emotiva e sfrutta al meglio le sue doti vocali. Da ascoltare e riascoltare, gioiellino del disco.
A questo punto ci dirigiamo verso la parte conclusiva dell’intero lavoro dove alla traccia numero 8 troviamo “A mani nude”, un pezzo carino ma che forse non ha la stessa forza trainante del precedente. Traina eccome al contrario “Allora sì” a cui abbiamo già dedicato molta attenzione (qui). Chiude il tutto una nuova versione della celebre “E da qui” in cui l’artista di Sassuolo canta con le figlie Martina e Beatrice. Da un lato c’è da dire che la canzone per il significato che contiene è adatta a creare l’atmosfera famigliare che Filippo ha cercato di trasmettere. Dall’altro è ovvio che questa riproposizione non sostituirà la precedente, che continuerà ad essere ricordata nel tempo e soprattutto ascoltata dal grande pubblico perchè musicalmente non c’è paragone.
In conclusione “Il mio gioco preferito – Parte seconda” è un bel lavoro che dimostra ancora una volta la voglia di fare musica di Nek, che ad ogni uscita ha sempre qualche asso da giocarsi.
Migliori tracce: Le montagne – Perdonare – Canzone senza nome
Voto complessivo: 8/10
Acquista qui l’album |
Revisione Web
Ultimi post di Revisione Web (vedi tutti)
- Lady Gaga, fuori il nuovo album “Harlequin” - 29 Settembre 2024
- Achille G, Baby K e Villabanks, tutto in “Una notte” - 16 Luglio 2024
- Green Valley Pop Fest, Alessandra Amoroso, Irama e Tony Effe tra gli ospiti - 16 Luglio 2024
- Singoli, le nuove uscite della settimana - 14 Luglio 2024
- Spotify, gli album ed i singoli più ascoltati della settimana 28/2024 - 13 Luglio 2024