Tre canzoni per un momento di vita
A tutti noi è capitato, almeno una volta nella vita, di pensare alla necessità di cambiare le cose, di stravolgere le nostre esistenze per dare spazio a delle novità e soverchiare quelle abitudini e consuetudini logorate dal tempo del loro senso originario risultando oggi degradate e spogliate di efficacia. Avere il coraggio di cambiare e di sovvertire l’ordine costituito, però, non è gioco da ragazzi soprattutto quando entrano in gioco interessi collettivi e rodaggi ben consolidati dal tempo. Occorre una forza ed una determinazione senza pari e, contemporaneamente, anche un’onestà spiccata per non rischiare di cadere nella ragnatela di quella stessa corruzione che si vorrebbe invertire. Occorrerebbe una vera e propria rivoluzione capace di dar vita a questo nuovo ordine.
“Protesterai […] dritto al cuore punterai” canta Renato Zero nella sua Rivoluzione datata 2016 e rivolta, in particolar modo, alla sfera della politica a cui il cantautore romano rimprovera di rimanere immobile ed insensibile alle richieste del popolo anche quando “ho pagato il conto ai tuoi caffè, su la testa adesso tocca a te”. “La tua voce è più forte se vuoi del silenzio e l’omertà” dice Zero e, dunque, sorge l’invito a farsi sentire, a dire pubblicamente ciò che non ci piace, a spingere chi di dovere a rappresentare i nostri desideri di rinnovamento. E attenzione perchè “politica assente, famiglia vagante, quaggiù si congeda anche Dio: se la corda si spezza s’incendia la piazza e ritorno a lottare con te” al grido di ‘Rivoluzione’!
Dello stesso avviso è anche la coetanea Loredana Bertè che, però, aumenta il grado di trasgressione dichiarando che “la mia unica vocazione è essere solo un cane sciolto” dimostrando la propria voglia di libertà anche a costo di disobbedire a quelle “regole del branco” che vengono rintracciate nella società perbenista ed eccessivamente burocratizzata generando “chi ha smesso di pensare”. Nel canto di Libertè emerge quella voglia di dichiararsi ancora “il vento che s’alza, nessuna appartenenza / sono il pensiero randagio: dolcezza, rabbia, disobbedienza / sono la nave già partita, guerra da disertare / pronta ad urlare la sola regola che c’è: libertè”.
Una prospettiva diversa, forse anche generazionale, viene offerta, invece, da Levante che nella sua ultima Andrà tutto bene del 2019 rintraccia nella società contemporanea l’evidenza del fatto che “hai perso il desiderio della rivoluzione”. Dalle contraddizioni del nostro presente e dalle sue continue giustificazioni emerge la consapevolezza che il presente che tutti ci apprestiamo a vivere altro non è che un futuro che ci si sarebbe augurati di non vivere pur se coscienti che, prima o poi, sarebbe arrivato. In questa morsa di omertà e scarsa voglia di agire per invertire la tendenza la più alta espressione è quel “del domani mi ripeti che andrà tutto bene” che sottostima la necessità di agire per cambiare le cose invece che dimostrarsi inermi e costantemente in attesa.
Ilario Luisetto
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