venerdì 22 Novembre 2024

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Pagelle nuovi singoli: Loredana Errore nuovamente incisiva, i Maneskin rallentano

Tutte le nostre mini-recensioni ai nuovi singoli radiofonici

  • NON C’E’ – Edoardo Bennato

Sceglie questo nuovo inedito per fare il suo ritorno sulle scene il maestro de ‘L’isola che non c’è’. La dinamica del cantato del cantautore napoletano è e rimane la sua cifra stilistica di maggior personalità e riconoscibilità anche in questo caso ma la sua scrittura pare protesa a dimostrare e trovare una sorta di maturità obbligata che rende il tutto insolitamente “serio”. La voce a tratti si trova schiacciata da un’arrangiamento particolarmente ricco e curato che, in alcuni punti, si trova a sopraffare la forza ed il volume dell’emissione vocale. Peccato per il ritornello che manca di parole e si limita a ripetere il titolo per una decina di volte. Un maestro, però, rimane pur sempre un maestro e riesce a trasformare anche una canzone non così speciale in qualcosa di sempre credibile e spendibile. VOTO: 6

  • PRESCINDERE DA TE – Giulia

Giulia continua il proprio percorso artistico all’insegna della ricerca di una personalità e di un’aderenza all’attualità della musica non solo italiana ma, spesso e volentieri, internazionale. Dopo la buona prova estiva si spinge ulteriormente oltre con questa canzone che, nelle strofe, sembra quasi mettere alla prova la sua pulizia timbrica utilizzandola in un suono più appiatto e serrato. Il ritornello si concede una leggera apertura e punta a farsi notare in quanto ad orecchiabilità ed immediatezza di fruizione. Una buona prova che conferma quanto sta producendo in questa sua seconda vita musicale sicuramente più vicina alla sua personalità musicale. Non è la canzone della vita ma per quella si aspettano occasioni adatte. VOTO: 6+

  • TORNIAMO A CASA – Loredana Errore

Loredana sta sperimentando: lo si capisce dalla diversità dei suoi ultimi singoli che, pur essendo semplicemente pop, hanno testato suoni e modulazioni della voce differenti. Dopo aver preso la mira la voce di ‘Ragazza occhi cielo’ arriva a questa bella ballata firmata da Paviani/Quagliato in cui torna a mettere sul piatto tutta la sua personalità interpretativa e quel graffiato che la rende da sempre riconoscibile. Lo fa e convince offrendo all’ascoltatore la miglior versione di sé oltre che uno dei pezzi più belli di quest’annata. Una canzone che sa osare (senza risultare estrema) mettendo insieme un testo concreto ma anche suggestivo, una produzione curata che riprende suoni decisi ma anche atmosfere blues. La ciliegina sulla torta è la voce di Loredana, una delle pochissime artiste rimasteci capace di dar un valore alla propria vocalità osando e facendola valere. Ricorda l’istrionismo vocale del primo Mengoni e la teatralità dell’ultima Oxa: due artisti che, in determinati periodi della loro carriera, hanno fatto dell’utilizzo della voce il proprio marchio di fabbrica risuonando come qualcosa di più grande di semplici cantanti. Nel caso di Loredana non si può che applaudire alla bravura di quest’interprete, alla sua capacità di trasportare l’ascoltatore all’interno delle proprie frequenze e di rendere ipnotico il risultato. L’oggi richiede di sottrarre ma Loredana ha semplicemente bisogno di esprimersi per quello che è da sempre: una grande artista, una voce regina. Canzoni come questa la meritano (e viceversa). VOTO: 9

  • DA QUANDO NON CI SEI TU – Majello

Majello, al secolo Tony Maiello, torna ad affidarsi alla forma-canzone delle ballate pop d’amore che tanta fortuna gli hanno riservato sia come cantante che come autore. Sceglie anche di rivestire il tutto con un arrangiamento che strizza l’occhio all’attualità con qualche tastiera, sintetizzatore o sprazzo di elettronica. Il risultato risulta credibile e frutto di quel mestiere che negli anni Tony ha incamerato e sviluppato a proprio favore risultando sempre credibile in questo tipo di episodi e circostanze. Agli amanti del genere piacerà e saprà offrire una nuova canzone da cantare in macchina in queste sere d’autunno. VOTO: 7

  • VENT’ANNI – Maneskin

Tornano così i Maneskin e sembra che per loro il tempo non sia passato affatto. Damiano e soci scelgono una nuova ballad pop-rock in cui apre la voce ruvida e, poi, si trova un’evoluzione di arrangiamento che riempie i vuoti. Il risultato è assolutamente gradevole e mette in campo la crescita di scrittura testuale che il leader della band è riuscito a sviluppare in questi ultimi due anni. La ricetta non si discosta poi troppo dai successi dell’era di ‘Torna a casa’ ma l’incidere, questa volta, si dimostra più trattenuto dando alla canzone meno mordente di quello che ci si aspetterebbe. Vedremo come li accoglierà nuovamente il pubblico che tanto li aveva amati nel corso del loro primo progetto discografico. Ciò che è certo è che anche per questa occasione sono riusciti a mantenere ben salda la loro identità e a vent’anni non è cosa da poco. VOTO: 7

  • CON IL SENNO DI POI – Marco Guazzone

L’ex leader degli Stag si lancia in un’avventura da solista concretizzando una tra le più belle cose di cui è stato capace finora dal punto di vista artistica. A produrre è Elisa che interviene anche per dei contro-cori che rendono il tutto ancora più etereo e soave nella resa musicale del brano che porta indelebilmente la sua cifra nei suoni, nell’arrangiamento e nello sviluppo della forma-canzone oltre che del cantato. Marco è bravo a reggere il peso di un’identità così forte e lo fa con un inciso assolutamente liberatorio capace di emozionare e conquistare sfruttando quella tradizione potente ed eterna delle ballate d’amore all’italiana. Il risultato è assolutamente degno di nota. VOTO: 8

  • CHICCO BIONDO – Modà

Manca da qualche tempo la canzone giusta a Kekko e soci e la sensazione è che si stiano provando a rotazione tutte le direzioni di cui si dispongono per riuscire a ritrovare la bussola del successo. Il fatto, però, è che queste direzioni sono tutte estremamente somiglianti tra loro. Anche in questo caso l’apertura dell’inciso riprende pari pari il ritornello di ‘Dimmi che sei felice’ di due anni fa facendo copia-incolla sia per la melodia che per le parole. La scrittura di Francesco è assolutamente riconoscibile e sempre capace di belle immagini per un pubblico desideroso di canzoni d’amore ma dovrebbe imporsi di andare alla ricerca di nuove strade e nuove fonti d’ispirazione che, se non possono arrivare dalla propria penna, andranno richieste ad altri mettendosi a disposizione come interprete. Stavolta, per di più, l’arrangiamento minimale ed acustico rende il tutto privo di qualsiasi appeal radiofonico e le cose, così facendo, si complicano… VOTO: 5

  • RICOMINCIAMO DA QUI – Roccuzzo

Il fenomeno degli ultimi casting di X-Factor rimanda in radio questo suo singolo dopo la sua esclusione dalle fasi live dello show di Sky Uno anche per sfruttare l’ondata di popolarità che lo ha travolto nel web. Il brano è una di quelle canzoni aderenti al mondo delle ballate d’amore tipicamente italiane nel messaggio e nella forma-canzone seppur abbia in sé anche la volontà di aderire alla contemporaneità per mezzo di un arrangiamento che sfrutta ampiamente l’elettronica ed i campionamenti. La voce di Roccuzzo è sicuramente la cosa più degna di nota ma in un vestito musicale come questo si fa comunque difficoltà ad apprezzarla appieno: meriterebbe un suono più classico, pulito ed orchestrale in delle canzoni dotate di empatia e “disperazione” alla faccia delle logiche di mercato. VOTO: 7+

  • SE RIDI – Scrima

Sarà in gara nei prossimi appuntamenti di AmaSanremo proprio con questa canzone il giovane cantautore che punta dritto verso l’obiettivo del Festival di Sanremo 2021. La canzone è sicuramente la migliore tra quelle selezionate per queste speciali semifinali televisive e lo è grazie ad una sostenuta aderenza alla tradizione melodica sanremese pur nella sua particolarità timbrica e vocale che rende il suono sempre ovattato e soffiato nella propria emissione. La scrittura è sicuramente meritevole d’attenzione ed il risultato finale della canzone è indubbiamente quello di una bella canzone d’amore che merita il palco del Teatro Ariston. VOTO: 7.5

  • BOTTIGLIE PRIVE’ – Sfera Ebbasta

Sfera torna così e lo fa per spiazzare alla vigilia della pubblicazione del suo nuovo album d’inediti con cui si giocherà non soltanto una conferma ma anche una nuova fondamentale prova. Le vecchie rime dure lasciano spazio ad una ballata trasportata nell’universo trap con il mantenimento di alcuni degli effetti vocali tipici e con uno slang piuttosto giovanile e senza filtri. Ed ecco che questa nuovo ritorno si trasforma in una prova di maturità in cui Sfera si trova a dover fare i conti con l’esigenza di evolversi e di mettere le spalle al sicuro in vista di un eventuale superamento delle mode e della sua credibilità artistica fortemente legata alla condizione anagrafica sua e del suo pubblico. Si faticava ad immaginarlo così fino a ieri eppure oggi trova un senso diverso. VOTO: 6

  • E TI VENGO A CERCARE – Tiziano Ferro

Tiziano canta Battiato e non è cosa semplice da immaginare. E’ vero, i due avevano già collaborato in passato ma far propria una canzone del Maestro siciliano è sempre impresa titanica e difficile dal punto di vista della credibilità. Tiziano supera la prova mettendo sul piatto tutta la sua vocalità profonda e spessa che si discosta diametralmente rispetto a quella eterea, sottile ed altissima di Battiato. Il risultato è sicuramente gradevole, ben riuscito e sufficientemente rispettoso della versione originale di una canzone poco nota ma assolutamente meritevole di attenzione. Certo, difficile immaginare che il pubblico mainstream di Ferro possa accogliere con facilità una scrittura così poco lineare e popolare: d’altronde Battiato è Battiato. VOTO: 7-

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.