giovedì 21 Novembre 2024

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Fast Animals and Slow Kids: “Come un animale? Il nostro spazio aperto” – INTERVISTA

A tu per tu con la band perugina, in uscita con il nuovo energico singolo intitolato “Come un animale

A un anno di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con piacere i Fast Animals and Slow Kids per parlare di “Come un animale”singolo che segna il loro ritorno, a un due anni di distanza dalla pubblicazione del loro ultimo album “Animali notturni”. In occasione del lancio di questo nuovo inedito, abbiamo raggiunto in loro rappresentanza Aimone e Alessandro via Skype, per approfondire la conoscenza della loro visione di vita e di musica.

Ciao ragazzi, bentrovati. Partiamo da “Come un animale”, com’è nato e come si è sviluppato il processo creativo di questo brano?

«Come tendiamo a fare per la maggior parte dei testi, lasciamo che la musica si sviluppi in un modo e il testo in un altro. Prendiamo due strade completamente differenti, anche se in questo caso ci siamo uniti nella modalità, creando un’analogia sia per i versi che per il sound. “Come un animale” nasce tra maggio e giugno 2020, alla fine del primo lockdown. Il brano ha sicuramente risentito di quel clima, di quella voglia di ripartenza post-apocalittica che albergava in ciascuno di noi».

A livello tematico si tratta di un invito ad esorcizzare tutto ciò che, a volte tendiamo ad accumulare. Da quali riflessioni è stato ispirato questo pezzo?

«Essendo persone molto razionali, tendiamo a tenere dentro e processare quello che ci capita, barcamenandoci in situazioni anche stressanti, gestendo compromessi, accumulando pressioni sociali, come facciamo un po’ tutti infondo nel corso della nostra vita. Poi, però, capita che tutto questo esplode, come accade proprio nel ritornello. L’istintività prevale e reagisco come un animale che, per paura o timore, risponde attaccando a sua volta. Una sorta di monito da tenere bene a mente in determinate situazioni».

FASK_COME UN ANIMALE

Dal punto di vista musicale, è un brano che si discosta un po’ dal precedente “Come conchiglie”, pubblicato lo scorso anno durante il primo lockdown. In quel caso le sonorità erano acustiche, più intime. Quali stati d’animo avete voluto abbracciare con questo sound più energico, trascinante e coinvolgente?

«Sì, la differenza tra “Come conchiglie” e “Come un animale” è imprescindibile, il primo brano nasce come una riflessione tra le mura della propria casa, mentre il secondo ha come riferimento uno spazio aperto, anche mentale. Per questo nuovo pezzo ci eravamo prefissati l’idea di far rientrare un certo tipo di sonorità un po’ new wave, facendo convivere queste influenze dentro un apparato più rock e corale  un aspetto che ricerchiamo all’interno dei nostri brani e che portiamo avanti da sempre».

Per concludere, guardando al futuro, quali sono i prossimi progetti in cantiere e cosa dobbiamo aspettarci dalla vostra nuova musica?

«Se avessimo realizzato questa due anni fa, ti avrei detto di tutto, ma attualmente la risposta è: stiamo scrivendo tantissimo, siamo pieni di roba da pubblicare, ma non sappiamo cosa faremo nell’immediato futuro. E’ importante mantenere questa vaghezza, non tanto come scelta strategica, quanto come scelta concreta. La verità è che “del futur non v’è certezza” in questo periodo storico, soprattutto per chi vive di musica. Il nostro è uno tra gli ambienti più danneggiati e incerti. Per ora siamo qui per parlare di questa nuova canzone, la cosa più importante su cui vogliamo focalizzarci. Poi, da domani torneremo a fare un piano e poi distruggerlo, un altro piano e poi distruggerlo, sperando che avvenga la stessa magia di “Come un animale”.».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.