Il cantautore si prepara al suo ritorno al Festival di Sanremo, presentando il brano “Un milione di cose da dirti“
A tre anni di distanza dalla vittoria con “Non mi avete fatto niente“, divisa con Fabrizio Moro, Ermal Meta torna per la quarta volta in riviera con “Un milione di cose da dirti”, brano che anticipa il suo nuovo disco di inediti “Tribù urbana“, la cui uscita è prevista per il prossimo 12 marzo.
«Ho una voglia immensa di portare questo disco dal vivo – rivela il cantautore nel corso dell’incontro stampa realizzato su Zoom – perchè l’ho concepito immaginando di essere in platea, sentendomi parte integrante del pubblico. In molti vanno ai concerti non solo per ascoltare, ma anche per cantare le canzoni a squarcia gola. I live saranno un test per vedere se ho fatto un buon lavoro».
Sul suo ritorno a Sanremo, il primo dopo il trionfo del 2018, precisa: «Sinceramente non mi aspetto di andare lì e vincere, questa volta ci torno con uno spirito completamente diverso. Ho deciso di partecipare per avere la possibilità di tornare a fare musica dal vivo, il palco dell’Ariston è uno dei pochi che può concederti questo lusso».
«Il disco ha sicuramente un’anima un po’ già rockeggiante, nonostante i suoni siano comunque sempre molto dosati. Ho scelto di portare “Un milione di cose da dirti” a Sanremo perchè è una canzone semplice e perchè non ho mai portato una ballad in gara. Volevo tornare al Festival con un bpm un po’ più lento. La considero una canzone d’amore verticale, che parte con una semiretta senza sapere in che direzione può andare. So da dove parte, ma non dove arriva».
Questo e molto altro ancora è “Un milione di cose da dirti”, un brano nato tre anni fa: «Stavo attraversando un periodo molto particolare, era da poco cominciata la mia carriera da solista e la mia vita era piena di piccole e grandi scosse di assestamento, avevo un blocco emotivo interiore e l’unica cosa che potevo fare era scrivere una canzone per potermi liberare di ciò che avevo da dire. Mi sono messo in gioco parlando con qualcuno che in quel momento non c’era, forse per questo sono riuscito a scrivere in maniera così aperta».
Riguardo la scelta della cover della terza serata, conclude: «Ho scelto “Caruso”, la canzone che tutti mi hanno sconsigliato di fare, perchè sono fatto così, cerco di andare contro quello che può essere un consiglio anche saggio, preferisco misurarmi con i miei limiti, mettermi i guanti di velluto e maneggiare qualcosa di intoccabile. Mi ci voglio misurare, non con Lucio Dalla, ma almeno con questa canzone. Avevo voglia di tirare questa punizione al novantesimo minuto per giocarmi la partita».
Tribù urbana | Tracklist
- Uno
- Stelle cadenti
- Un milione di cose da dirti
- Il destino universale
- Nina e Sara
- No Satisfaction
- Non bastano le mani
- Un altro sole
- Gli invisibili
- Vita da fenomeni
- Un po’ di pace
Nico Donvito
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