A tu per tu con il duo di cantautori siciliani, in gara a Sanremo 2021 con il brano “Musica leggerissima“
Bel debutto al Festival di Sanremo per Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino, in arte Colapesce e Dimartino, in gara con “Musica leggerissima”, il brano più trasmesso in radio all’indomani della loro performance sul palco dell’Ariston. In occasione di questo importante appuntamento, li abbiamo raggiunti telefonicamente per approfondire il loro stato d’animo a poche ore dalla loro prima esibizione.
Ciao ragazzi, benvenuti. In “Musica leggerissima” parlate del ruolo salvifico della musica, pensate che sia una canzone in cui ci si può immedesimare in un momento come questo?
Dimartino: «Innanzitutto ci speriamo, quando si scrive un pezzo l’augurio è che possa servire a qualcuno, come qualcosa di catartico. Alla fine il senso delle canzoni è fare in modo che gli altri si possano rivedere, ritrovando i propri sentimenti e le proprie esperienze».
Colapesce: «Alcune canzoni hanno il potere magico di allontanarti dai momenti bui, per noi “Musica leggerissima” rappresenta anche questo. E’ un brano che rimette al centro la parola, creando un giusto equilibrio tra una base pop e il contenuto, tra musica leggera e cantautorato, un po’ come se fosse una terza via».
Siete tra i pochi a non portare in gara una canzone d’amore. In un’annata particolarmente prolifica di sentimenti, lo considerate un vantaggio?
Dimartino: «Non saprei, anche perchè “Musica leggerissima” può essere anche essere considerata una canzone d’amore nei confronti di se stessi, perchè invita a prendersi cura dei propri sentimenti e delle proprie emozioni. In una società così frenetica, sempre quasi proibito dedicare del tempo a ciò che ci fa stare bene. In realtà questo pezzo è un invito a non scoraggiarsi, a cercare di non cadere dentro ai buchi neri».
Colapesce: «Esatto, un invito a volersi bene».
Prima del Festival è diventato virale un vostro ironico video in cui pronosticavate parte della classifica finale. Nessuno in 71 anni aveva avuto un’idea così geniale, lasciatevelo dire…
Colapesce: «Grazie, ma noi ci siamo semplicemente lasciati ispirare da Gio Evan, il poeta».
A proposito di classifica finale, i bookmaker sembrano essere all’unisono dalla vostra parte…
Dimartino: «I bookmaker si sbagliano di grosso! Non ci hanno mai azzeccato, nemmeno nella politica con i sondaggi pre elettorali. Io non li ascolterei a dirti la verità».
Com’è ricaduta la scelta su “Povera Patria” di Franco Battiato per la serata delle cover?
Colapesce: «E’ una canzone necessaria in questo momento, perchè il suo messaggio è attualissimo, pur essendo stata scritta trent’anni fa. Questo è il potere che hanno alcuni classici, pezzi che travalicano i tempi e restano sempre attuali e moderni. Il testo è bellissimo, la prima parte è molto diretta e cupa, non lascia spazio a interpretazioni, mentre il finale è decisamente più speranzoso e luminoso».
Il cast di quest’anno si divide in due fazioni: chi ha dichiarato di patire l’assenza del pubblico in sala e chi ha raccontato di sentirsi a suo agio, forse anche più tranquillo. Voi da parte vi schierate?
Dimartino: «Siamo schierati da parti opposte, Lorenzo è per il “non pubblico”, mentre io avrei preferito la sua presenza, perchè poteva rappresentare un precedente, un punto di inizio per far riaprire i teatri. Si parlava di un Festival della ripartenza, ma in realtà non è stato così. E’ un Sanremo che si avvicina più ad una trasmissione televisiva, ma in un momento come questo era inevitabile. Quindi, diciamo che rappresentiamo entrambe le fazioni».
Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche vi rendono più orgogliosi di “Musica leggerissima”?
Colapesce: «Il fatto che ci rispecchia al 100% e che non debuttiamo a Sanremo con una canzone che è stata scritta appositamente per il Festival, ma che era necessaria per noi in un momento come questo. Avere la possibilità di farla sentire su larga scala ci fa piacere, proprio perchè la consideriamo un bel biglietto da visita per entrambi. In più, nel comporla non c’è stato nessun calcolo».
Dimartino: «E poi è una canzone che gira attorno a tre accordi: re minore, sol minore e la minore. Sai, non è facile scrivere un pezzo così. A Sanremo un ritornello che apre in re minore non è proprio una consuetudine».
Colapesce: «Infatti, quello dell’Ariston è il palco del do maggiore».
Dimartino: «Scusate i tecnicismi ma ci tenevamo a farvi sapere che non siamo qui per caso, ecco».
Nico Donvito
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