Disponibile da venerdì 22 aprile il nuovo album del cantautore toscano, scopriamone insieme tutti i dettagli
A poco più di due anni di distanza dalla pubblicazione di “Viceversa“, per Francesco Gabbani è arrivato il tempo di nuova musica. “Volevamo solo essere felici” è il titolo del suo quinto progetto discografico, disponibile per BGM Italia dal 22 aprile. Il risultato è un crogiolo di energia ed ispirazione, un album di analisi personale e soggettiva, in piena continuità con il suo processo stilistico-evolutivo. Un lavoro alla Gabbani, per intenderci, che va ad aggiungere e non a sottrarre rispetto al suo percorso, riassumendo quelle che sono le puntate precedenti ma, allo stesso tempo, tessendo nuove trame al suo racconto.
«Questo album non è altro che una raccolta di canzoni che mi rappresentano in questo momento – spiega Francesco nel corso del consueto incontro stampa di presentazione del progetto – sicuramente il frutto di quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni di pandemia, che ha donato un approccio personale diverso. Nel disco precedente veniva approfondita la relazione con gli altri, mentre in “Volevamo solo essere felici” si analizza il rapporto con noi stessi. La vera novità, rispetto a ciò che ho fatto in passato, è che in generale avverto molto di più la mia componente intimista. Diciamo che l’asticella pende meno verso brani più scanzonati e più verso quelli introspettivi».
Ad alcuni brani energici, si alternano pezzi più riflessivi, dove la ricerca del testo si sposa con melodie raffinate. «Ho scelto questo titolo perché la title-track rappresenta il mood del disco – prosegue – anche se non ha presunzione di descrivere una versione oggettiva della felicità, però mette un punto sulla ricerca della felicità a cui tutti ambiamo. Poi, per ognuno può assumere una valenza diversa, ma la considero una costante universale. Credo molto nel valore della libera interpretazione, penso che sia una caratteristica di quello che faccio».
«Per me la felicità è riconducibile alla serenità, al quieto vivere, ad un senso di appagamento. E’ una sensazione che scombussola qualsiasi regola logica, io personalmente la ricerco nelle piccole cose e nei piccoli gesti». Tra le collaborazioni autorali presenti in scaletta, spicca l’incontro con Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari in “Peace and love”, papabile singolo estivo, e il ricongiungimento artistico con Fabio Ilacqua, che firma il testo della title-track. «Non ho mai studiato a tavolino le collaborazioni, cosa che è accaduta anche con Riccardo, ma anche col ritorno con Fabio Ilacqua. Tutto nasce dalla voglia di fare qualcosa insieme».
Volevamo solo essere felici | Tracklist
- Tossico indipendente
- La mira
- Volevamo solo essere felici
- Peace and love
- L’amor leggero
- Spazio tempo
- La rete
- Puntino intergalattico
- Sangue darwiniano
- Sorpresa improvvisa
La ricerca dell’armonia dei suoni, raggiunta nelle incisioni attraverso l’impiego di sezioni d’archi e strumenti autentici, diventa così un nuovo colore musicale, con cui il cantautore sceglie di presentare le sue nuove composizioni. «Il modo di scrivere è cambiato negli ultimi tempi – precisa Gabbani – rispetto al passato scrivo quando ho qualcosa da comunicare, quindi questa volta non ci sono stati tanti sprechi a livello di pezzi. Non mi interessa fare delle robe per impressionare, seguo ciò che mi sento di fare. Nella pop music di oggi l’approccio è un po’ al contrario, si parte quasi sempre da una base, mentre a me piace scrivere alla vecchia, partendo dai testi per poi rivestirgli con gli arrangiamenti migliori».
Un cambiamento più personale che stilistico-musicale: «Ai tempi di “Amen” e “Occidentali’s Karma” ero più dipendente dal giudizio del pubblico tramite i social, mentre oggi sento di fare musica per me, per il puro piacere di farla. E’ stata una naturale evoluzione, relativa al fatto che mi sono reso conto di come quella cosa mi facesse del male. Questo mi portava a vivere dei momenti con sofferenza, quindi, ho cominciato semplicemente a guardare le cose con un punto di vista diverso. Credo sia un istinto naturale, in questo “Viceversa” mi ha aiutato a superare la conduzione iniziale di un successo improvviso. Ammetto di aver avuto un contraccolpo, perché da quel momento la mia vita è cambiata. Piano piano ho riscoperto l’essenza di quello che faccio».
Infine, un pensiero è rivolto all’attualità, al grande momento di preoccupazione che stiamo vivendo: «Avendo vissuto Kiev cinque anni fa per l’Eurovision, la ricordo come una città bella e solare che all’epoca mi aveva molto colpito. Un luogo in cui sarei tornato volentieri. Guardare le immagini di oggi mi tocca di più rispetto a chi non è mai stato lì. Trovo sempre difficoltà ad esprime a parole questo senso di disapprovazione, essendo un pacifista convinto non riesco a comprendere come nel 2022 possano esistere ancora dei conflitti armati. Mi sento disarmato davanti a questi scenari, quello che posso dire è che mi fanno solamente un grande male».
© foto di Chiara Mirelli
Nico Donvito
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