sabato 23 Novembre 2024

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Sanremo Giovani 2022, le pagelle dei brani finalisti

Ecco le pagelle dei 12 brani arrivati a giocarsi i 3 posti al prossimo Festival

Sono stati pubblicati i dodici brani che hanno avuto accesso alla finale televisiva della 73° edizione del Festival di Sanremo nella sua categoria Giovani che si svolgerà il prossimo 16 dicembre su Rai Uno. Abbiamo ascoltato, dunque, tutte le canzoni cercando di trarne delle conclusioni volutamente dopo un solo ascolto esattamente come si troverà a fare la stragrande maggioranza del pubblico televisivo della kermesse ligure.

  • GIANMARIA – La città che odi

E’ più accessibile che mai gIANMARIA che, per tentare il proprio accesso al Festival di Sanremo, abbandona la sua abituale dimensione teatrale e narrativa per sposare una forma-canzone più tradizionale nelle proprie desinenze pop-rock. La svolta avviene soprattutto ad opera di un arrangiamento che si fa più corposo e, per questo, leggero rispetto agli episodi precedenti dell’ultimo rappresentante di X-Factor. Il risultato è senz’altro piacere all’ascolto anche se non raggiunge il grado di profondità tipico di un brano di gIANMARIA soprattutto riguardo all’impianto narrativo. VOTO: 6.5

  • GIUSE THE LIZIA – Sincera

La voce più particolare e riconoscibile di questo lotto di selezionati giovani artisti propone anche la canzone che maggiormente si distingue dalla massa delle altre proposte. Il suo è un pop energico che guarda senza troppi misteri alla scuola indie richiamando da vicino, anche per quanto riguarda la timbrica e l’utilizzo del cantato, l’esempio di Gazzelle. A differenza dell’illustre cantautore romano, la scrittura di Giuse the Lizia non ha lo stesso grado di nostalgia evocativa ma punta, piuttosto, ad un racconto più avvolgente, positivo e felice. La canzone, tralasciando il rischio di rivelarsi troppo rapidamente portata a compimento, può avere un senso. VOTO: 7-

  • MANINNI – Mille porte

Scrive sempre bene nella propria chiave pop il giovane Maninni che, già da qualche anno, è uno dei rappresentanti più interessanti del giovane cantautorato nostrano più fedele alla nostra tradizione musicale. La canzone racconta di un amore in cui “io ti direi tutto e non ho le parole, tu che mi hai chiuso in faccia almeno mille porte”. Lo fa adottando una melodia tipicamente pop ed italiana che cresce con l’arrivo dell’inciso portando anche la vocalità a crescere pur senza mai facendola trovare al di fuori di un range tranquillo. La canzone, nel contesto sanremese, si fa trovare adatta e facilmente collocabile. VOTO: 7

  • MIDA – Malditè

Un perfetto esempio di come il pop italiano ha saputo, negli ultimi anni, raccogliere l’eredità e l’influenza dei nuovi generi per reinventarsi e contaminarsi di nuovi suoni, linguaggi e formule. Mida canta di un amore in senso piuttosto tradizionale e lo fa adottando anche un cantato coraggioso che sfrutta falsetti e sali e scendi vocali impegnativi. La tecnologia lo supporta con una qualche leggera distorsione che sicuramente facilita il compito ma contribuisce anche ad arricchire la resa sonora di un brano che suona rassicurante ed accessibile al largo pubblico ma anche aperto alla contemporaneità. VOTO: 7-

  • OLLY – L’anima balla

Appena due minuti e 36 secondi per lo sviluppo di un brano che, effettivamente, non avrebbe avuto bisogno di ulteriore minutaggio per completarsi. La cosa più interessante della proposta risiede nella produzione che, dopo una strofa sufficientemente tradizionale e prevedibile, sfrutta l’apertura dell’inciso per dotarsi di un beat elettronico che richiama il gusto dance che sempre più di frequente si sta mischiando al nostro ultimo pop. Quest’intuizione indiscutibilmente arricchisce la canzone rendendola accattivante e attenzionabile dai vari circuiti attuali. VOTO: 7

  • SETHU – Sottoterra

Non è un nome nuovo alla sezione di Sanremo Giovani quello di Sethu che quest’anno ci prova con un pezzo pop-rock che utilizza perfettamente gli strumenti della produzione elettronica per arricchire l’impianto sonoro di un pezzo che, in larga parte, si fonda proprio sull’impatto che l’arrangiamento ha sull’ascoltatore. La cura di un suono corposo, impattante e assolutamente aderente alla ricchezza contemporanea di un pop che vuole essere anche altro permette al pezzo di risultare tra i più credibili e “pronti” per un futuro artistico e discografico. Sarà interessante capire come il tutto possa essere trasferito dal vivo. VOTO: 7+

  • SHARI – Sotto voce

Torna a proporsi nel circuito di Sanremo Giovani dopo l’esperienza già maturata lo scorso anno e lo fa dotandosi della produzione e della firma prestigiosa di Salmo con cui ha già collaborato in passato. La voce di Shari è sicuramente interessante grazie a quella delicatezza e a quel calore timbrico di cui è dotata naturalmente. A lasciare qualche dubbio è ancora una volta la canzone che non ha l’impeto giusto per sbocciare per davvero. A livello narrativo siamo a buon punto con un impianto che suggerisce una storia facilmente seguibile dall’ascoltatore. A mancare, però, è una comunicatività interpretativa ed un gancio che faccia ricordare il tutto anche dopo un ascolto distratto. VOTO: 6

  • WILL – Le cose più importanti

Will ha una timbrica vocale ancora particolarmente giovane ed acerba che deve obbligatoriamente avere a disposizione il tempo necessario per trovare spessore ed esperienze di vita che sappiano forgiarne il carattere. In questa produzione questo gusto acerbo viene addirittura messo in risalto con una leggera distorsione che ne enfatizza il sapore dividendo potenzialmente la reazione dei potenziali ascoltatori. La canzone, tuttavia, si fa ascoltare con piacevolezza rivelandosi ben scritta. Tutto sta nel decidere se la voce sia matura al punto giusto. VOTO: 6-

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.