A tu per tu con il giovane rapper italo-inglese, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Nottingham“
Dopo il successo di “Atlanta”, diventato uno dei brani più suonati su Tik Tok nel 2020, il giovane rapper Alex Margiela pubblica per Elektra Records/Warner Music Italy il nuovo singolo “Nottingham”, disponibile sulle piattaforme streaming a partire dallo scorso 4 dicembre. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao Alex, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Nottingham”, cosa racconta?
«”Nottingham” racconta del parallelismo tra il mio stile di vita in Italia e quello in Inghilterra, ovvero i due mondi che hanno caratterizzato la mia vita. Milano, piena di opportunità, impegni, lavoro, una vita molto attiva insomma. E Nottingham, in cui mi concentro molto più sulla mia persona, mi rilasso e passo molto più tempo con la mia famiglia in tranquillità e serenità. In sostanza, racconta della mia vita tra Milano e Nottingham!».
Un brano che ti racconta a 360°, dalle tue radici al luogo in cui abiti. Cosa ti piace di Milano e cosa ti manca di Nottingham?
«Di Milano mi piace come sia piena di opportunità e non escluda nessuno, quando in altri paesi è molto più difficile avere voce. Soprattutto in ambito musicale è una sperimentazione continua. A Milano si mixano tanti generi, a differenza dell’Inghilterra che spinge molto sulla drill. Di Nottingham invece mi manca soprattutto la tranquillità che avevo e grazie alla quale riuscivo a concentrarmi molto di più su me stesso. Ed è il mix di esperienze vissute in queste due città che mi spinge a cercare il modo giusto per comunicare la mia musica, è questo che voglio che arrivi al pubblico».
A livello musicale, come siete arrivati a questo tipo di sound?
«Un po’ di tempo fa avevo già creato una canzone drill, perché essendo inglese conoscevo già il genere, però non è mai uscita. Non andava ancora di moda qui in Italia, e quindi ingenuamente non l’ho fatta uscire. Ora però sono pronto a spaccare con la mia musica. In Italia chi fa la drill si ispira per lo più agli americani, io invece voglio portare la mia influenza anglosassone, qui nessuno la fa così».
Dal punto di vista narrativo, cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto da Tia Silvestrini?
«Sicuramente i riferimenti all’Inghilterra. Nel mio videoclip infatti bevo il tè, e la cucina è in stile inglese. Inoltre i miei amici vestiti di nero, l’utilizzo dei colori, come ci muoviamo, insomma, tante piccole cose che però possono essere fatte solo da chi ha un certo stile… stile italo-inglese».
Facciamo un breve salto indietro nel tempo, come e quando ti sei avvicinato alla musica?
«Sono appassionato di musica da sempre! Inoltre la mia famiglia è composta da tanti musicisti, c’è chi suona il pianoforte, chi la tromba, la chitarra, il sax, quindi la musica si può dire sia parte del mio DNA. Ho cominciato a far musica 4 anni fa con alcuni amici, e da un anno e mezzo circa sono diventato solista, percorso che mi ha portato a legarmi professionalmente a Giuliano Saglia, il mio editore, e in seguito a tutta la realtà Mk3 e Warner Music».
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato la tua crescita?
«Sicuramente Pop Smoke, che è stato uno dei primi che mi ha fatto scoprire la drill, e poi fa un genere grintoso ed energico, che è quello che ho portato anche io nella mia ultima canzone. Mentre dal punto di vista della scrittura Joyner Lucas, che secondo me è uno dei migliori artisti che ci siano nella scena trap in tutto il mondo. Mi piace perché trasmette sempre dei bei messaggi e anche io sto cercando di maturare nella scrittura e toccherò temi più profondi nei miei prossimi pezzi».
“Atlanta”, il tuo precedente singolo, ha riscosso grande successo. Quali sono stati, secondo te, gli elementi che hanno fatto centro?
«Sicuramente ha funzionato molto su Tik Tok, diventando virale in tutta Italia. Nel giro di due mesi la conoscevano praticamente tutti, e questo ha fatto sì che anche i miei numeri crescessero».
Come descriveresti il tuo rapporto con i social network e quanto li reputi importanti per il lancio di un progetto discografico?
«Li reputo molto importanti, anche se non mi piace trasmettere il mio personaggio solo tramite i social. Preferisco raccontarlo nelle canzoni e farmi vedere nei video musicali anziché parlare nelle storie. Insomma… preferisco far parlare la mia musica, anche se il lancio sui social network ovviamente è molto importante».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«Il mio obiettivo è arrivare in America, anche perché sono cresciuto ascoltando i grandi cantanti e tutti i generi americani. E voglio spaccare anche in Inghilterra. Insomma, vorrei che la mia musica arrivasse ovunque!».
Nico Donvito
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