Dai fiori di Nilla Pizzi al volo internazionale di Domenico Modugno, le origini della kermesse canora
Dopo aver ripercorso anno per anno la storia del Festival di Sanremo, riprendiamo il nostro consueto viaggio destinazione città dei fiori, questa volta più rapidamente focalizzandoci sui personaggi e sulle canzoni protagoniste di ciascun decennio. Cominciamo naturalmente dagli anni ’50, in un momento storico postbellico cruciale per il rilancio culturale e la crescita del mercato discografico, grazie al contestuale avvento del 45 giri. Ripercorriamo insieme le tappe fondamentali della manifestazione canora, partendo dalla sua nascita al ruolo determinante che, nel giro di pochi anni, ha saputo rappresentare per la nostra tradizione musicale.
Sanremo 1951
Dal Salone delle Feste del Casinò Municipale del comune di Sanremo, va in scena il primo Festival della canzone italiana, un’edizione che passerà alla storia ma che all’epoca viene accolta in maniera del tutto inosservata. La televisione ancora non è stata inventata e la manifestazione viene trasmessa parzialmente in diretta radiofonica dall’emittente Rete Rossa, l’antenata di Radio Rai. Un’intuizione del patron Amilcare Rambaldi e del sindaco Adolfo Siffredi, intenti a rilanciare il turismo della cittadina in un periodo dell’anno con scarsa affluenza alberghiera, senza troppe ambizioni, pretese o prospettive future. Presenta Nunzio Filogamo, in gara soltanto tre artisti: Achille Togliani, le sorelle del Duo Fasano e Nilla Pizzi, quest’ultima si aggiudica il primo titolo in palio con “Grazie dei fior”.
Sanremo 1952
Dodici mesi dopo la nascita del Festival qualcosa comincia a muoversi, le canzoni sottoposte alla commissione sono oltre trecento, alla gara si aggiungono anche Gino Latilla e Oscar Carboni, ma la vincitrice resta sempre lei: Nilla Pizzi, questa volta con “Vola colomba” e un podio tutto suo, tra cui spicca il secondo posto con la celebre “Papaveri e papere” e una terza posizione con la meno nota “Una donna prega”. A grandi linee si è trattato di una seconda grande prova generale, sulla scia del debutto in sordina, consolidando un fortmat destinato a ispirare gli addetti ai lavori per le prossime edizioni.
Sanremo 1953
Venti i brani selezionali che, per la prima volta, vengono eseguiti in duplice veste da interpreti differenti e due diverse orchestre: una più tradizionale affidata nuovamente al maestro Cinico Angelini e l’altra più moderna diretta da Armando Trovajoli, un format che verrà mantenuto stabilmente per ben diciotto anni fino al 1971. Cambia anche il sistema di votazione con l’introduzione delle giurie sparse per il territorio italiano, in modo tale da rendere la manifestazione sempre più nazional popolare. All’esordio altri giovani cantanti, tra cui ricordiamo Teddy Reno, Giorgio Consolini, Katyna Ranieri, il Quartetto Stars e il Doppio Quintetto Vocale. A trionfare è “Viale d’autunno” eseguita da Carla Boni e Flo Sandon’s, che scippano il trono alla regina Nilla Pizzi, che si classifica seconda con “Campanaro”. Tra i brani di maggior popolarità, si segnala la presenza di “Papà pacifico” e “Vecchio scarpone”.
Sanremo 1954
Primo storico tentativo di rinnovamento per la manifestazione canora, l’assente di lusso è Nilla Pizzi che, dopo aver rotto definitivamente il sodalizio artistico e sentimentale con il maestro Cinico Angelini, diserterà per qualche anno il Festival. Al debutto Gianni Ravera (che in futuro si occuperà dell’organizzazione artistica di ben diciassette edizioni del Festival), Franco Ricci, Vittoria Mongardi, Natalino Otto e il famoso Quartetto Cetra, alla prima e unica storica presenza in gara. A trionfare è la coppia composta da Giorgio Consolini e Gino Latilla con la canzone “Tutte le mamme”, aprendo le danze e spalancando le porte ad una lunga sequela di canzoni dedicate alle nostre madri che, di edizione in edizione, daranno vita ad una vera e propria tradizione. Da segnalare la presenza di un brano firmato del principe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, in arte Totò, intitolato “Con te” e classificatosi al nono posto della graduatoria finale.
Sanremo 1955
Arriva la televisione, la Rai impone la conduzione affidata al giornalista Armando Pizzo, a discapito del poco telegenico Nunzio Filogamo. Tanti i giovani innesti canori, da Julia De Palma a Marisa Colomber, passando per Antonio Basurto e Nella Colombo, fino ad arrivare ai due vincitori Claudio Villa e Tullio Pane, che ottengono i favori delle giurie con “Buongiorno tristezza”. Una vittoria che viene ricordata per l’inevitabile uso del playback, ad utilizzarlo per primo il Reuccio della canzone italiana, colpito da un’improvvisa faringite nel giorno della finale. L’artista ammalato non si esibirà nemmeno, al suo posto sul palco un giradischi con la registrazione del pezzo. Ah, erano davvero altri tempi quelli.
Sanremo 1956
Condotta dall’attore Fausto Tomei e dall’annunciatrice Maria Teresa Ruta, zia dell’omonima presentatrice, l’edizione segna l’introduzione di un nuovo metodo di selezione degli artisti, che potremmo considerare come il primo vero talent show della storia, con una concorso chiamato “Voci nuove” antecedente la manifestazione, volto a scegliere e far conoscere al pubblico i partecipanti. Il cast dei cantanti in gara è composto unicamente da sei giovani debuttanti: la mantovana Clara Vincenzi, i bolognesi Ugo Molinari e Gianni Marzocchi, la genovese Luciana Gonzales, l’alessandrina Tonina Torrielli e la barese Franca Raimondi, che si aggiudica la vittoria con la primaverile “Aprite le finestre“. Nella stessa annata, nasce a Lugano la prima rassegna internazionale ispirata al format sanremese: l’Eurofestival, oggi conosciuto come Eurovision Song Contest.
Sanremo 1957
Dopo il flop dell’anno precedente, caratterizzato dalla presenza di soli esordienti, l’organizzazione torna sui suoi passi e riporta in gara i grandi interpreti, richiamando alla conduzione anche Nunzio Filogamo. Tra i pochi giovani debuttanti (Gloria Christian, Fiorella Bini, Tina Allori, Gino Baldi e Luciano Virgili) il veterano gode, vale a dire Claudio Villa, che incanta il pubblico e si aggiudica il suo secondo titolo con “Corde della mia chitarra”, in coppia con Nunzio Gallo. Un ritorno al passato che premia sia a livello di popolarità che nelle vendite, anche grazie alla presenza di brani spensierati e leggeri come “Casetta in Canadà” e “Il pericolo numero uno”.
Sanremo 1958
Sulla carta sarebbe dovuto essere l’anno del grande ritorno della regina Nilla Pizzi, in gara con “L’edera”, di fatto diventa l’incoronazione di un giovane esordiente di Polignano a Mare, ovvero Domenico Modugno, che trionfa spalancando le braccia con l’indimenticabile “Nel blu dipinto di blu”, memorabile brano abbinato all’altro debuttante Johnny Dorelli. Il pezzo, tra i più celebri che hanno dato lustro alla kermesse, si classifica sul gradino più basso del podio all’Eurofestival dello stesso anno, ottenendo negli Stati Uniti il prestigioso Grammy Awards come canzone dell’anno, arrivando a vendere oltre 22 milioni di copie nel mondo, consacrando il mito di Mister Volare.
Sanremo 1959
La formula vincente dell’anno antecedente non si cambia, così la rivoluzione lascia spazio alla reiterazione, la vecchia guardia continua a perdere colpi e il gradimento del pubblico nei confronti della manifestazione tocca i massimi livelli storici. Tra i debutti: Wilma De Angelis, Betty Curtis, Fausto Cigliano e Arturo Testa, ma alla vittoria si riconferma la coppia d’oro della canzone italiana, composta da Domenico Modugno e Johnny Dorelli, che riconquistano il primo premio con “Piove”, meglio conosciuta anche come “Ciao ciao bambina”. Tra le altre canzoni che entreranno di diritto nella memoria collettiva, ricordiamo la controversa “Tua” eseguita da una criticata Julia de Palma, rea di aver interpretato il pezzo in maniera troppo sensuale, e “Nessuno”, resa celebre qualche anno più tardi dall’interpretazione di Mina a “Canzonissima”.
Le canzoni più belle di Sanremo | Anni ’50
- “Nel blu dipinto di blu” (Domenico Modugno e Johnny Dorelli)
- “L’edera” (Nilla Pizzi – Tonina Torrielli)
- “Grazie dei fiori” (Nilla Pizzi)
- “Nessuno” (Betty Curtis – Wilma De Angelis)
- “Piove” (Domenico Modugno – Johnny Dorelli)
- “Canzone da due soldi” (Katyna Ranieri e Achille Togliani)
- “Vecchio scarpone” (Gino Latilla e Giorgio Consolini)
- “Papaveri e papere” (Nilla Pizzi)
- “Casetta in Canadà” (Carla Boni e Gloria Christian)
- “Corde della mia chitarra” (Claudio Villa e Nunzio Gallo)
- “Aprite le finestre” (Franca Raimondi)
- “Vola colomba” (Nilla Pizzi)
- “Viale d’autunno” (Carla Boni e Flo Sandon’s)
- “Tutte le mamme” (Giorgio Consolini e Gino Latilla)
- “Musetto” (Gianni Marzocchi)
- “Papà pacifico” (Nilla Pizzi e Teddy Reno)
- “Il pericolo numero uno” (Gino Latilla e Claudio Villa)
- “Amami se vuoi” (Tonina Torrielli)
- “Tua” (Jula de Palma – Tonina Torrielli)
- “Buongiorno tristezza” (Claudio Villa e Tullio Pane)
Nico Donvito
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