domenica 24 Novembre 2024

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gIANMARIA con Madame, “Io ti conosco” da quando eri soltanto una voce

Un singolo musicale, l’amicizia umana e un sodalizio artistico

Non abbiamo ancora perso il gusto per le storie nelle canzoni, e fortunatamente esistono pezzi in grado di raccontarle, trasportandoci nelle dinamiche del bene reciproco. Questo accade ascoltando “Io ti conosco”,  l’ultimo singolo di gIANMARIA con Madame, di cui ci piace perfino la dichiarativa del titolo, perché racchiude tutto il senso della canzone.

È il racconto manifesto dell’amicizia, vera e sincera, che lega i due artisti vicentini già da prima del successo, attraverso le parole che gIANMARIA scrive nel 2021, appena dopo la sua partecipazione ad XFactor e rimaste nel cassetto finora, per non aver convinto i discografici al momento della stesura. Un pezzo che, invece, rapisce da subito Madame, e a cui la cantante ha voluto dare la sua impronta, anche dal punto di vista compositivo, trasformando il racconto, inizialmente a una dimensione, in un dialogo tra due persone che si appartengono da sempre.

Lei, al principio della popolarità, è per gIANMARIA soltanto una voce cantante, diffusa in un bar, da cui lui viene attratto per fragilità e trasparenza, come dichiarano nell’apertura del testo attraverso la metafora del vetro (“Le tue labbra Sono vetro Come le mie Come le tue”). È qui si apre il mondo delle sensazioni che avvertiamo, all’inizio, per una persona sconosciuta, verso la quale si prova un trasporto immediato e inspiegabile. Il passo dall’emozione inaspettata al sentimento consolidato, in questi casi, è  breve: l’effetto protesico e rassicurante trasforma le fredde inquietudini invernali in calma (“D’inverno mi scaldi Di te so poco altro Perché sento solo il tuo canto E ti ascolto e mi calmo”) e il bisogno di concretizzare l’incontro con la persona diventa naturale come respirare.

Quando questo avviene, si compie una magia, che trasforma la stessa città in cui abitano i due in una cornice mai abbastanza capace di contenere a pieno il sentimento che li lega (“Una voce in fondo al bar L’ho ascoltata più degli altri Una città che è così grande Non ti coprirà abbastanza”).

Nel momento esatto in cui ti vedo, ti riconosco. Questa è l’eccezionalità di un’amicizia, descritta in un ritornello dalle parole cristalline e responsabili. Sì, perché mettere un “io” davanti a quello che si sta per dichiarare è sempre un atto di grande responsabilità, a cui siamo disabituati nella maggior parte dei contesti che viviamo (“Io ti conosco Tu mi conosci Tu mi sopporti Tu mi ricordi E fai male se non torni Ti do il mare in questi giorni”).

Ripetere due volte il concetto, risponde alla volontà precisa di confermare il contenuto del messaggio, anzi di rafforzarlo nella consegna al destinatario in ascolto. Anche per questa cifra stilistica, la canzone risulta più vera e sognante: quante volte desideriamo un rapporto così nella nostra vita? Incrociare e riconoscere un’amicizia pura o un grande amore, ancor prima di vederlo fisicamente, è un evento raro che molte persone non avranno occasione di sperimentare nella propria vita. Se dovesse accadere, però, il passaggio dalla distanza tra chi non sa nemmeno di esistere (“D’inverno t’incanto Per te ho poco altro Perché sono troppo distante [Sono troppo distante]”) alla certezza di sapersi vicini ogni volta che se ne sentirà il bisogno (“Ogni giorno in fondo al bar Sono chiusa in una radio Tu puoi corrermi a salvarmi Dimmi che mi stai ascoltando”), non è un fatto così scontato. Se accade, però, bisogna essere pronti ad accogliere gli esiti stravolgenti e viverli fino in fondo, perché oltre a cambiarci dentro, possono ribaltare letteralmente la vita. (“Sono arrivato per venirti a salvare Ma sono rimasto intrappolato con te E pеr raggiungerti ho imparato a cantare E a essere solo una voce in fondo al bar Io lo sapevo che mi hai sempre ascoltata E in questa radio adesso è estate con te E le tue labbra che ora sono di carne Stanno sopra le mie E non siamo più soli”).

Alla luce di questo singolo, anche la partecipazione al Festival di Sanremo 2023 va letta con altri occhi, diventando il suggello di un profondo sentimento umano ed artistico che accomuna i due giovani amici.

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Francesco Penta

Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio; da questo "vuoto sonoro" nasca un nuovo concerto.