Intervista al giovane cantautore romano che ha da poco pubblicato il suo primo singolo “Svegliati”
È in radio e su tutte le piattaforme digitali dallo scorso 22 marzo “Svegliati” (etichetta Apollo Records, distribuzione Ada Music Italy), brano che segna l’esordio discografico di Plebbo, giovane cantautore romano classe 2003 che mostra la sua versione della vita in maniera netta, cruda e semplice. Si fa accompagnare dalla chitarra con i suoi giri di vita, descrivendone la modernità senza lasciarsi incasellare in un genere predefinito, figlio della sua epoca con un gusto originale. L’abbiamo raggiunto per farci raccontare qualcosa in più.
Ciao Plebbo, benvenuto sulle nostre pagine. Hai da poco pubblicato “Svegliati”, il tuo singolo d’esordio. Come nasce questo brano?
Come ogni mia canzone, “Svegliati” non nasce da un’idea prefissata di testo o di storia da raccontare, ma nasce dal passare del tempo in intimità con uno strumento, in questo caso la chitarra. Suonando a tempo perso, cerco di sperimentare finché non trovo un giro armonico che mi faccia scattare qualcosa, e che mi faccia “entrare” dentro alla musica. A questo punto, entrato dentro l’armonia, cerco la melodia che meglio la complementi, qualcosa che mi streghi leggermente. Da qui mi vengono in mente delle parole chiave, in questo caso “Svegliati” insieme ad altre. Fino a qui è principalmente tutto istinto, di pensiero ce n’è poco. È tutto semplicemente un cercare di veleggiare insieme alla musica. La parte che richiede più pensiero è quella di mettere insieme i pezzi, riconducendo le parole chiave alla propria vita, ed assicurandosi che la struttura e i “chiaroscuri” del brano rendano a dovere. “Svegliati” è nata così, da un flusso di musica e pensieri che ho ricondotto alle mie esperienze.
Una canzone che parla di fallimenti e infatti canti “Quanti come me che in questa storia hanno sbagliato di tutto”. Cosa vuoi consigliare a chi si trova nella tua stessa condizione?
Io mi limito a descrivere un conflitto. Non è minimamente mia intenzione proporre soluzioni a problemi. L’unica cosa che mi sento di dire citando il Maestro Battiato è: “Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore”. Spero, sennò macello.
Poi, a un certo punto, arriva il momento in cui “poi mi sono innamorato, ho visto un raggio di sole”. L’amore ha avuto per te un potere salvifico?
Uso l’amore come metafora per parlare delle passioni, di cui tra l’altro l’amore fa parte. E sì, le passioni hanno un potere salvifico, sono ciò che colora le nostre vite.
Quando hai sentito l’esigenza di iniziare a mettere in musica tutto questo?
È stato il contrario, la musica mi ha portato fuori queste parole che ho ricondotto alle mie esperienze personali.
Chi è Plebbo? Parlaci un po’ di te e di come è nata la tua passione per la musica.
Il mio percorso musicale è iniziato da pochissimo. Fino ad un paio d’anni fa il mio sogno era quello di diventare un tennista professionista. Ho cominciato ad approcciarmi alla musica nell’estate del 2022, imparando a suonare una chitarra che i miei genitori mi avevano appena regalato per il compleanno. Mi sono fatto una mia cultura musicale, e appena ho imparato a suonicchiare, ho cominciato a scrivere e sperimentare con lo strumento. Da lì non sono più tornato indietro.
Come definiresti la tua proposta musicale?
Non mi piace definire la mia proposta, lo trovo limitante. Il mio unico scopo è quello di scrivere canzoni che mi piacciano.
Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato nel tuo percorso?
Ce ne sono moltissimi, ma sicuramente quelli che più mi hanno influenzato sono: in Italia, Lucio Battisti, un artista che si è evoluto con ogni suo album e, a livello internazionale, gli artisti che più apprezzo in questo momento sono Jeff Buckley ed i Radiohead. Oltre alla musica di questi tre artisti, trovo che il loro modo di interpretare sia assolutamente unico ed emozionante.
Sogni e progetti futuri?
Attualmente sto lavorando per far uscire nuovi brani. Un sogno per il futuro è di continuare a creare con entusiasmo.
Nick Tara
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