mercoledì 30 Ottobre 2024

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Alex Wyse: “Scrivo e canto per trasmettere positività” – INTERVISTA

A tu per tu con Alex Wyse a ridosso dell’uscita del singolo “Amando si impara”. La nostra al giovane artista selezionato tra i semifinalisti di Sanremo Giovani 2024

Tempo di nuova musica per Alex Wyse, che incontriamo per questa intervista in occasione dell’uscita del singolo “Amando si impara”, fuori per Artist First dallo scorso 25 ottobre.

Si tratta di una nuova canzone piena di speranza e di positività, per raccontare la sua visione dell’amore: un sentimento puro che nonostante possa farci soffrire, non ci toglie mai la possibilità di imparare.

Il brano arriva dopo “Gocce di limone”, presentato in diversi palchi italiani durante la scorsa estate. In attesa di vederlo a Sanremo Giovani 2024 con il brano “Rockstar”, abbiamo incontrato Alex Wyse per parlare di “Amando si impara”.

Uno dei mantra di questo pezzo è il concetto del “non è mai troppo tardi”. Ci racconti un po’ com’è nato?

«Questa canzone nasce dall’idea del titolo, che ne è un po’ l’emblema, poi si è sviluppato il resto. Il gioco di parole si sviluppa su “l”amando si impara”, che prende spunto dal detto “sbagliando si impara” naturalmente. Ho voluto mettere al centro l’amore in questo invito a non arrendersi e ad andare avanti nonostante le difficoltà, fino a che c’è sentimento non ha senso mollare la presa perché addolcisce il tutto».

La vulnerabilità in senso positivo: potremmo intendere questo pezzo anche come una sorta di invito a trasformare i punti deboli in punti di forza?

«Sì, assolutamente. È comunque un’altra parte del tutto, perché tante volte nella vita ci ritroviamo di fronte a tanti problemi, ma bisogna affrontare anche quelli all’interno della nostra relazione e cercare di superare tutto. L’unico modo che ho è scrivere e cantare per cercare di trasmettere qualcosa di positivo. Quindi faccio quello».

A livello musicale che tipo di lavoro c’è stato nella ricerca del sound per poter creare un tappeto sonoro che reggesse in maniera convincente questo messaggio?

«Tra tutti i tipi di generi musicali che ci sono in giro, una parte che mi riporta sempre un po’ a quella sensazione d’amore terreno sono le sonorità africane, con i cori che richiamano il mondo de “Il re leone”, per intenderci. Mi sono ispirato a quelle sonorità in certe parti della canzone, per restituire anche un senso di leggerezza all’ascolto, infatti il ritornello è volutamente molto semplice per rimanere in un’ambientazione spensieratamente pop, pensata anche in ottica dei live».

In concomitanza con questa nuova uscita è arrivata una notizia che immagino ti abbia fatto molto piacere, ovvero del tuo passaggio a Sanremo Giovani 2024. Come hai vissuto le audizioni?

«Io canto, quindi diciamo che sono sempre contento quando si canta e quando mi lascio andare. Sicuramente Sanremo è uno di quei punti fondamentali per la carriera di un artista. Ero felice di essere alle audizioni, così come sono super felice di essere passato e di partecipare a Sanremo Giovani. Non vedo l’ora».

Per concludere, quali sono state le sfide maggiori che hai affrontato in questi ultimi anni? Come descriveresti il tuo percorso finora e in che fase senti di essere arrivato? 

«Sono molto concentrato sull’aspetto artistico, per cui desidero crescere, cercando sempre di sperimentare cose nuove e di comunicare a me stesso anche in una maniera diversa. Ho trascorso questi anni con stati d’animo diversi, ci sono stati dei momenti molto di down, in cui  ho provato a trasmettere tutto attraverso la scrittura di canzoni, la mia unica e vera valvola di sfogo».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.