martedì 26 Novembre 2024

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Sanremo Giovani 2024, conosciamo meglio Alex Wyse – INTERVISTA

A tu per tu con il cantautore in gara a Sanremo Giovani 2024, per parlare del brano “Rockstar”. La nostra intervista ad Alex Wyse

Tra i ventiquattro semifinalisti di Sanremo Giovani 2024, spicca il nome di Alessandro Rina, in arte Alex Wyse, in gara con il brano “Rockstar”.

Il brano esplora il concetto di libertà come un ideale fragile e sfuggente, che si intreccia alla ricerca di identità e al bisogno di liberarsi dai vincoli emotivi. La libertà, nella sua visione, è una meta ambita ma spesso dolorosa, segnata dal peso delle scelte e delle conseguenze. L’artista naviga tra l’incertezza e una nostalgia profonda per ciò che è irrimediabilmente perduto.

Durante la terza puntata di Sanremo Giovani 2024, in onda su Rai2 martedì 26 novembre, Alex Wyse si esibirà con il suo inedito “Rockstar”. Conosciamolo meglio.

Sanremo Giovani 2024, Alex Wyse: l’intervista

Il tuo nome compare tra i ventiquattro semifinalisti di Sanremo Giovani 2024. Come stai vivendo questo momento e come stai esorcizzando l’attesa?

«Sicuramente mi sto coprendo, quello è sicuro, essendo questo un periodo soggetto ai malanni di stagione. Vedendo in giro tanta gente raffreddata, ho un po’ d’ansia. Per il resto, sono contento, indipendentemente da come andrà, mi sto preparando per questo appuntamento perché ci tengo particolarmente a fare bella figura».

“Rockstar” è il titolo del brano che hai scelto di presentare in concorso. Com’è nato e cosa rappresenta per te?

«“Rockstar” parte un po’ dal concetto di libertà, un tema che mi piace trattare spesso nelle mie canzoni. Oggi penso che, in tante occasioni, vada un po’ scemando questo concetto di libertà, perché tante volte ci nascondiamo dentro ciò che alla fine non siamo. Tendiamo a essere molto simili gli uni dagli altri da sacrificare noi stessi. “Rockstar” è un po’ un urlo che ci invita a mostrarci per ciò che siamo, senza aver paura di sbagliare e di essere giudicati».

Cosa ti ha spinto a scegliere proprio questo pezzo, a pescare dal tuo mazzo e a dire: “questa è la carta giusta per Sanremo Giovani”?

«Il fatto che questa canzone è venuta fuori come la volevo, rappresenta molto anche il momento che sto vivendo. È un po’ un modo per ricordarmi di essere me stesso e che devo andare fiero della mia libertà e di quello che sto facendo. Il messaggio e la voglia di raccontare questo al pubblico, mi hanno fatto decidere di presentare “Rockstar”».

Sei sempre stata una spettatrice di Sanremo o come molti tuoi coetanei ti sei avvicinata al Festival più di recente? 

«In realtà l’ho sempre seguito, il Festival è sempre stato un appuntamento immancabile. Fin da piccolo, ho sempre sognato di poter calcare un giorno quel palco. Crescendo non ho mai smesso di seguire Sanremo, anche se il sogno si è scontrato spesso con la realtà, al punto che spesso penso che sarà difficile realizzarlo, ma l’ambizione quella sana resta. Tra i primissimi ricordi che ho del Festival, penso sicuramente a “L’essenziale” di Marco Mengoni».

Per concludere, al di là del passaggio e della possibilità di giocarti la finalissima di Sanremo Giovani a dicembre, cosa speri di ottenere attraverso questa esperienza?

«Spero soltanto che la canzone sia capita. Questa è la cosa fondamentale per me, perché al di là del talent e di Sanremo Giovani, io scrivo canzoni, faccio questo. La competizione nasce perché non la decido io, così non mi aspetto nulla, vorrei soltanto cantare, divertirmi, emozionarmi e sperare di lasciare il mio messaggio. “Rockstar” penso e spero possa fare il resto».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.